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L’effetto della ruminazione rabbiosa nei bambini affetti da un disturbo dello spettro autistico

Esiste un'associazione tra la ruminazione rabbiosa e alcuni sintomi del disturbo dello spettro autistico, come la perseveranza o ripetitività?

Di Dominique De Filippis

Pubblicato il 15 Dic. 2020

Data l’elevata compresenza esistente tra il disturbo dello spettro autistico (ASD) e i comportamenti dirompenti, una miglior comprensione del ruolo della ruminazione rabbiosa nell’ASD potrebbe contribuire allo sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici

 

La ruminazione rabbiosa è un processo cognitivo caratterizzato da una tendenza a focalizzarsi su esperienze passate frustranti che hanno suscitato rabbia (Sukhodolsky et al., 2001). Trattandosi di una forma disadattiva di elaborazione emotiva, la ruminazione può precludere l’utilizzo di strategie di regolazione, quali la ristrutturazione cognitiva e il problem solving (Connor-Smith et al., 2000; Nolen-Hoeksema et al., 2008), dando origine ad un ampio spettro di condotte, quali manifestazioni ansiose e depressive (Aldao et al., 2010) o, ancora, comportamenti dirompenti, come irritabilità e aggressività (Aldao et al., 2016).

Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è caratterizzato da deficit persistenti nella comunicazione e nell’interazione sociale, nonché dalla messa in atto di comportamenti ristretti e ripetitivi (American Psychiatric Association, 2013). Inoltre, è stato osservato che oltre il 50% dei bambini affetti da un disturbo dello spettro autistico presenta, al contempo, un disturbo del comportamento dirompente (DB) e/o disturbi internalizzanti (Lecavalier et al., 2019) che compromettono il funzionamento globale dei singoli.

In letteratura sono presenti numerosi studi che si sono proposti di indagare gli effetti della ruminazione rabbiosa nei bambini, ma si sa ancora poco rispetto all’influenza esercitata dalla ruminazione rabbiosa in infanti affetti da un disturbo dello spettro autistico. Difatti, solo due studi (Patel et al., 2017; Pugliese et al., 2015) hanno fornito una prova preliminare che in soggetti affetti da un disturbo dello spettro autistico, vi sia una maggior tendenza ad impegnarsi in un meccanismo di ruminazione focalizzato sulla rabbia e di una sua possibile associazione con i principali sintomi che caratterizzano il disturbo sopracitato.

Data l’elevata compresenza esistente tra l’ASD e i comportamenti dirompenti, una miglior comprensione del ruolo della ruminazione rabbiosa nell’ASD potrebbe contribuire allo sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici (Mazefsky & White, 2014), motivo per cui un gruppo di ricercatori si è posto l’obiettivo di indagare le eventuali differenze esistenti nei meccanismi di ruminazione rabbiosa in un campione di bambini con ASD rispetto a bambini affetti da un disturbo del comportamento dirompente ed un gruppo di controllo. In secondo luogo, gli autori hanno ipotizzato che i meccanismi di ruminazione rabbiosa sarebbero stati associati a comportamenti aggressivi, nonché ai comportamenti ristretti e ripetitivi, tipici dei soggetti affetti da ASD.

Lo studio ha visto dunque la partecipazione di soggetti con un’età compresa tra gli 8 e i 16 anni; di questi, 63 erano affetti da un disturbo dello spettro autistico, 79 avevano ricevuto una diagnosi di disturbo del comportamento dirompente e 44 costituivano il gruppo di controllo. Inoltre, trattandosi di uno studio focalizzato sull’analisi della ruminazione rabbiosa nel disturbo dello spettro autistico, il gruppo composto da bambini con ASD è stato ulteriormente diviso in due sottogruppi, al fine di effettuare delle analisi post hoc che consentissero di esaminare le differenze nella ruminazione rabbiosa nei bambini con ASD con e senza comportamenti dirompenti concomitanti, definiti rispettivamente ASD/DB+ e ASD/DB-. Gli autori hanno dunque ulteriormente ipotizzato che i bambini ASD con disturbo del comportamento dirompente avrebbero mostrato livelli maggiori di ruminazione rabbiosa rispetto all’altro sotto-gruppo.

Per quanto concerne gli strumenti impiegati, è stata utilizzata l’Anger Rumination Scale (ARS; Sukhodolsky et al., 2001), al fine di misurare la tendenza dei partecipanti a soffermarsi su episodi che hanno suscitato rabbia, mentre, la seconda edizione della Social Responsiveness Scale (SRS-2; Constantino, 2005) è stata somministrata al fine di valutare i sintomi associati al disturbo dello spettro autistico, come i comportamenti ripetitivi e stereotipati. In questo caso, è stato chiesto ai genitori di compilare la suddetta scala. Ulteriormente, mediante la seconda edizione dell’Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS-2; Lord et al. 2012) è stata valutata la comunicazione, l’interazione sociale ed i comportamenti ristretti. Infine, con l’obiettivo di analizzare l’aggressività dei partecipanti, è stato chiesto ai genitori di compilare il Reactive-Proactive Agression Questionnaire (RPQ; Raine et al., 2006).

Coerentemente con le aspettative e con gli studi precedenti (Patel et al., 2017), i bambini affetti da un disturbo dello spettro autistico e i bambini con un disturbo del comportamento dirompente hanno mostrato livelli più elevati di ruminazione rabbiosa rispetto ai controlli sani, lasciando intendere la tendenza di questi soggetti ad impegnarsi in modelli disadattivi di regolazione (Mazefsky et al., 2014). I livelli di ruminazione rabbiosa erano però simili tra i gruppi ASD e DB, il che potrebbe suggerire che i due disturbi condividano un meccanismo sottostante di compromissione emotiva. Inoltre, questi risultati supportano l’ipotesi che la ruminazione sia un processo transdiagnostico comune a tutti i disturbi (Aldao et al., 2016). È interessante notare che il sottogruppo ASD/ DB+ ha mostrato maggiori livelli di ruminazione rabbiosa rispetto al sottogruppo ASD/DB-, il che è coerente con gli studi condotti su popolazioni con sviluppo tipico, che indicano che vi sia una maggior tendenza alla ruminazione rabbiosa nei giovani con disturbi del comportamento dirompente (Harmon et al., 2017). Infine, i risultati hanno mostrato che alti livelli di ruminazione rabbiosa erano associati a maggiori comportamenti ristretti e ripetitivi nei bambini affetti da un disturbo dello spettro autistico, rispetto agli infanti con sviluppo tipico. Anche in questo caso, i risultati si sono dimostrati coerenti con gli studi precedenti che avevano riportato una prova preliminare dell’associazione tra la ruminazione rabbiosa e i sintomi tipici del disturbo dello spettro autistico, come la perseveranza o l’eccessiva aderenza alla ripetitività (Pugliese et al., 2015). Queste scoperte sono degne di nota in quanto lasciano intendere che i comportamenti stereotipati e la rigidità del pensiero che caratterizzano i soggetti affetti da un disturbo dello spettro autistico potrebbero predisporli al meccanismo della ruminazione, determinando una maggiore difficoltà a disimpegnarsi da questa tipologia di pensieri perseveranti (Mazefsky et al., 2012). Purtroppo, data la natura correlazionale dello studio in questione, direzionalità e causalità non possono essere dedotte da queste associazioni. Pertanto, studi futuri dovranno fornire una migliore comprensione circa l’effetto della ruminazione nel disturbo dello spettro autistico, affinché si possano sviluppare nuovi interventi clinici che consentano di migliorare il funzionamento globale di questi pazienti.

 

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