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Strategie e Tecniche per leggere ad alta voce a scuola (2022) di Batini, Giusti – Recensione

Il testo mira a favorire la lettura a alta voce coniugando le potenzialità creative e rielaborative della lettura e la costruzione di un pensiero collettivo

Di Marta Rebecca Farsi

Pubblicato il 16 Nov. 2022

“Leggere forte!” è un progetto attentamente studiato, negli obiettivi, nei contenuti, nelle modalità operative, e la sua realizzazione è stata preceduta da un lavoro di indagine specifica, che ha coinvolto un variegato panel di esperti, a testimonianza della multidirezionalità del progetto.

 

I benefici di un approccio precoce alla lettura, da attuare già prima dell’accesso scolastico, risultano numerosi e validati. Un’introduzione tempestiva in questo senso, oltre a stimolare specifiche competenze coinvolte nella funzione di conversione grafema-fonema, estende i propri effetti potenzianti in una prospettiva variegata e multidimensionale. In particolare, dal punto di vista cognitivo, i benefici di una lettura precoce comportano il rafforzamento dell’intelligenza astratta, del pensiero analitico, delle capacità di critica e problem solving. Ma anche l’aspetto socio-emotivo risulta ampiamente giovato da un’alfabetizzazione anticipata, soprattutto nel consolidamento di dimensioni quali regolazione emotiva, empatia, prosocialità, consapevolezza del Sé e del Sé con l’altro, mentalizzazione.

Gli istituti scolastici si stanno attivando da tempo per rendere questo obiettivo raggiungibile, sostenibile e in grado di consentire risultati consolidabili sul lungo termine. E La Regione Toscana ha raccolto tra le prime la sfida, mettendo in atto un progetto attraverso il quale istituire l’ora quotidiana di lettura, un esercizio creativo organizzato all’interno del contesto e dell’orario scolastico con frequenza giornaliera.

Addentriamoci nel progetto: leggere forte!

Il testo costituisce la prosecuzione di una prima parte –pubblicata da Franco Angeli nel 2021– che proponeva 27 suggerimenti di lettura ad alta voce rivolti ad insegnanti della scuola frequentata da bambini da 0 a 6 anni. In questo caso i destinatari sono invece i docenti delle scuole di primo e secondo ciclo, frequentate da ragazzi dai 6 ai 19 anni.

“Leggere forte!” è il titolo evocativo dato al progetto, per evidenziarne esplicitamente lo scopo: favorire la diffusione della lettura a voce alta, una tecnica in grado di coniugare le potenzialità creative e rielaborative della lettura, con la costruzione di un pensiero collettivo generato all’interno di un contesto gruppale-collaborativo.

Il modello operativo si distingue per linearità: l’insegnante dà lettura di un testo ritenuto idoneo per stile e contenuto, e dopo averlo esposto ad un gruppo di allievi ascoltatori, lo rende oggetto di discussioni critico-rielaborative. Ma a fronte di questa apparente semplicità organizzativa, fa da riscontro un grado di strutturazione assolutamente solido e dettagliato.

“Leggere forte!” è un progetto attentamente studiato, negli obiettivi, nei contenuti, nelle modalità operative, e la sua realizzazione è stata preceduta da un lavoro di indagine specifica, che ha coinvolto un variegato panel di esperti, a testimonianza della multidirezionalità del progetto: da quello clinico a quello didattico, da quello pedagogico a quello sociale. Non da ultimo, quello politico burocratico, dato come la presentazione del progetto sia stata affidata al Presidente della Regione, Eugenio Giani, che ne sancisce formalmente l’utilità e l’efficacia, auspicandone la diffusione.

La struttura del progetto

Il testo privilegia la descrizione sistematica del progetto, scegliendo di suddividerne gli aspetti teorico-pratici in tre domini fondamentali, differenti per contenuti, protagonisti ed obiettivi:

  • il primo, denominato “Preparazione”, vede il ruolo centrale e pressoché esclusivo del docente, ed è finalizzato alla scelta e alla preparazione del testo da leggere in classe (6 suggerimenti);
  • il secondo, dal nome “Azione!” Descrive le fasi della lettura e l’ascolto attivo degli ascoltatori, che qui entrano in scena per la prima volta (8 suggerimenti);
  • l’ultima parte, intitolata “Dopo la lettura”, vede la posizione del docente farsi più periferica, per lasciare spazio a quello che costituisce uno dei principali obiettivi del progetto: rendere la lettura non soltanto un esercizio di conversione grafema-fonema automatizzabile, ma uno stimolo direzionante in grado di creare le fila di un pensiero collettivo che coniuga teoria e pratica, fantasia e realismo, esercizio e divertimento (2 suggerimento).

Preparazione

La scelta del testo

Il docente deve prestare attenzione alle caratteristiche della classe che farà da pubblico, valutandone le possibilità e le risorse cognitive, ma anche le propensioni e gli interessi individuali. Il fine principale è quello di scegliere un testo che si mostri coerente con entrambi questi aspetti, in modo da non violare le rispettive zone prossimali degli allievi (ad esempio con un testo troppo complicato) e da non suscitare cadute attentive o motivazionali degli stessi (ad esempio con un testo poco coinvolgente o non in linea con le preferenze della classe).

La lettura e l’interpretazione

Per evitare la neutralizzazione degli spunti motivazionali inseriti all’interno del testo, la lettura del docente non può affidarsi a uno stile frettoloso e superficiale. Non a caso il progetto fa riferimento a una regia del testo, nel tentativo esplicito di equiparare la lettura alla drammatizzazione di un copione teatrale. E in un certo senso è di questo che si tratta, dato come il docente viene esortato a curare la lettura non solo dal punto di vista contenutistico, ma anche sotto l’aspetto stilistico-prosodico, nella consapevolezza di quanto quest’ultimo possa mostrarsi in grado di attivare e gestire il panorama emotivo dell’ascoltatore.

Sarà dunque necessario  gestire sapientemente pause, punteggiature, intonazioni, modulazioni vocali che potranno agevolare l’identificazione dei nodi narrativi salienti dei personaggi principali, dei nessi associativi, delle frasi alle quali è necessario dare maggior risalto.

Il lettore deve allenarsi all’ascolto della propria voce, comprendendone le caratteristiche, le inflessioni, gli aspetti di ritmo e intonazione, per enfatizzarne il ruolo di canale comunicativo e relazionale. Per questo si consiglia, nel progetto, la registrazione preventiva della lettura attraverso l’utilizzo di nastri magnetici o informatici che ne consentano la riproduzione successiva, in una prospettiva autocritica e correttiva. Per aggiustare il tiro, insomma, validando i punti di forza ed eliminando le criticità. Come ogni bravo regista prima del ciak. Con questi piccoli accorgimenti la lettura diverrà un evento carico di emotività palpitante, e il testo, da un insieme di strutture sintattiche poste le une accanto alle altre, si trasformerà in un oggetto vivificato, una materia pulsante e autentica con la quale identificarsi empaticamente.

Azione!

E finalmente giungiamo al ciak, si gira. Dopo tanta preparazione la lettura ha inizio.

8 consigli pratici, dettati al fine specifico di costruire un contesto di ascolto interattivo e dinamico, in cui gli ascoltatori non siano ricettori passivi di contenuti altrettanto statici, ma co-costruttori di un significato che emerge gradualmente dal testo, parola dopo parola, e viene ogni volta deciso, rimodellato, vissuto sulla base delle intenzionalità comuni.

Neppure il lettore deve limitare il proprio ruolo a quello di referente di dati semantici: l’affascinante concetto di lettura dialogica lascia presagire la costruzione di un contesto in cui lettore e pubblico interagiscono continuamente, creando un flusso emotivo reciprocante che, dalle pagine del testo, penetra le rispettive profondità emotive per venirne preziosamente arricchito.

Il modello di lettura dialogata ha l’ulteriore merito di abolire le gerarchie di ruolo, per ammettere soltanto spazi condivisi: dunque l’insegnante, per quanto conduttore della sessione di lettura, non avrà il monopolio assoluto e insindacabile della stessa.

In conformità al concetto di un ascolto empatico egli dovrà interagire continuamente con il pubblico, cercandone e stimolandone i feedback, impliciti o espliciti, lasciando spazio a domande, commenti e critiche. Ben venga se queste giungono da sole, come frutto di un ascolto partecipante e propositivo. Ma nel caso in cui l’interazione degli ascoltatori si mostri più titubante, l’insegnante dovrà comunque elicitarne la presenza attraverso proposte, appelli, spunti, incentivi salienti e tuttavia mai saturi, al fine di non coartare la capacità immaginativa e di impedirne lo spunto creativo.

Prendendo spunto dall’intreccio narrativo il docente potrà chiedere agli allievi di costruire connessioni con testi già letti, favorendo l’identificazione di punti chiave e divergenze nella trattazione dei temi. E perché no, si può scandagliare il contenuto esperienziale di ciascuno, chiedendo agli ascoltatori se prima di allora si erano mai trovati in una situazione simile a quella riferita dal testo. Una self disclosure favorirà l’enfatizzazione del vissuto empatico, eserciterà la memoria autobiografica e favorirà il processo di identificazione, indispensabile alla creazione di un pensiero collettivo.

Dopo la lettura

Siamo arrivati al termine: dopo la fase della lettura dialogata e dell’ascolto attivo, la presenza del lettore sfuma gradatamente, per lasciare il posto a quella degli ascoltatori, i cui rispettivi spazi creativi possono iniziare a muoversi liberamente, sulla base delle linee guida fornite dal testo. Al docente resta il compito di mantenere una buona rotta, per impedire il sopraggiungere di una creatività fuorviante o inadeguata rispetto al nucleo tematico principale. Via dunque a discussioni e tavole rotonde condotti sulla base delle tematiche e degli spunti narrativi indicati dal testo, che ciascuno degli allievi è chiamato ad interiorizzare in una prospettiva trasformativo-produttiva.

Il progetto ricorda come la discussione finale non debba essere svolta soltanto attraverso il linguaggio verbale, essendo al contrario preferibile il ricorso ad attività da condurre in contesti gruppali, ad esempio laboratori artistici, scrittura creativa, narrazione esperienziale, disegno. La lettura va dunque agita, oltre che verbalizzata. E si costruisce con il fare, l’operare insieme nel rispetto dell’altro.

Per questo è necessario favorire la lettura di più testi, magari focalizzati sul medesimo argomento, al fine di incoraggiare il consolidamento di un pensiero divergente, capace di costruire un’ampia varietà di punti di vista, la formazione di un framing di giudizio integrativo, e dunque sempre pronto all’accoglienza assimilativa di contenuti divergenti dal proprio.

Sfruttare la potenzialità polisemica della lettura consente di creare un contesto percettivo differenziato, in cui il fattore emotivo-immaginativo svolge un ruolo attivante e continuamente rinnovabile proprio perché mai predeterminato, ma costruito sulla base delle singole individualità. Al contempo, inserire un aspetto empatico nell’ascolto aiuta a potenziare lo sviluppo di capacità mentalizzanti, trasmettendo agli ascoltatori uno spunto motivazionale che muove e pro-muove processi di accoglimento del Sé e del Sé con l’altro.

A tal proposito, il progetto di lettura ad alta voce sostiene la biodiversità, intesa come la capacità di stimolare nell’allievo un pensiero collaborante e collaborativo, costruito in un contesto scolastico altrettanto democratico, tramite l’assimilazione integrata di punti di vista, storie di vita, contenuti esperienziali diversi dal proprio e il continuo confronto con il nuovo, lo sconosciuto, il non-noto.

Questa propensione alla conoscenza integrativa del diverso da Sé potrà avvenire attraverso una spinta motivazionale alla ricerca che va sempre stimolata, nell’allievo, anche attraverso la creazione di vere e proprie biblioteche di classe, in cui far convergere i testi più vari e variegati, per contenuti e prospettive. Le aule devono trasformarsi in laboratori di pensiero, flessibile e adattivo, “Cantieri aperti in cui è possibile esprimere opinioni che, confrontate con quelle degli altri e del docente, divengono opinioni cittadine di cittadini democratici” (p. 119).

Il senso del progetto

“Leggere: forte!” è un progetto che trascende le caratteristiche più canoniche della lettura a voce alta. Ciò che sembra emergere dalla presentazione è invece un obiettivo cre-attivo, in cui ogni singola risorsa dell’ascoltatore viene posta al servizio di un intento trasformativo, capace di creare un vissuto emotivo reciprocante da interiorizzare e condividere.

Il progetto tradisce una natura fascinosamente poietica, ove con questo termine si intende la possibilità di creare con il fare e nel fare, lasciando che sia il contenuto delle singole attività collaborative a stabilire di volta in volta gli obiettivi da raggiungere.

Demiurghi di questo avventuroso processo sono da una parte gli allievi, con il loro ascolto partecipativo empatico e dialogante, e dall’altra il docente, che nel suo ruolo di guida direzionante riesce a creare un contesto percettivo, saturo di emozioni non saturate, in cui la creatività è l’unica certezza.

Tra i molteplici messaggi che il progetto si incarica di trasmettere, l’importanza di dar vita a un contesto scolastico in cui la lettura non sia soltanto un obiettivo didattico si mostra il principale.

L’auspicio è che il progetto incontri una diffusione attuativa sempre maggiore. In Toscana, come nel resto del territorio nazionale.

Un consiglio, una promessa, una sfida. Leggere ad alta voce, è un progetto promosso a pieni voti.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Batini, F., Giusti, S. (2022). Strategie e Tecniche per leggere ad alta voce a scuola. 16 suggerimenti per insegnanti del primo e del secondo ciclo. Franco Angeli.
  • Batini, F., Giusti, S. (2021). Tecniche per la lettura ad alta voce. 27 suggerimenti per la fascia 0-6 ANNI. Franco Angeli.
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