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Didattica

La didattica è la scienza dell’apprendimento e dell’insegnamento; riguarda l’apprendimento in ogni forma possibile e l’insegnamento a qualsiasi livello

Sezione a cura di Anna Boccaccio

Aggiornato il 3 mar. 2025

Che cosa è la didattica

Secondo Edward W. Dolch, docente e ricercatore pionieristico di fine Ottocento nel campo dell’educazione alla lettura, la didattica è la scienza dell’apprendimento e dell’insegnamento in generale. Riguarda l’apprendimento in ogni forma possibile e l’insegnamento a qualsiasi livello (Zierer & Seel, 2012). La didattica punta alla comprensione di come l’insegnamento conduca all’apprendimento e si fonda su scienze e discipline quali la linguistica, l’epistemologia, la psicologia e la pedagogia (Sarré & Whyte, 2016).

Origine del termine “didattica”

La parola “didattica” deriva dal greco “διδάσκειν” (didáskein), che significa insegnamento. L’uso del termine didattica in senso scientifico deriva dalla tradizione tedesca, avviata attorno al diciassettesimo secolo, di teorizzare l’apprendimento e l’insegnamento scolastico (Arnold, 2012). Nel 1612, infatti, il pedagogista tedesco Wolfgang Ratke presentò un programma di riforma del sistema scolastico, il cosiddetto Frankfurter Memorial (Kansanen, 2002). A quei tempi la didattica era principalmente conosciuta come l’arte dell’insegnamento. Per Giovanni Amos Comenio, ovvero Jan Komensky, teologo e pedagogista ceco, la didattica costituiva l’arte di insegnare tutto a tutti (Uljens, 1997). Comenio scrisse la Didactica Magna nel 1657, aspettandosi che l’introduzione sia di un nuovo metodo sia di sistemi didattici più efficaci avrebbe reso possibile insegnare a tutti tutto (omnes omnia) in modo rapido ed esteso. 

Differenze tra didattica e pedagogia

Sebbene nel linguaggio corrente siano usati come sinonimi, tradizione teorica e filoni di ricerca diffusi in Europa continentale hanno segnato una linea di demarcazione tra i concetti di didattica e pedagogia. Secondo Whyte e Sarré (2017), a differenza della didattica che è orientata alla conoscenza, la pedagogia è orientata al processo dell’insegnamento e riguarda le strategie, i metodi e le varie tecniche associate all’insegnamento e all’istruzione. La pedagogia si riferisce anche alla capacità di un insegnante di abbinare fondamenti o concetti teorici con metodi pratici di trasferimento delle conoscenze, tenendo conto di problemi legati alla lingua, o rispondendo e adattandosi alle strategie di apprendimento dei propri studenti.

Infine, la didattica è incentrata sull’insegnante e basata sulla somma di conoscenze teoriche ed esperienza pratica. Al contrario, la pedagogia è più incentrata sullo studente, poiché l’insegnamento deve essere adattato per rispondere alla complessità delle esigenze dei discenti.

Concetti di base della didattica

Il triangolo didattico

Ogni processo di insegnamento e apprendimento, a qualunque livello, sono caratterizzati da tre fattori di base: insegnante, alunno e contenuto/conoscenza. Tali fattori interagiscono reciprocamente tra loro, formando il cosiddetto triangolo didattico (Houssaye, 1996). È la relazione tra i poli del triangolo didattico che determina la situazione di apprendimento. Secondo Philippe Meirieu, l’equilibrio tra questi poli nei processi di pianificazione e svolgimento della didattica può arginare tre rischi particolari (Mezaini & Khemmad, 2022):

  • deriva del curriculum: un processo in cui le esperienze di apprendimento contenute in un curriculum di studi non corrispondono al programma specifico associato ai risultati desiderati;
  • deriva demiurgica: l’insegnante si concentra su se stesso come insegnante e unica fonte di conoscenza; 
  • deriva psicologica: l’insegnante si concentra totalmente sull’allievo e trascura le altre due componenti.

Il contratto didattico

Secondo Brousseau (1997), la didattica si fonda su un contratto didattico, costituito da un insieme di regole, per lo più implicite, che uniscono docente e discenti in relazione a un dato elemento di conoscenza. Insegnante e alunni sono uniti da una serie di obblighi e impegni che generano aspettative in ogni attore coinvolto nel processo didattico: l’insegnante si aspetta particolari risposte e comportamenti da parte degli alunni (ad esempio, partecipazione e rispetto dei ruoli); viceversa, gli alunni sviluppano aspettative specifiche nei riguardi del docente (ad esempio, preparazione, disponibilità e professionalità).

La trasposizione didattica

Per trasposizione didattica si intende quel processo in cui un contenuto, un oggetto o un elemento di conoscenza viene modificato per essere adattato all’insegnamento, a un livello meno tecnico e accessibile anche a studenti non specializzati. La nozione di trasposizione didattica è stata introdotta nel campo della didattica matematica da Yves Chevallard (1985; 1992; 2005) e comporta una serie di fasi in cui la conoscenza scientifica viene progressivamente adattata al livello degli studenti. Questa conoscenza può essere modellata in base agli obiettivi del curriculum di studi e sia gli autori dei libri scolastici che gli insegnanti stessi sono coinvolti in questo processo, rendendo la conoscenza utile per gli studenti. Quando si desidera trasporre un corpus di conoscenze dal suo contesto originale alla scuola, si dovrebbe svolgere un lavoro specifico per rendere questa conoscenza insegnabile, significativa e utile (Chevallard & Bosch, 2013). Si distinguono infatti tre tipi di conoscenza:

  • Conoscenza accademica (detta Savoir Savant, sapere sapiente), determinata dal fatto che i contesti in cui si costruisce la conoscenza accademica non sono simili ai contesti degli studenti (scuola o altre situazioni educative) (Fensham, 2002);
  • Conoscenza da insegnare (Savoir à Enseigner, sapere da insegnare): è quella che si trova nei programmi di studio e nei libri di testo ed è derivata dalla conoscenza scientifica.  È una conoscenza meno ampia, selezionata al fine di servire gli obiettivi di un progetto educativo;
  • Conoscenza appresa (Savoir Enseigné): ciò che è effettivamente diffuso dagli insegnanti e dagli studenti e trae il suo contenuto da curricula e libri di testo. 

Tipologie di didattica

Esiste una Didattica Generale che rappresenta un corpo unificato di tecniche e metodologie riguardanti l’insegnamento e l’apprendimento, che possono essere applicate in tutte le diverse discipline. Inoltre, le tipologie di didattica si distinguono in modo specifico per ogni materia (ad esempio, didattica delle scienze, didattica delle lingue, didattica della storia, didattica della lettura ecc).

Didattica inclusiva

La Dichiarazione di Salamanca, adottata e approvata dalla Conferenza mondiale dell’UNESCO nel 1994, ha stabilito il principio fondamentale dell’inclusione a scuola: “Tutti i bambini dovrebbero imparare insieme, ove possibile, indipendentemente da qualsiasi difficoltà o differenza possano avere. Le scuole inclusive devono riconoscere e rispondere alle diverse esigenze dei loro studenti, in particolare quelle degli studenti aventi bisogni educativi speciali”. 

La didattica inclusiva va oltre il supporto a gruppi specifici tramite un insieme discontinuo di politiche e interventi. Al contrario, l’insegnamento, l’apprendimento e la valutazione sono progettati e forniti tenendo conto delle diverse esigenze di apprendimento degli studenti fin dall’inizio. In questo modo si punta a migliorare l’esperienza formativa di tutti gli studenti, offrendo a tutti pari opportunità di partecipare al processo di apprendimento e raggiungere il proprio pieno potenziale scolastico.

In questa ottica, la didattica dovrebbe prendere in considerazione fattori strettamente individuali degli studenti, quali motivazione, identità culturale, punti di forza e di debolezza nelle capacità di apprendimento, mantenendo tra i discenti la consapevolezza della diversità e incorporando tale diversità nel curriculum di studi.

Apprendistato cognitivo e ruolo dell’insegnante

L’apprendistato cognitivo è un modello di progettazione didattica, emerso a partire dalla teoria dell’apprendimento situato, secondo cui l’apprendimento può avvenire solo se l’allievo è inserito in un contesto reale di stimoli e interazioni, legati alle attività umane. Attraverso l’interazione sociale gli studenti possono diventare parte di una “comunità di pratica“, con determinate convinzioni, conoscenze e comportamenti da acquisire (Lave & Wenger, 1990; 2006). L’apprendistato cognitivo vede l’apprendimento come un’esperienza guidata da un esperto. In tale prospettiva, gli insegnanti possono svolgere un ruolo decisivo nel guidare gli studenti attraverso varie modalità di apprendimento:

  • modellamento, gli studenti apprendono osservando un esperto. In generale, il modellamento può essere comportamentale (apprendimento di un’abilità motoria tramite imitazione) o cognitiva (modellamento di un processo decisionale osservando il ragionamento di un esperto)
  • coaching, l’insegnante offre consigli, suggerimenti, descrizioni verbali, assistenza, rinforzi, esercizi e spiegazioni agli studenti che cercano di svolgere il compito
  • scaffolding, in cui il docente supporta gli studenti quando ne hanno bisogno, per poi rimuovere gradualmente il suo supporto
  • articolazione, l’insegnante incoraggia gli studenti a verbalizzare le proprie conoscenze e il proprio pensiero
  • riflessione, l’insegnante incoraggia gli studenti a confrontare i propri modi di risolvere i problemi con quelli degli altri
  • esplorazione, in cui l’insegnante incoraggia gli studenti a porre e risolvere problemi.

Metodologie didattiche innovative

Le metodologie didattiche innovative comprendono pratiche, tecniche e strategie impiegate dai docenti per favorire un apprendimento autonomo, flessibile e motivato negli studenti. Si tratta di metodologie “innovative” in quanto offrono un’alternativa alla didattica frontale tradizionale e si fondano su evidenze di ricerca nel campo della pedagogia, della psicologia e delle neuroscienze, per fornire esperienze coinvolgenti e personalizzate. Tra queste troviamo:

  • circle time, gli studenti siedono a cerchio con l’insegnante e condividono opinioni ed esperienze. Il circle time può migliorare le relazioni nel gruppo, il senso di comunità e l’autocontrollo comportamentale;
  • cooperative learning, prevede che gli studenti lavorino insieme in piccoli gruppi per raggiungere obiettivi condivisi o portare a termine compiti di gruppo; è riconosciuto come una strategia in grado di promuovere socializzazione e apprendimento;
  • dibattito, aiuta gli studenti a cercare, organizzare e presentare le proprie idee su un argomento importante, preparandosi per una discussione formale;
  • didattica digitale integrata, si serve di dispositivi tecnologici e piattaforme digitali per compiere approfondimenti su un tema, facilitare la didattica a distanza in modalità e-learning;
  • storytelling, l’apprendimento è strutturato attorno a una narrazione o una storia raccontata, scritta, recitata, filmata ecc;
  • game based learning, sfrutta il gioco fisico, online, individuale o di gruppo per supportare e motivare l’apprendimento;
  • jigsaw (o puzzle), una strategia di apprendimento collaborativo che chiede a gruppi di studenti di diventare esperti su diversi aspetti di un argomento e poi condividere quanto appreso con i compagni di classe.
Bibliografia

  • Arnold, KH. (2012). Didactics, Didactic Models and Learning. In: Seel, N.M. (eds) Encyclopedia of the Sciences of Learning. Springer, Boston, MA. 
  • Chevallard, Y. (1985). La Transposition Didactique. Du savoir savant au savoir enseigne´, 2nd edn 1991, La Pensée sauvage, Grenoble.
  • Chevallard, Y. (1992). A theoretical approach to curricula.J Math 13(2/3):215
  • Chevallard, Y. (2005, 3rd edition). The didactic transposition: from wise knowledge to taught knowledge.
  • Chevallard, Y., & Bosch, M. (2013). Didactic transposition in mathematics education.In S. Lerman (Ed.), Encyclopedia of Mathematics Education. Berlin: Springer.
  • Kansanen, P. (2002). Didactics and Its Relation to Educational Psychology: Problems in Translating a Key Concept across Research Communities. International Review of Education / Internationale Zeitschrift Für Erziehungswissenschaft / Revue Internationale de l’Education, 48(6), 427–441. 
  • Lave J., Wenger E. (1990). Situated Learning: Legitimate Peripheral Participation, Cambridge University Press.
  • Lave J., Wenger E. (2006). L’apprendimento situato, Dall’osservazione alla partecipazione attiva nei contesti sociali, Erickson.
  • Mezaini, D. & Khemmad, M. (2022). Didactics : an overview on the key concepts. Journal of El Hikma for philosophical studies. Volume: 10 / N°: (2), p. 1041-1049
  • Sarré,  C., &  Whyte, S.  (2016). Research  in ESP  teaching and  learning in  French  higher education:  developing the  construct of  ESP didactics.  ASp, 69, 139-1164.
  • Uljens, M. (1997). School Didactics and Learning. A school didactic model framing an analysis of pedagogical implications of learning theory. Psychology Press
  • Whyte, S. & Sarré, C. (2017). Introduction to new developments in ESP teaching and learning research. 
  • Zierer, K., Seel, N.M.  (2012). General Didactics and Instructional Design: eyes like twins A transatlantic dialogue about similarities and differences, about the past and the future of two sciences of learning and teaching. SpringerPlus 1, 15. 

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