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Il valore delle lacrime: l’esempio di Inside out

La tristezza è un'emozione che spesso cerchiamo di non sentire e di nascondere ma è anche attraverso quest'emozione che si raggiunge l'equilibrio psichico. 

Di Michele Facci

Pubblicato il 01 Feb. 2016

Aggiornato il 10 Ott. 2019 12:38

L’aspetto più educativo del film è sicuramente il ruolo di Tristezza, emozione che spesso cerchiamo di non sentire, di non ascoltare, di nascondere tra un lavoro e l’altro, di soffocare riempiendoci la vita di impegni o immergendoci in un videogioco o un Social network.

 

Arriva in questi giorni sulle principali PayTv il film Inside out della Pixar Animation Studios, dopo il suo debutto al cinema dello scorso autunno. Un’occasione per riscoprire le nostre emozioni grazie a un capolavoro dell’animazione digitale. Il film in qualche modo richiama la nota serie “Siamo fatti così – Esplorando il Corpo Umano” ma è focalizzato sul funzionamento della nostra mente, e in particolare delle emozioni e dei ricordi. Le emozioni sono rappresentate con dei personaggi come Gioia, Rabbia e Paura, i ricordi invece assumono la forma di sfere che portano il colore delle relative emozioni.

Nel film viene illustrata la mente come un luogo misterioso e molto vasto, dove gli abitanti stessi – le emozioni – non ne conoscono il funzionamento ma lo scoprono con il passare degli anni. L’universo della mente della protagonista, una bambina di nome Riley, ha un centro di controllo, il Quartiere Generale, dove vivono le emozioni; alcune aree dove si sviluppa la personalità della bambina grazie a quelli che vengono definiti “ricordi base”; le aree della memoria a lungo termine dove i ricordi vengono archiviati e infine, l’oblio, rappresentato come una sorta di discarica dove si perdono i ricordi. Si potrebbe pensare che la Pixar abbia in qualche modo semplificato o banalizzato la mente umana ma in realtà ciò che avviene nel nostro cervello è in effetti molto più simile alle vicende del film di quanto possiamo immaginare.

La storia di Riley si sviluppa attorno ad un’infanzia felice, quasi perfetta, dove le emozioni come paura, rabbia e soprattutto tristezza vengono messe in secondo piano dal personaggio Gioia, la quale è impegnata a rendere le giornate della bambina sempre perfette. Crescendo, in particolare in concomitanza con il trasloco della famiglia in una nuova casa, Gioia si rende però conto che non è più possibile tenere a bada le altre emozioni, nonostante quindi i suoi tentativi di circoscrivere Tristezza, i ricordi si mescolano e non diventano più solo perfettamente gioiosi, permettendo alla bambina di scoprire cosa si prova ad essere tristi.

Ciò che viene spiegato nel film è che è grazie alla tristezza, molto spesso, che possiamo scoprire la gioia, per dirlo con Gibran: [blockquote style=”1″]Quanto più in fondo vi scava il dolore, tanta più gioia voi potrete contenere.[/blockquote] (Gibran, 2014).

Il film è estremamente educativo, adatto a tutte le età, spiega come la vita sia una continua interazione tra emozioni e tra persone ma anche tra passato, presente e futuro; il tutto si mescola creando la meravigliosa avventura della vita umana.

L’aspetto più educativo del film è sicuramente il ruolo di Tristezza, emozione che spesso cerchiamo di non sentire, di non ascoltare, di nascondere tra un lavoro e l’altro, di soffocare riempiendoci la vita di impegni o immergendoci in un videogioco o un Social network. Ci sembra che la tristezza non debba esserci, riusciamo a tollerarla sempre meno, ne abbiamo paura. In realtà però, il benessere e l’equilibrio psicofisico può nascere solo dalla corretta interazione tra le emozioni, permettendoci di soffermarci su ognuna di esse, dandoci qualche volta anche l’occasione di stare in silenzio, spegnendo TV, smartphone e computer senza paura, ascoltando il suono delle nostre emozioni, accogliendo anche la tristezza. In questo modo impareremo a gestire i momenti difficili senza cadere nell’ansia, senza perdere il controllo, accettando e comprendendo che tutte le nostre emozioni hanno un ruolo e un senso nella nostra mente. Ecco allora il valore delle lacrime, che hanno il fascino di poter essere figlie sia di Gioia che di Tristezza, hanno la capacità di farci sentire sollevati aiutandoci a non tenerci tutto dentro.

Un consiglio va quindi a genitori, educatori e insegnanti: non impedite loro di essere tristi, non riempite la loro vita di impegni, educateli anche al silenzio, all’attesa, all’ascolto di se stessi, del proprio corpo e delle proprie emozioni, solo così potranno crescere sereni e in equilibrio.

 

PER SAPERNE DI PIU’:

Su State of Mind avevamo parlato della valenza psicoeducativa di Inside Out e di come il film utilizzi la teoria cognitiva della mente per spiegare le funzioni delle emozioni. Successivamente ci siamo concentrati sull’importanza della memoria e dei ricordi in Inside Out  e della valenza positiva della tristezza. Abbiamo inoltre analizzato Inside Out e il suo utilizzo come homework in psicoterapia- psicoeducazione. E’ stato pubblicato, infine, un articolo su come, grazie al film Disney, l’educazione emotiva abbia raggiunto il grande schermo (NdR).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Gibran K. (2014). Il Profeta. Garzanti: Milano.
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