expand_lessAPRI WIDGET

ConsapevolMente

Di Irene Giardini

Pubblicato il 20 Dic. 2011

 

Consapevolmente © Subbotina Anna - Fotolia.comOrmai sono numerosi gli studi sull’efficacia della mindfulness e della meditazione nel trattamento di ansia, depressione, insonnia, dolore cronico e stress. Tuttavia molto spesso, anche se si conosce il razionale tecnico della pratica, si fatica ad applicarla con costanza… Ma come mai? Credo che possa essere interessante passare in rassegna gli ostacoli che si trovano nella quotidianità della pratica. Sicuramente tra le difficoltà più comuni troviamo: il rimuginio, la pigrizia, il torpore, la non motivazione (Pagliaro).

Tipici segni del lavorio mentale sono, da un lato la tendenza a distrarsi che porta continuamente l’attenzione su altre cose,dall’altro l’eccitazione mentale che impedisce alla mente di stabilizzarsi. La pigrizia funziona come un rallentatore della pratica o in alcuni casi arriva ad interrompere l’esperienza stessa. La pigrizia si fa spazio tra la frenesia dell’organizzazione della giornata, la fatica a sbrigare ogni giorno i mille impegni in agenda (il lavoro, la spesa e i figli da prendere a scuola) e il poco tempo che ognuno di noi dedica a prendersi cura di sé. Il torpore, perdita di lucidità mentale, è uno stato che spesso porta all’addormentamento; alle volte è dovuto ad un eccesso di stanchezza in questi casi è meglio lasciarsi andare, cercando di recuperare il sonno perso e praticare successivamente.La mancanza di motivazione spesso nasce quando la pratica non ha risposto alle aspettative, quando i risultati ottenuti non sono quelli sperati.

E allora che fare?

Per combattere la mancanza di motivazione è necessario ridare fiducia a quello che si sta facendo, magari discutendone con il terapeuta che vi ha introdotto alla pratica meditativa, magari osservando l’esperienza fatta e valorizzando ad oggi quelli che sono stati gli aspetti positivi. Il torpore non sempre è un segnale negativo e alle volte indica semplicemente la mancanza di sonno. Tuttavia, una tecnica da utilizzare potrebbe essere quella di controllare che il capo non sia nella pratica troppo piegato in avanti. Per quanto riguarda la pigrizia è importante ancorarsi alla motivazione per la pratica che deve trovare la forza nella conoscenza di ciò che si sta facendo e degli effetti benefici che questo può avere. E infine, per il lavorio mentale, il rimedio più efficace è il riportare continuamente l’attenzione sull’osservazione del respiro.

Di seguito le indicazioni per una pratica di consapevolezza:

Bere il tè

1.Fai bollire un pentolino d’acqua.

2.Prendi una bustina di tè o un filtro e riempilo di foglie di tè e mettilo in una tazza.

3.Versaci sopra l’acqua bollente e riempi la tazza.

4.Lascia riposare l’infusione

Osserva l’acqua cambiare colore. Mentre la versi sopra le foglie di tè, l’acqua pian piano prenderà un leggero colore verde, rosso, marrone a seconda del tè che hai scelto. Presto diventerà ancora più scura. Aspetta qualche minuto, lascia riposare e poi rimuovi il filtro. Guarda il colore del tè e su un foglio annota cosa non avevi notato prima del colore del tè e del suo profumo.

Adesso metti le mani attorno alla tazza calda. Ti sei mai soffermato a sentire una tazza di tè? È calda o bollente? Prendi nota delle tue sensazioni, nota la temperatura. Ora porta la tazza alle labbra, senti il vapore che ti accarezza il volto, annusa il tè. Aspira lungamente, il 90% del gusto è controllato dal naso. Ora bevine un sorso, scotta? È troppo caldo? Oppure è piacevolmente caldo? Annota la tua esperienza, cerca la consapevolezza delle tue sensazioni in ogni istante.

Anche se non ti piace il tè, prova questo esercizio ricordandoti che non possiamo applicare la pratica della “consapevolezza del presente” solo nei momenti di piacere ma occorre imparare a praticare anche nelle esperienze spiacevoli, così da poter esperire realmente un evento per quello che semplicemente è.

Buona tazza di tè!

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Hayes, S., Smith, S. (2011). Smetti di soffrire e inizia a vivere. Impara a superare il dolore emotivo, a liberarti dai pensieri negativi e vivi una vita che vale la pena di vivere, Franco Angeli.
  • Pagliaro, G.M. (2004). Mente meditazione e benessere. Medicina tibetana e psicologia clinica. Tecniche nuove.
Si parla di:
Categorie
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel