La depressione post-partum dei genitori adottivi
Diventare genitori biologici o adottivi, sebbene rappresenti in genere un avvenimento gioioso, è anche una transizione importante della vita. Molteplici fattori di stress associati al lieto evento possono generare, in alcuni casi, un aumento dell’ansia e un peggioramento dell’umore, sino a giungere a una vera e propria condizione di depressione post-partum. Non solo i genitori biologici, ma anche quelli adottivi possono sperimentare sintomi simili a quelli di una depressione post-partum nei mesi successivi all’adozione.
Ogni percorso di adozione è, infatti, unico e complesso, segnato da innumerevoli sfide e pressioni, sia prima che dopo l’affidamento preadottivo o l’adozione effettiva. I genitori vivono molteplici emozioni, come dolore, perdita, speranza, aspettative, rabbia, paura, senso di colpa, a cui può aggiungersi la frustrazione derivante dallo scarso controllo individuale su una decisione che cambia la vita. Un processo che può durare anni, con un potenziale impatto sulla salute fisica e mentale. Sin dalle prime difficoltà nel periodo dell’affidamento, i potenziali adottanti potrebbero sentirsi già esausti e sorprendersi nel constatare di provare stati emotivi negativi e sconfortanti proprio quando il loro sogno sta per realizzarsi (Anthony et al., 2019).
L’espressione depressione post adozione fu coniata per la prima volta nel 1995 da June Bond, esperta di adozioni, che descrisse nei genitori adottivi sintomi come panico, ansia e depressione. Negli anni, diversi gruppi di ricerca si sono interessati al fenomeno, evidenziando un’incidenza simile o superiore a quella della depressione post-partum. I ricercatori stimano i tassi di depressione post-partum tra il 10 e il 15%, mentre nella depressione post-adozione raggiungono il 26% (Foli et al., 2016).
Sintomi della depressione post adozione
I sintomi della depressione post-adozione in genere si manifestano circa un mese dopo l’arrivo del bambino e la ricerca indica che condividono alcune caratteristiche con la depressione post-partum e con la depressione lieve o moderata, pur presentando alcune peculiarità.
La depressione post adozione si manifesta con un umore costantemente basso o una marcata riduzione della sensazione di piacere, accompagnati da sintomi tra cui:
- a livello emotivo ansia, panico, sentimenti di inadeguatezza, inutilità, sentirsi sopraffatti dalle responsabilità, senso di colpa, bassa autostima, perdita di identità e solitudine
- tra i sintomi fisici dolore e fastidi, problemi gastrointestinali, problemi alla schiena, problemi di sonno, cefalee tensive, mancanza di energia, stanchezza, rallentamento motorio, scarsa concentrazione, smemoratezza, perdita o aumento dell’appetito.
- umore irritabile, disperato o pessimista.
Anche i padri possono soffrire di depressione post-adozione. In uno studio, i padri hanno descritto la loro depressione in termini di rabbia derivante dall’incapacità di risolvere i problemi legati all’adozione, dal sentirsi delusi dagli operatori sociosanitari, dalla mancanza di informazioni sulla storia del bambino e dalla mancanza di supporto. Le madri tendevano a descrivere la loro depressione in termini di sensazione di stanchezza, mancanza di fiducia nel figlio e assenza di un legame reciproco (Foli, 2009).
La depressione post adozione può manifestarsi con rabbia, impotenza e incapacità di gestire le emozioni contrastanti che si stanno vivendo. I genitori possono sentirsi confusi e “colti di sorpresa” da ciò che provano, e persino chiedersi se la decisione di adottare sia stata quella giusta. Un dato comune negli studi e nelle testimonianze riguardanti le adozioni è che la capacità del bambino di affezionarsi e legarsi al genitore possa essere difficile (Brodzinsky et al., 2022). In alcune situazioni di depressione post adozione, potrebbe essere il genitore ad avere difficoltà a legarsi al figlio, soprattutto se l’attaccamento non si instaura immediatamente. È importante per i genitori ricordare che “l’amore a prima vista” con il bambino spesso non è un’aspettativa realistica, e che l’attaccamento può svilupparsi a seguito di un crescente legame che si costruisce attraverso il tempo e le attività dedicate alla conoscenza reciproca.
Depressione post adozione: chi è a rischio?
Alcune ricerche suggeriscono che chi sperimenta i sintomi della depressione post-adozione probabilmente, nella vita, ha vissuto un episodio depressivo in precedenza. Catalizzatore della depressione post-adozione può essere lo stress psicologico associato al percorso di adozione (Senecky et al., 2009).
Caratteristiche particolari del bambino adottato – quali maggiore età, storia di abusi e/o negligenza grave nella famiglia d’origine, ripetuti affidamenti precedenti, bisogni speciali, problemi emotivi e comportamentali – sono associate a livelli più elevati di stress genitoriale e sintomi depressivi (Viana & Welsh, 2010; Judge, 2003). Molti genitori adottivi descrivono di sentirsi impreparati a gestire il comportamento dei propri figli, poco efficaci e competenti, percependo al contempo il proprio figlio come “difficile”. Si tratta, molto spesso, di un’esperienza di vita senza manuali d’istruzioni, a differenza della genitorialità biologica, per la quale esiste un’ampia industria di consigli diffusi su libri, blog, pagine social e tutorial, basati su fonti più o meno attendibili (Brodzinsky, 2015). Questa offerta, in genere, non vale per i genitori adottivi, che possono beneficiare in minor misura di forum, servizi, associazioni del terzo settore e gruppi di supporto online.
Inoltre, prendersi cura di fratelli può comportare un carico maggiore di responsabilità genitoriali e accudimento, così come minore supporto di amici e familiari, deprivazione di sonno e minori occasioni di riposo rappresentano ulteriori fattori di rischio (Foli et al., 2012).
Riformulare le aspettative e supportare le famiglie
Secondo la teoria della depressione post adozione elaborata da Karen Foli, docente presso la Louise Herrington School of Nursing della Baylor University, i sintomi depressivi sperimentati da madri e padri adottivi sarebbero associati ad aspettative non soddisfatte e irrealistiche sull’adozione. Tali aspettative riguardano alcuni temi fondamentali:
- aspettative riguardanti se stessi: Avrò il controllo sull’intero percorso, Riuscirò a essere il miglior genitore del mondo, Sentirò subito che quel bambino mi appartiene;
- aspettative sul bambino: Mio figlio sarà felice tanto quanto lo sono io, Mio figlio risponderà subito e bene al mio modo di essere genitore;
- aspettative verso la famiglia e gli amici: La mia famiglia e i miei amici capiranno che il mio bisogno e la mia motivazione a essere genitore sono gli stessi delle altre persone;
- aspettative verso la società e gli altri in generale: Gli operatori che si occupano di adozione sono lì per darmi un bambino e la possibilità di essere genitore, La società capirà la mia decisione di adottare e rispetterà la mia privacy e i confini della mia famiglia.
La teoria di Foli afferma che le aspettative possono influenzare la corrispondenza tra ciò che un genitore aveva previsto e ciò che viene effettivamente sperimentato: una dissonanza tra questi due piani può causare o contribuire ai sintomi della depressione (Foli, 2010).
Diventare consapevoli delle proprie aspettative, esaminando i processi cognitivi e i pensieri che si nutrono, è il primo passo per arrivare a riformulare tali aspettative e ri-orientare motivazioni e priorità in modo più costruttivo e sano. Realizzare, ad esempio, che alcune tappe del percorso di adozione possono essere al di fuori del proprio controllo, che commettere errori è possibile, nonostante gli sforzi per essere un genitore amorevole, e che la decisione di diventare genitore adottivo e formare una famiglia è una scelta del tutto personale e non richiede un voto di maggioranza, possono essere passaggi di svolta nella riformulazione delle proprie aspettative e richiedere il supporto di un professionista.
La depressione post adozione può risultare un argomento scomodo o persino spaventoso per le famiglie adottive. Alcuni genitori potrebbero addirittura tentare di nascondere le proprie emozioni, per il timore irrazionale che l’iter di adozione possa essere ostacolato o interrotto. Sapere che la depressione post adozione esiste e che altri genitori la sperimentano, può aiutare le famiglie adottive a normalizzare le proprie emozioni, sentirsi meno sole, superare lo stigma e chiedere un aiuto professionale.
Terzo Congresso AIAU ODV ETS
Di queste e di altre sfide connesse all’universo dell’adozione discuterà il 3° Congresso Associazione In Aiuti Umanitari (AIAU) ODV ETS, in collaborazione con CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) e patrocinato dal Comune di Firenze, che avrà luogo sabato 29 Novembre presso Villa Medici a Firenze. Parteciperà al dibattito la dottoressa Sandra Sassaroli, Presidente inTHERAPY e Gruppo Studi Cognitivi, Psichiatra e Psicoterapeuta, dedicando al congresso due speciali focus sul post-adozione e sul pre-adozione.
Il rapporto tra genitori e figli. Le sfide del nostro tempo – 3° Congresso AIAU ODV ETS
