Cosa è il rimuginio?
Il rimuginio è uno stile di pensiero negativo, ripetitivo e perseverante nella mente; è un fenomeno mentale che moltissime persone hanno sperimentato almeno in qualche situazione o in qualche fase di vita. Per altri il rimuginio tende ad essere una modalità di pensiero che rappresenta una costante e che si attiva con elevata frequenza e si accompagna (così come mantiene) stati emotivi negativi e sintomi ansiosi.
Vediamo la definizione precisa di rimuginio:
Il rimuginio è costituito da una forma di pensiero ripetitivo di tipo verbale e astratto, privo di dettagli e seguito, in molti casi dalla focalizzazione visiva di immagini relative ai possibili scenari di carattere negativo e ansiogeni. Il rimuginio è caratterizzato dalla ripetitività del pensiero.
Il rimuginio consuma e cattura tutte le nostre risorse attentive, in alcuni casi isolandoci nella nostra mente, completamente assorta nei contenuti negativi.
Cosa pensano del rimuginio i rimuginatori?
Le persone che rimuginano molto riferiscono che è molto difficile smettere di farlo e spesso percepiscono come incontrollabile questa forma di pensiero.
Alcuni rimuginatori sono fermamente convinti che rimuginare possa aiutarli a prepararsi per affrontare ed essere emotivamente pronti a situazioni che temono: se penso e ripenso a possibili scenari – anche catastrofici- su quanto andrà male la mia presentazione in un meeting, sarò in grado di affrontarla meglio. La convinzione che sostiene il rimuginio è che rimuginare mi aiuta ad affrontare le difficoltà.
In realtà, queste sono credenze illusorie e disfunzionali che mantengono la persona in uno stato emotivo negativo persistente, implicando peraltro una scarsa fiducia nella propria capacità di affrontare le svariate situazioni che potrebbero accadere, nel momento in cui realmente si verificano e di tollerarne le emozioni.
Il rimuginio NON è Problem-solving
E’ molto frequente che il rimuginio si attivi quando abbiamo situazioni complesse da risolvere, che magari ci tolgono anche un buon sonno ristoratore; nel mezzo della notte o la mattina presto ci si sveglia e ci si ritrova a rimuginare sul problema.
Alcune persone pensano che attivare e mantenere il rimuginio sia un modo per trovare soluzioni a situazioni problematiche. In altre parole, “Rimuginare mi aiuta a trovare soluzioni mentalmente”, come recita una domanda di un questionario utilizzato nella pratica clinica per indagare le credenze metacognitive, ovvero ciò che l’individuo pensa del suo stesso rimuginio.
In realtà vi sono differenze tra rimuginio e problem-solving. Generalmente rimuginando non emergono soluzioni chiare e piani concreti, ma spesso si amplificano scenari negativi; in secondo luogo, il rimuginio fa pagare un caro prezzo, ovvero quella logorante fatica emotiva e psicofisica che accompagna il pensiero perseverante e scarsamente creativo. Si pensa troppo e in un modo non efficace.
D’altro canto, il problem solving è un processo di pensiero prospettico (ci immaginiamo possibili soluzioni da applicare a un problema) applicabile a una situazione problematica che richiede una soluzione non immediatamente disponibile (Mancinelli, 2020). La ricerca della soluzione di un problema può essere perseguita attraverso strategie formalizzate e strutturate.
Un esempio classico di strategia strutturata di problem solving consiste in un processo caratterizzato da diverse fasi (Mosconi e D’Urso, 1973):
- identificazione del problema: si definisce in modo specifico la situazione problematica senza pensare subito alle possibili soluzioni;
- raccogliere e organizzare le informazioni: per ipotizzare opzioni di soluzione può essere necessario raccogliere informazioni e dati;
- individuare possibili soluzioni: si ricercano e si elencano tutte le possibili soluzioni in modo sistematico (resistendo all’impulso di valutarle già in questa fase);
- valutazione e scelta della possibile soluzione tra le diverse opzioni elencate, esaminandone i pro e i contro;
- attuazione e verifica di un piano per rendere operativa la soluzione scelta.
Il processo del problem solving può essere definito entro specifici confini spazio-temporali, che vuol dire che posso decidere di dedicare uno specifico arco temporale entro la mia giornata per pensare e riflettere in modo strutturato a una situazione problematica, mettendo nero su bianco i diversi punti sopra esposti.
In questo caso, la persona decide di dedicare tempo al problem solving. Invece, spesso nel caso del rimuginio, la persona non decide intenzionalmente di iniziare a rimuginare, ma quasi ci si ritrova in automatico coinvolta; da qui l’idea fuorviante che sia un processo incontrollabile. In realtà, è possibile smettere di rimuginare, diventandone consapevoli attraverso diverse strategie cognitivo-attentive e di regolazione emotiva.
Il pensiero è utile se ben direzionato e se non assume la forma di un processo ripetitivo e disfunzionale, carico di previsioni ed emozioni negative. Questo è possibile orientando il focus della nostra attenzione e lasciando andare l’idea che rimuginare in modo perseverante in ogni angolo della giornata, e persino durante la notte, possa esserci di aiuto per identificare possibili soluzioni.