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Buoni propositi per il nuovo anno: imparare a porsi dei buoni propositi

Quali aspetti rendono concretizzabili i buoni propositi che ci riproponiamo di solito con l'inizio del nuovo anno?

Di Marina Morgese

Pubblicato il 29 Dic. 2023

L’effetto del nuovo inizio

“Anno nuovo, vita nuova!”. Un modo originale per iniziare un articolo sui buoni propositi! (per il 2024 mi riprometto di essere più originale!). Eppure tutti prima o poi ci siamo ritrovati a pronunciare queste 4 parole. Hanno un po’ l’effetto calmante del “Non ci sono più le mezze stagioni, eh?” quando ti trovi in ascensore col taciturno dirimpettaio: che ne sappiamo dell’anno che verrà e di ciò che ne sarà di noi? Meglio iniziarlo nel conforto dei luoghi comuni!

Tuttavia in quelle parole, date spesso per scontate, si nasconde un curioso fenomeno psicologico: gli studiosi parlano di “effetto del nuovo inizio” (Dai, Milkman e Riis, 2014) proprio per indicare la tendenza delle persone a cambiare qualcosa della loro vita partendo da una tappa temporale, che sia dunque l’inizio di una nuova settimana (da lunedì a dieta!”), il rientro dalle vacanze estive (da settembre mi iscrivo in palestra”) o l’inizio del nuovo anno (anno nuovo, vita nuova” per l’appunto!), ecco spiegato perché a inizio anno siamo tutti ben predisposti verso i buoni propositi

I buoni propositi più diffusi

Sebbene gli studi sull’argomento non siano numerosi, tutte le ricerche disponibili hanno ottenuto risultati simili per quanto riguarda le categorie di buoni propositi più comuni. Ecco la classifica:

  • Prendersi cura della propria salute fisica
  • Coltivare migliori relazioni interpersonali 
  • Investire nella crescita personale 
  • Ottenere migliori risultati accademici

Purtroppo, però, non sempre riusciamo a portarli a termine come sperato. Secondo i dati raccolti da Norcross e Vangarelli (1989) attraverso delle misurazioni follow-up (quindi effettuate a distanza di tempo dall’inizio dello studio), a una settimana dall’inizio del nuovo anno il 77% dei partecipanti mantiene i propri propositi; il numero scende al 55% dopo un mese, al 43% dopo tre mesi, al 40% dopo sei mesi e appena al 19% al follow-up di due anni. 

Ecco perché la necessità di capire quali aspetti rendono concretizzabili i buoni propositi: se ci poniamo l’obiettivo di migliorare la nostra salute fisica e la nostra vita relazionale e professionale, perché gettare subito la spugna? Perché non capire invece come portare a termine i nostri obiettivi? Vediamo insieme quali trucchetti, sempre secondo i ricercatori, dovremmo adottare per darci dei buoni propositi realmente efficaci. 

Come rendere i buoni propositi realizzabili?

Alcuni studi sull’argomento mettono in luce quali sono le caratteristiche che i nostri buoni propositi dovrebbero avere per far sì che siano più facilmente realizzabili. Uno studio di Oscarsson e colleghi (2020), condotto su più di mille partecipanti (seguiti dal momento dei buoni propositi fino a un anno dopo), ad esempio, fornisce alcuni importanti suggerimenti a riguardo.

Trovare qualcuno che ci aiuti

“Sei davvero indipendente quando impari ad accettare l’aiuto degli altri” (Kara Danvers, Supergirl).

Nominare una persona specifica che possa sostenerci durante tutto l’anno sembra il primo elemento che rende concretizzabile un obiettivo. Occhio, ovviamente, a scegliere la persona giusta: se ci poniamo l’obiettivo di smettere di fumare, non farà certo bene nominare come sostenitore il nostro amico che si accende una sigaretta mentre ci dice di resistere alle tentazioni!

Ascoltare gli esperti

Raccogliere indicazioni fornite dagli esperti su come superare ostacoli, battute d’arresto e ricadute, su come ritrovare la motivazione e cambiare i pensieri negativi è risultato un altro aspetto utile a realizzare i buoni propositi. Informazioni, istruzioni ed esercizi potrebbero infatti influenzare le nostre probabilità di successo.

Evitare di evitare

I partecipanti con obiettivi orientati all’azione hanno avuto molto più successo nel realizzare i propositi per il nuovo anno rispetto a quelli con obiettivi orientati all’evitamento.

Cosa significa? Che porsi obiettivi che spingono a tenerci alla larga da qualcosa è meno efficace del porsi obiettivi orientati al fare qualcosa. Trasformiamo quindi i propositi formulati in negativo, come ad es. “Non mangerò più cibi grassi” o “Non passerò più tante ore sui social”, in propositi positivi quali “Mangerò più verdura e proteine” oppure “Mi iscriverò a quel corso di spagnolo online”.

Concedersi delle ricompense

I risultati di un altro studio condotto da Norcross e Vangarelli (1989) hanno messo in luce che i partecipanti che si sono concessi dei momenti di auto-ricompensa hanno ottenuto tassi di successo maggiori nel raggiungere i buoni propositi stabiliti a inizio anno. Non bisogna quindi aspettare di raggiungere completamente un obiettivo per premiarci, possiamo concederci delle ricompense anche mentre ci stiamo impegnando per raggiungerlo!

Adottare questi suggerimenti aumenterebbe il successo nel raggiungimento dei nostri obiettivi: secondo i risultati dello studio di Oscarsson e colleghi (2020), ad un anno di follow-up il 55% dei partecipanti riesce a raggiungere i propri obiettivi. I partecipanti che si pongono obiettivi orientati all’azione hanno un successo significativamente più alto rispetto a chi si pone obiettivi orientati all’evitamento (58,9% contro 47,1%). Anche il sostegno e la ricerca di informazioni si associano a tassi di successo significativamente più alti.

E se non ho buoni propositi per il nuovo anno?

Dopo tutto questo parlare di buoni propositi, obiettivi e tassi di successo, qualcuno potrebbe chiedersi “Ma se io invece non ho buoni propositi per il nuovo anno, c’è qualcosa che non va in me?”.

In realtà non siamo tutti così aperti ai buoni propositi: i sondaggi statunitensi riportano che il 44% degli individui probabilmente avrà un solo proposito per il nuovo anno (Marist Poll, 2016; 2018). E se il 44% comunque vi sembra cozzare col vostro rifiuto verso i buoni propositi, probabilmente siete solo nati nella parte del mondo sbagliata: gli svedesi sarebbero più scettici nei confronti dei buoni propositi, solo il 12-18% di loro si pone degli obiettivi per il nuovo anno (Kantar Sifo, 2015; 2017).

La risposta alla domanda di qualche riga fa è quindi “Assolutamente no!”, non è detto che si debba iniziare l’anno pieni di buoni propositi, obiettivi e traguardi da raggiungere. Ci sono anni in cui ci sentiamo più motivati e anni in cui invece possiamo esserlo un po’ meno o, semplicemente, non siamo vittime dell’effetto del nuovo inizio e i propositi da raggiungere ci verranno in mente tra qualche mese. E se proprio non dovesse venirvi in mente alcun buon proposito nemmeno nel corso dell’anno, ve ne suggerisco uno: festeggiare il prossimo capodanno in Svezia!

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Oscarsson M, Carlbring P, Andersson G, Rozental A (2020). A large-scale experiment on New Year’s resolutions: Approach-oriented goals are more successful than avoidance-oriented goals. PLOS ONE 15(12): e0234097. 
  • Dai H, Milkman KL, Riis J. The Fresh Start Effect: Temporal Landmarks Motivate Aspirational Behavior. Manage Sci. 2014;60(10):2563–2582.
  • Marist Poll [Internet]. Poughkeepsie: Marist Institute for Public Opinion; c2016. [cited 2017 Aug 12]. Being a Better Person Tops List of 2017 Resolutions. Available here.
  • Marist Poll [Internet]. Poughkeepsie: Marist Institute for Public Opinion; c2018. [cited 2019 Feb 21]. NPR/PBS NewsHour/Marist Poll National Survey Results & Analysis: 2019 & New Year’s Resolutions. Available here.
  • Kantar Sifo [Internet]. Stockholm: Kantar Sifo; c2015. [cited 2017 Aug 13]. Nyårslöfte 2014/2015. Available here. 
  • Kantar Sifo [Internet]. Stockholm: Kantar Sifo; c2017. [cited 2017 Aug 12]. Nyårslöften 2017. Available here. 
  • Norcross JC, Vangarelli DJ. The resolution solution: Longitudinal examination of New Year’s change attempts. J Subst Abuse. 1989;1(2):127–134. 
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