Il fenomeno del sexting
Il sexting consiste nell’inviare foto o video a sfondo erotico tramite app di messaggistica. Il fenomeno ha iniziato a diffondersi quando l’uso degli smartphone è diventato parte della quotidianità. Il sexting è aumentato con il passare del tempo e con l’età, ed è molto più frequente da smartphone che da computer (Madigan et al., 2018). Il sexting è particolarmente diffuso tra i giovani adulti, in particolare tra i 18 e i 26 anni (Benotsch et al., 2012; Dir et al., 2013; Drouin & Landgraff, 2012; Drouin et al., 2013; Gordon-Messer et al., 2012). Inoltre, alcuni studi rivelano che il sexting è una pratica sempre più comune, con una prevalenza che aumenta ogni anno fino al raggiungimento dei 18 anni da parte dei giovani (Madigan et al., 2018). Le aspettative rispetto al sexting cambiano in base al genere: gli uomini tendono ad avere un atteggiamento più positivo, le donne più cauto o negativo (Dir et al., 2013). Le donne riportano anche una maggiore pressione sociale nel fare sexting (Dir et al., 2013). Inoltre, lo status relazionale influenza i comportamenti e le aspettative nei confronti del sexting (Dir et al., 2013). Nelle ragazze, il sexting è stato associato a comportamenti sessuali considerati “rischiosi” (Temple et al., 2012), come rapporti non protetti o possibilità di gravidanze indesiderate.
Gli stili di attaccamento hanno un impatto importante sugli atteggiamenti e sui comportamenti legati al sexting: gli individui con attaccamento ansioso, infatti, hanno maggiori probabilità di praticare il sexting e di vederlo in modo positivo (Weisskirch & Delevi, 2011). Il sexting è associato alla soddisfazione relazionale, sessuale e all’erotofilia (Falconer et al., 2023). La relazione tra sexting, fiducia e identità sessuale è complessa e merita attenzione, anche per le possibili ricadute terapeutiche.
Il sexting può essere una forma di intimità del tutto innocua ed innocente, se avviene in un contesto di fiducia e consenso reciproco. Gli studi mostrano che il sexting è molto diffuso, soprattutto nelle relazioni intime, dove viene usato per cercare connessione e piacere sessuale (Falconer et al., 2023). La fiducia gioca un ruolo significativo: gli smartphone sono percepiti come più affidabili per la condivisione di contenuti intimi, nonostante i potenziali rischi (Zemmels & Khey, 2014).
Conseguenze e problematiche che avvengono con il sexting, il revenge porn
I problemi del sexting avvengono quando mancano fiducia e consenso: in questi casi, si può arrivare anche a situazioni gravi come il “revenge porn”, ovvero la condivisione illegale di materiale erotico o pornografico originariamente creato per un destinatario specifico.
Approssimativamente, circa il 15% degli adulti emergenti ha inviato messaggi sessuali senza consenso (Mori et al., 2020). Diversi studi hanno rilevato che le vittime di revenge porn possono sperimentare ansia, depressione, sintomi di stress post-traumatico e calo dell’autostima (Valerio & Di Giacomo, 2022; Murça et al., 2023). Oltre alle difficoltà psicologiche, le vittime spesso provano emozioni forti e dolorose, come vergogna, rabbia, senso di colpa e, nei casi più gravi, pensieri suicidari (Aborisade, 2021; Bates, 2016; Murça et al., 2023).
Gli atteggiamenti di colpevolizzazione della vittima sono estremamente comuni nei casi di revenge porn, spesso derivanti dal consenso implicito della condivisione iniziale delle immagini (Gavin & Scott, 2019). La percezione della gravità e della responsabilità negli scenari di revenge porn è influenzata dagli stereotipi di genere, dal genere dell’osservatore e dall’esperienza personale di sexting (Scott & Gavin, 2017). Gli uomini di fatto tendono a considerare più gravi i casi in cui il colpevole è dello stesso sesso e la vittima è una donna, evidenziando un doppio standard, nonostante esistano casi in cui un uomo sia vittima di revenge porn o sextortion, gli stessi uomini non mostrano la stessa compassione verso di loro come invece accade per le vittime donne; inoltre, le persone senza esperienza di sexting sono più inclini sia a percepire la situazione come particolarmente grave, sia ad attribuire una maggiore responsabilità alla vittima (Scott & Gavin, 2017).
Molti di questi episodi avvengono perché chi pratica il sexting non è abbastanza informato sui rischi che corre nel mandare foto personali esplicite sull’internet (Ahern, & Mechling, 2013).
Il revenge porn viene talvolta utilizzato come strumento per controllare il partner, esercitare pressione psicologica e imporsi con atteggiamenti punitivi, al fine di ristabilire un presunto ordine nella relazione. Infatti, secondo Eaton et al. (2021), il revenge porn dovrebbe essere visto come una vera e propria forma di violenza domestica. Per analizzare queste dinamiche, gli autori hanno fatto riferimento al modello del “Power and Control Wheel”, uno strumento teorico ampiamente adoperato per comprendere come i perpetratori di violenza domestica mantengano potere e controllo sulle loro vittime attraverso diverse tattiche abusive.
Secondo Eaton (2021), la diffusione non consensuale di contenuti intimi è spesso motivata da intenti punitivi e di vendetta, e colpisce in particolare donne e persone LGBTQ+, che risultano essere le categorie più vulnerabili a questo tipo di abuso. Questo tipo di violenza digitale proprio perché agisce su un piano così personale ed esposto, può avere effetti devastanti sull’identità e sulla salute mentale delle vittime.
L’estorsione sessuale in forma virtuale
Il revenge porn può anche assumere la forma di estorsione, conosciuta come “sextortion”: in questi casi, la persona che minaccia la vittima le chiede altre foto intime o denaro, con la minaccia di diffondere online i contenuti espliciti già in suo possesso (Gámez-Guadix et al., 2022). Le ricerche indicano che la sextortion e il ricatto online hanno conseguenze psicologiche gravi e durature per le vittime. Gli effetti a breve termine includono ansia, stress, preoccupazione e auto-colpevolizzazione (O’Malley, 2023), mentre quelli a lungo termine possono manifestarsi con ansia e depressione persistenti (Fletcher et al., 2024; O’Malley, 2023). Le vittime spesso sperimentano bassa autostima, disperazione, paranoia e perdita di fiducia (Fletcher et al., 2024). Tra le conseguenze, alcuni sviluppano disturbi mentali come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e pensieri suicidari (Blancaflor et al., 2023). Le strategie di coping più comuni includono il parlare con amici di fiducia, prendersi una pausa dai social media o richiedere un supporto specialistico (O’Malley, 2023). Le conseguenze psicologiche e sociali della sextortion compromettono seriamente il benessere mentale e i legami sociali di chi ne è colpito (Eid, 2024). Sebbene molte vittime riferiscano un miglioramento dell’ansia e dell’angoscia nel tempo (O’Malley, 2023), la prevalenza della sextortion è in aumento (Fletcher et al., 2024), evidenziando la necessità di maggiori tutele legali e di misure di sicurezza informatica per combattere questo problema in crescita (Eid, 2024; Blancaflor et al., 2023).
La natura anonima del cyberspazio e la difficoltà di identificare le vittime pongono delle sfide per le forze dell’ordine (Sathyanarayana Rao et al., 2018). I professionisti della salute mentale devono comprendere tali problematiche per poterle affrontare in ambito clinico e forense (Kamal & Newman, 2016).
Consenso e fiducia nel sexting: come condividere contenuti intimi in sicurezza
È fondamentale, perciò, ricordarsi dell’importanza del consenso e della fiducia quando si vuole condividere foto o video intime. Occorre maggiore consapevolezza riguardo la decisione di condividere contenuti intimi online. Una volta inviati, questi materiali possono facilmente uscire dal nostro controllo, anche se cancellati: basta uno screenshot o un salvataggio per renderli potenzialmente permanenti. Tenere a mente questa realtà è fondamentale per proteggere sé stessi e gli altri da rischi seri, sia sul piano psicologico che sociale.