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Le anomalie cerebrali correlate all’ADHD sarebbero osservabili già in età prescolare

Numerose ricerche hanno indagato l'impatto del Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattività (ADHD) sullo sviluppo cerebrale dei bambini. Un recente studio ha dimostrato la presenza di anomalie nella struttura cerebrale già in età prescolare, coerentemente con le prime manifestazioni sintomatiche del disturbo.

Di Martina Bandera

Pubblicato il 11 Apr. 2018

Lo studio, finanziato dal National Institutes of Health (NIH) americano e pubblicato sul Journal of International Neuropsychological Society, rappresenta il primo esame completo del volume cerebrale dei bambini prescolari con Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattività (ADHD) e potrebbe aiutare a determinare nuovi modi per prevedere i bambini più a rischio di sviluppare il disturbo.

 

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/ Iperattività o ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è uno tra i disturbi più comuni diagnosticati durante la prima infanzia. Ad oggi, gli studi di valutazione dello sviluppo cerebrale strutturale nei bambini affetti hanno esaminato soggetti in età scolare, nonostante i sintomi si osservino anche in età prescolare.
Utilizzando la risonanza magnetica (RM) ad alta risoluzione e le misure cognitive e comportamentali, i ricercatori del Kennedy Krieger Institute hanno osservato lo sviluppo cerebrale di 90 bambini di età compresa tra i 4 e i 5 anni. I bambini facenti parte del campione sono stati selezionati con cura per consentire una miglior comprensione dei meccanismi cerebrali associati all’insorgenza del disturbo. Un’ulteriore sfida era rappresentata dalla strumentazione scelta: l’utilizzo della risonanza magnetica con questi bambini è complicato perché richiede l’immobilità per un periodo di tempo relativamente lungo. Per ovviare al problema i piccoli partecipanti sono stati sottoposti a una procedura di desensibilizzazione comportamentale personalizzata in cui si utilizzava uno scanner fittizio per preparare i bambini alle scansioni vere; con queste sessioni di preparazione l’efficienza del trial clinico è stato quasi del 90%.

I risultati indicano che le anomalie a livello della struttura cerebrale possono essere evidenti già nelle prime fasi dello sviluppo, in particolar modo si è osservato che i bambini in età prescolare con ADHD mostrano un volume cerebrale significativamente ridotto in più regioni della corteccia cerebrale, inclusi i lobi frontali, temporali e parietali, regioni tipicamente coinvolte nel controllo cognitivo e comportamentale.
Le evidenze trovate rappresentano la prima fase di uno studio longitudinale che seguirà i bambini fino in adolescenza con l’obiettivo di prevedere i soggetti che svilupperanno con più probabilità il disturbo nel corso degli anni.

Mark Mahone, autore principale dello studio ha affermato: Lo studio conferma che l’ ADHD è una condizione che presenta manifestazioni a livello sia fisico che cognitivo. La nostra aspirazione è quella di riuscire a riconoscere i primi sintomi, cerebrali e comportamentali, maggiormente associati al disturbo e perché no, identificare gli aspetti dello sviluppo precoce che possono condurre a miglioramenti. Comprendere ciò che accade nel cervello può portare a creare interventi mirati e preventivi nei bambini piccoli per ridurre gli esiti negativi o addirittura invertire il corso di questa condizione.

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