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Il Pensiero Desiderante in Psicoterapia Cognitiva

Il desiderio è il segnale che manca qualcosa. Il pensiero desiderante è invece una tipica risposta mentale a questa mancanza.

Di Gabriele Caselli

Pubblicato il 17 Lug. 2012

 

il pensiero desiderante in psicoterapia cognitiva. - Immagine: © beermedia - Fotolia.comIl desiderio è il segnale che manca qualcosa. Il pensiero desiderante è invece una tipica risposta mentale a questa mancanza. Si tratta di orientare pensiero e attenzione verso tutto ciò che potrebbe essere collegato all’oggetto del desiderio sia nella realtà circostante che nella nostra immaginazione.

Il pensiero desiderante è una forma di pensiero concreto (Caselli & Spada, 2011) tipico degli agiti compulsivi e apparentemente incontrollati (Watkins, 2011). Ha una natura sensoriale e dettagliata. 

Il pensiero desiderante permette di immaginare in anticipo, prefigurare le sensazioni percettivo-motorie che accompagnano un atto in qualche modo piacevole.

Questa anticipazione sostiene la motivazione ad agire e l’attenzione orientata verso l’obiettivo. Ma il pensiero desiderante è anche una facoltà di pianificazione a breve termine, definisce in modo chiaro ciò che l’organismo può fare per raggiungere il suo obiettivo, quali ostacoli deve superare, come può muoversi per cercare il target (es: ripercorrere le mappe conosciute per individuare la tabaccheria più vicina quando abbiamo finito le sigarette). 

Il pensiero desiderante è quindi un pensiero concreto (how). Spesso anche su questo giornale si sono evidenziati i limiti di uno stile di pensiero troppo astratto (es: rimuginio e ruminazione ).  Ma anche il pensiero concreto può avere i suoi limiti poiché sostiene un attivazione fisiologica intensa (craving), aumenta il senso di deprivazione, impedisce una pianificazione accurata che contempli il rinvio della gratificazione e soprattutto un’organizzazione astratta di priorità nella gerarchia dei propri scopi personali.

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Il processo del pensiero desiderante in psicoterapia cognitiva mostra punti in comune e significative differenze con i concetti di ossessione, pensieri automatici, rimuginio e ruminazione.

Le ossessioni sono pensieri, dubbi, immagini o impulsi ricorrenti o persistenti e vissute come invasive e inappropriate e che provocano una marcata sofferenza emotiva. Le ossessioni sono intrusioni mentali giudicate negativamente mentre il pensiero desiderante è un’elaborazione mentale prolungata e volontaria.

Allo stesso modo, i pensieri automatici sono eventi mentali che sorgono nella coscienza indipendentemente dalla volontà dell’individuo. Possono avere la forma di una frase o di un immagine che le persone colgono improvvisamente nel proprio spazio mentale. Possono essere l’origine attivante del pensiero desiderante ma non sono pensiero desiderante.

Rimuginio e ruminazione sono stili di pensiero volontari e perseveranti.

In questo senso sono simili al pensiero desiderante. Tuttavia quest’ultimo pare distinguersi per:

(1) una natura concreta (Watkins, 2011)

(2) maggior presenza di immagini

(3) una valenza che non si limita alle emozioni negative

(4) un fuoco attentivo che si sposta dall’interno all’esterno ma rimane ristretto a stimoli connessi con il target del desiderio.

Il pensiero desiderante si differenzia dal grandiose fantasizing che rappresenta la tendenza a indugiare su fantasie grandiose piacevoli. Il pensiero desiderante non guarda alla vetta grandiosa ma ai prossimi passi necessari per ottenere rapidamente la soddisfazione della mancanza.

Infine, il pensiero desiderante è diverso dal mind wandering, dove la mente viene catturata da stimoli interni, scollegati dal contesto percepito nel presente e che non richiedono uno sforzo cognitivo volontario.

La distinzione tra pensiero desiderante e altri processi cognitivi è ancora all’inizio ma può segnare delle prospettive interessanti nel comprendere la poliedrica e ambigua natura del desiderio umano.

 

 

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Gabriele Caselli
Gabriele Caselli

Direttore scientifico Gruppo Studi Cognitivi, Professore di Psicologia Clinica presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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