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Magia & Superstizioni – Tribolazioni Nr. 22 – Rubrica di Psicologia

Per muoversi nel mondo si creano rappresentazioni mentali di esso. Manipolare rappresentazioni mentali fa meno male che manipolare oggetti concreti.

Di Roberto Lorenzini

Pubblicato il 15 Gen. 2014

Aggiornato il 08 Nov. 2024 15:11

Come le rappresentazioni mentali guidano le azioni

LEGGI L’INTRODUZIONE ALLA MONOGRAFIA

Magia – Per muoversi con successo in questo mondo concreto, inconsapevole e sordo ai desideri dei suoi intelligenti abitanti  si creano delle rappresentazioni mentali di esso. Tali rappresentazioni hanno soprattutto lo scopo di consentire simulazioni mentali di ciò che avverrà quando le azioni verranno messe in atto. E’ dunque un meccanismo di prevenzione e sicurezza. Manipolare rappresentazioni mentali fa meno male che manipolare oggetti concreti.

Gli umani vivono in un mondo concreto che esplorano con i loro sensi ma che ha una esistenza autonoma non modellabile dai loro desideri. Con ciò intendo che i muri restano impenetrabili anche se vorremmo passarci attraverso e si oppongono con fermezza ad ogni tentativo in proposito. Per muoversi con successo in questo mondo concreto, inconsapevole e sordo ai desideri dei suoi intelligenti abitanti si creano delle rappresentazioni mentali di esso.

Tali rappresentazioni hanno soprattutto lo scopo di consentire simulazioni mentali (si veda l’articolo “Ci penso io”) di ciò che avverrà quando le azioni verranno messe in atto. La mente funziona dunque come un simulatore per fare esperienza senza rischiare troppo e poter aggiustare progressivamente il tiro prima di scendere effettivamente in campo. E’ dunque un meccanismo di prevenzione e sicurezza. Manipolare rappresentazioni mentali fa meno male che manipolare oggetti concreti.

Sembra esserci una regola implicita inversa secondo la quale ci aspettiamo che “se c’è una rappresentazione debba esistere necessariamente un corrispondente oggetto nel mondo reale”. Per questo tante volte immaginare qualcosa e darle un nome equivale a crearla.  Anche le rappresentazioni mentali possono essere oggetto di ulteriori rappresentazioni che si chiamano meta rappresentazioni. Ho l’idea di avere l’idea di una data cosa. So di avere una vita mentale (Flavell 1988; Semerari 1991,1996,1999).

Il rischio di confondere realtà e mondo delle rappresentazioni

Molte persone incorrono in tribolazioni perché hanno troppo labili e permeabili i confini tra mondo reale e mondo delle rappresentazioni. Il mondo reale è solido, concreto. I suoi cambiamenti sono descritti dalla fisica e gli agenti efficienti su di esso debbono essere altrettanto concreti. Non vi agiscono i desideri, le paure e tutti i tipi di rappresentazioni o di stati mentali. Nel mondo interno delle rappresentazioni al contrario tutti gli stati mentali possono essere agenti efficaci gli uni sugli altri. I desideri e le credenze influenzano la percezione e le valutazioni.

Le valutazioni determinano le emozioni e viceversa. Qui sono gli oggetti concreti a non avere influenza. Se questa distinzione tra i due mondi paralleli ma non separati non viene mantenuta si creano due ordini di problemi a seconda di quale sia il verso in cui l’osmosi si ritiene erratamente possibile.

Il più consueto errore è quello che attribuisce una attività diretta del mondo reale sul mondo interno. Si pensa che ciò che avviene nella propria mente, i propri stati d’animo, siano direttamente generati dal mondo reale. Ora è vero che il mondo reale ha una importante influenza ma essa è sempre necessariamente mediata da una rappresentazione ed è solo quest’ultima ad essere importante. Per le emozioni, non conta come le cose stiano effettivamente ma come si crede che stiano.

Al contrario per gli effetti sul mondo reale non conta come crediamo che le cose stiano ma come stanno realmente. Il possibile danno insito in questo tipo di errore è di investire tempo e risorse nel tentativo di modificare il mondo reale senza modificare la rappresentazione che se ne ha. Come esempio in ambito clinico viene in mente l’anoressia o la dismorfofobia.

La sofferenza è causata da una rappresentazione errata circa il proprio corpo che nonostante i tentativi di modificarla con interventi sul corpo stesso resta immutata. Si agisce sul mondo esterno mentre l’inerzia da modificare è quella delle rappresentazioni. E’ ovvio che i tentativi di cambiare il mondo interno agendo esclusivamente sull’esterno siano inefficaci e costituiscano un inutile dispendio.

L’errore opposto è meno frequente ma persino peggiore. Consiste nella presunta influenza del mondo  interno su quello esterno. Lo si ritrova nel campo della psicopatologia nelle ossessioni (Mancini 1997) e nelle psicosi.  Nella vita di tutti i giorni nella superstizione e nel pensiero magico sottostante alla creduloneria negli oroscopi e in molte pratiche terapeutiche alternative di gran moda. Sarebbe facile liquidare tutto ciò come un desueto retaggio medievale se non avesse dolorosi e pericolosi risvolti che vado ad elencare.

Quali conseguenze?

Ritenere che se una cosa non è rappresentata nella mente allora non esista conduce ad evitare di prendere conoscenza di  situazioni temute spiacevoli cui si potrebbe porre rimedio. Per questo molti preferiscono non sapere e non fanno controlli medici quasi che il male fosse causato dalla consapevolezza di averlo. Così si precludono la possibilità di un intervento precoce. Su analogo meccanismo si fonda l’auitoinganno che porta a credere nella fedeltà del proprio partner nonostante le prove contrarie siano sotto gli occhi di tutti. Si resta in attesa di “pause di riflessione”“tempi per ritrovare sé stessi” e “momenti di crisi” a cui non si vuol dare la corporeità di un nome e un cognome.

Altri al contrario pensano che se qualcosa è rappresentato nella mente dovrà verificarsi anche nella realtà e che le cose tenderanno ad andare secondo i loro desideri. Si impegnano soprattutto nell’attività desiderante piuttosto che di modificazione delle condizioni esterne. La preghiera ne costituisce un esempio paradigmatico. Tutto ciò può essere consolatorio e non apparire dannoso a meno che si sostituisca e tolga energie all’agire concreto per produrre modificazioni nel reale.

Un ulteriore guaio generatore di tribolazione è attribuibile ad un pensiero primitivo che considera concrete ed esistenti  cose che non lo sono. Ad esempio la fortuna è diversa da una torta. Sembra evidente. Ma molti si comportano come se non lo fosse. Sono coloro che si sentono in colpa quando hanno avuto una fortuna perché sincronicamente pensano di averla sottratta ai vicini. Questo ragionamento primitivo è alla base del cosiddetto “senso di colpa del sopravvissuto” (Mancini 1997). Ragiona allo stesso modo coloro che hanno paura del sopraggiungere di disgrazie che arrivino dopo un periodo di buona sorte e magari per questo si autolimitano nei successi. Ritengono che la loro dose di fortuna si esaurisca. Invece non c’è nessun motivo per cui non continui a piovere sul bagnato. Si potrebbe anzi argomentare che il successo è un facilitatore di ulteriori successi e viceversa. Paura e colpa sono il prezzo da pagare  per chi considera come fossero concrete cose che pur avendo un nome non lo sono.

La distinzione tra mondo mentale e mondo reale va continuamente riaffermata anche nella vita quotidiana. L’attribuzione di caratteristiche umane agli oggetti è frequente anche tra i cosidetti “sani”. Abbiamo un insensata tendenza ad attribuire stati intenzionali agli oggetti ed a riferire a noi stessi gli eventi. Potremmo definire ciò come un ipertrofia della teoria della mente  associata ad un delirietto q.b. di riferimento. Si consideri il caso a tutti noto della cucitrice che finisce i punti proprio mentre stiamo completando il lavoro e mancano solo pochi fogli.

Quasi tutti attribuiscono alla macchinetta una intenzionalità maligna di sabotaggio. Proviamo a ragionare senza invocare elfi e folletti. E’ evidente che ci avvediamo che i punti sono esauriti solo quando stiamo usando la cucitrice che non ci chiama nel bel mezzo della notte per avvertirci  dell’ esaurimento. E’ altresì chiaro che come in una roulette russa più il lavoro procede più diventa probabile che i punti si esauriscano. Ad ogni punto dato aumenta matematicamente la probabilità che il prossimo non ci sia. Forse in un mondo meno popolato di spiritelli ci sentiremmo più soli ma è così che stanno le cose.

Astrologia e superstizione: perché il pensiero magico resiste nel mondo moderno

A proposito di pensiero magico e della sua strisciante presenza nella vita quotidiana va segnalato l’incredibile sopravvivenza dell’astrologia. E’ assolutamente noto che le costellazioni non esistano. Le stelle che ai nostri occhi le compongono sono distantissime tra loro e su piani diversi per cui il fatto che a noi appaiano disegnare una figura non ha alcun significato astrofisico e nessuna relazione sussiste tra loro. Cionondimeno moltissime persone, apparentemente dotate di capacità di intendere e di volere, al mattino rallentano le operazioni in  corso (che sia la rasatura o la scelta della gonna giusta) per non allontanarsi dalla radio che dispensa previsioni e consigli astrali, così è fatta la natura dell’uomo e quale  sia il vantaggio evolutivo di tanta ingenua creduloneria è mistero cui meriterebbe dedicare studio.

Ciò che lascia stupiti è piuttosto il non proliferare di ulteriori segni zodiacali e il non moltiplicarsi degli astrologi, soprattutto in tempo di crisi economica. Quando la specie homo sapiens si estinguerà, quella successiva al comando dell’evoluzione (probabilmente tuberose al silicio monocellulari) si interrogherà a lungo sui reperti archeologici della nostra buffa civiltà e cercherà una nuova stele di Rosetta per dare un senso ai libri, ritrovati in una grotta sotterranea dell’ex Europa centrale che raccoglieranno frasi del tipo:

  • Granchio: non indietreggiate di fronte alle difficoltà, la vostra determinazione sarà premiata, o lo saranno i vostri predatori.
  • Istrice: non sempre gli altri hanno intenzioni ostili, ma non fidatevi comunque
  • Camaleonte: la vostra forza è sapervi adattare
  • Coniglio: ricordatevi che Don Abbondio è campato a lungo ed è questo che alla fine stabilisce chi abbia ragione.
  • Mestolo: una minestra riscaldata è peggio di una pastasciutta appena fatta.
  • Bicchiere: smettetela di sentirvi mezzo vuoto.
  • Orso: prima o poi il pic nic degli altri finirà e sarà il vostro momento, intanto grattatevi la schiena e sappiate aspettare.
  • Eremita: a volte state troppo sulle vostre.
  • Iceberg: gli altri vi giudicano freddi.
  • Volpe: siate astuti e non lasciatevi ingannare.
  • Salice: non vi scoraggiate quando vi sembra che le cose si mettano male.
  • Ippopotamo: sarà ora di badare alla dieta.
  • A queste caratteristiche di base tipiche del carattere di ogni segno, si aggiungevano una serie di consigli che nella nostra passata civiltà giunta all’apice dell’espressione democratica ognuno sceglieva a proprio piacimento:
  • Non fermarti alle apparenze.
  • Sii determinato.
  • Capisci bene cos’è che vuoi.
  • Sappi chiedere aiuto.
  • Abbi pazienza.
  • Non rinunciare.
  • Fatti valere.
  • Guarda a ciò che hai.
  • Renditi conto di ciò che è fuori dalla tua portata.
  • Non ti scoraggiare.
  • Non ti illudere.
  • Consulta sempre il parere delle stelle.

Tuttora accanto alla astrologia sopravvivono pratiche divinatorie medievali che continuano ad avere successo e che qualsiasi persona con un po’ di esperienza di vita può praticare facilmente. Ai colleghi presumibili lettori di queste pagine voglio dire che nel caso vi troviate in mancanza di utenza potrete mettere insieme il pranzo con la cena leggendo il futuro oppure la mano. Scegliete un posto buono dove sia intenso il passaggio e selezionate quel momento del giorno come il tardo pomeriggio e l’inizio  della sera che intenerisce il cuore e rincoglionisce l’intelletto.

Come fare fortuna

Ecco alcune istruzioni per fare la vostra fortuna.

In primo luogo abbiate un aria un po’ sognante, guardate oltre la persona che avete di fronte con lo sguardo tipico degli psicotici e dite alcune di queste amenità a scelta, lasciandovi poi guidare dalla reazione dell’altro (non per nulla siete psicologi). L’aspetto più difficile ed anche il più importante è naturalmente non ridere, ma l’allenamento aiuta:

  • Lei ha dato più di quello che ha ricevuto
  • Ha sofferto molto
  • Lei non è come tutti gli altri
  • Ha sempre avuto grandi sogni e ideali
  • In alcuni momenti credeva di non farcela
  • Molto spesso gli altri non la capiscono
  • La sua vita è stata imprevedibile
  • Crede di meritare più di ciò che ha avuto
  • Per lei l’amicizia è un valore importante
  • Non sopporta le ingiustizie
  • Non si arrende facilmente
  • E’ sicuro che prima o poi le cose cambieranno

…appena incassato il compenso andatevene e cambiate posto ogni sera ad evitare reclami.

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