Anche i paradigmi teorici che considerano la maggior parte delle azioni come governate da impulsi automatici e inconsci riconoscono che la coscienza possa avere una certa influenza tale da interrompere o prevenire azioni fortemente automatizzate (Baumeister, Masicampo & Vohs, 2011). Occorre una premessa: l’impatto di componenti neurochimiche o basate sulla relazione di attaccamento o sul condizionamento comportamentale su risposte automatizzate o coscienti non è escluso. Tuttavia l’interesse principale è come processi automatici e coscienti interagiscono nel governare il comportamento.
Nei precedenti articoli abbiamo esplorato diverse sfaccettature del rapporto tra coscienza e controllo del comportamento. In conclusione possiamo ipotizzare di essere dotati di un libero arbitrio limitato, inteso come capacità di fare scelte indipendentemente da pensieri, emozioni, genetica, traumi, tratti di personalità e tutto il resto.
Elementi prossimali che possono ridurre questo processo di libera scelta sono: convinzioni sull’ incontrollabilità delle nostre reazioni, basso livello di consapevolezza (l’attenzione è altrove), alto carico cognitivo, scopi irrealistici circa l’assenza di pensieri ed emozioni negative come requisito per la libera decisione, utilizzo di strategie controproducenti per decidere come rimuginio e soppressione dei pensieri.
Quali di questi aspetti sia più o meno rilevante resta ancora da stabilire, ma proprio mentre concludo questa piccola serie di riflessioni mi capita di pescare un articolo interessante che mi era sfuggito e che vale la pena di essere menzionato.
Gli Autori (Job, Dweck & Walton, 2010), in una serie di brillanti studi sperimentali, mostrano come le teorie degli esseri umani sulla propria forza di volontà moderino gli effetti di esaurimento delle risorse cognitive. Persone che hanno convinzioni metacognitive positive sulla disponibilità di libero arbitrio (es. anche dopo un lavoro estenuante puoi ancora regolare tranquillamente il tuo comportamento) erano meno sensibili agli effetti negativi degli sforzi di autoregolazione precedente su quelli successivi.
Insomma, più siamo convinti di aver potere sui nostri impulsi, meno le nostre risorse cognitive si esauriscono sotto sforzo. Se pensiamo che la nostra mente sia ormai vittima della storia o della genetica e che non possiamo cambiare allora, senza volerlo, rischiamo di rinunciare a ottimizzare l’espressione del nostro libero arbitrio.
Coscienza & Comportamento:
3 – I comportamenti impulsivi e disregolati derivano da una scelta volontaria?
4 – Come le convinzioni sul controllo influenzano il comportamento – Coscienza e comportamento
5 – Autocontrollo: la sottile linea rossa tra libero arbitrio e automatismi comportamentali
7 – Libero arbitrio: quali elementi riducono il processo di libera scelta? – Coscienza e comportamento