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Accessibilità, efficacia e applicabilità dei trattamenti – La cura per ansia e depressione in Italia: Consensus Conference Nr. 9

Un primo Gruppo di Esperti ha affrontato le questioni di accessibilità, efficacia e applicabilità delle linee guida e delle terapie per ansia e depressione

Di Gloria Angelini

Pubblicato il 01 Set. 2022

Aggiornato il 05 Set. 2022 11:54

Questo numero e i successivi costituiscono una nuova sezione della rubrica, che si concentra sulle domande poste dagli Esperti del Comitato Promotore e Scientifico alla Giuria. Saranno sintetizzate importanti informazioni contenute nella prima parte del documento della Consensus Conference, ovvero la Relazione per la Giuria, e le rispettive raccomandazioni suggerite. 

LA CURA PER ANSIA E DEPRESSIONE IN ITALIA – CONSENSUS CONFERENCE – (Nr. 9) Accessibilità, efficacia e applicabilità dei trattamenti

 

 Il Gruppo di Esperti che si è occupato del Tema A ha affrontato questioni riguardanti l’accessibilità, l’efficacia e l’applicabilità delle linee guida e delle terapie per i disturbi mentali comuni (DMC), come ansia e depressione, in Italia.

Quesito A1: lo stato dell’arte

Qual è lo stato attuale delle conoscenze relativamente all’accesso delle persone con disturbi d’ansia e depressivi alle cure, alle evidenze scientifiche di efficacia teorica e nella pratica, e all’appropriatezza dei trattamenti, psicologici e non dei disturbi d’ansia e depressivi?

Gli studi disponibili, necessari per rispondere a tale quesito, risalgono agli inizi degli anni duemila e delineano purtroppo un quadro non roseo rispetto alla situazione europea e statunitense. Sebbene la maggior parte dei Paesi industrializzati garantisca l’accesso alle cure a tutti coloro che soffrono di disturbi mentali, dai dati emerge che molti pazienti con DMC non si rivolgono ai professionisti del settore né ai servizi sanitari in generale (Bebbington et al., 2000; Kessler et al., 1997; Wang et al., 2005). Inoltre, la porzione di pazienti che vi si rivolge spesso non riceve trattamenti adeguati (Bebbington et al., 2000; Kessler et al., 1997; Lepine et al., 1997; Young et al., 2001).

In merito alla situazione italiana, la migliore fonte risulta essere l’indagine europea ESEMeD (European Study of the Epidemiology of Mental Disorders; de Girolamo et al., 2005), l’unico studio sulla prevalenza dei DMC condotto in Italia. Lo studio ESEMeD rivela l’ampia diffusione di questi disturbi e la scarsa richiesta di assistenza medica specializzata pubblica o privata. Nello specifico, è stato stimato che, nell’arco di un anno, circa due milioni e mezzo di italiani soffrono di un disturbo d’ansia e oltre un milione di depressione maggiore; di questi, solo una modesta percentuale si è rivolta a specialisti nel corso dei 12 mesi, il 21% in ambito pubblico e il 17% in ambito privato. Inoltre, di coloro che richiedono aiuto, solo lo 0,39% (depressione) e lo 0,23% (sindromi “nevrotiche” o somatoformi) viene trattata nel corso di un anno (Di Cesare et al., 2019).

Ciò che gli Esperti sottolineano è che, sebbene ci siano pochi studi recenti in Italia, ad oggi non ci sono motivi per credere in un cambiamento significativo: l’accessibilità di persone che soffrono per DMC è bassa, l’offerta di cura risulta carente e “scollegata dai dati epidemiologici” (ISS, 2022).

Un altro aspetto che necessita di approfondimento riguarda le terapie psicologiche utilizzate in Italia e la loro appropriatezza nel contesto italiano.

 Nella loro relazione, gli Esperti suggeriscono di migliorare le risorse strutturali e organizzative presenti sul nostro territorio, quali il Piano di Azioni Nazionale per la Salute Mentale (PANSM), i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e il Piano Nazionale Cronicità (PNC). Data l’organizzazione sanitaria del nostro Paese – approfondita nel numero 6 di questa rubrica – attualmente tali disposizioni si concretizzano in una realtà frammentata e diversificata, che a livello nazionale rende eterogenei i dati sugli accessi e le risposte psicologiche offerte per l’assistenza dei DMC. Perciò, le politiche sanitarie stanno indirizzando l’assistenza psicologica in modo trasversale ai diversi contesti del SSN, rafforzando la rete dei servizi di base (per es., case di comunità, consultori, ecc).

Considerata la complessità del problema – soprattutto alla luce della crisi psicosociale esito della pandemia – gli Esperti consigliano di creare un gruppo di lavoro con rappresentanti di organizzazioni istituzionali, di società professionali e stakeholder per la stesura di Raccomandazioni ministeriali, con l’obiettivo di costruire un’azione sistemica e strategie finalizzate alla prevenzione e al trattamento efficiente ed efficace dei DMC.

Raccomandazioni A1

Il Gruppo di Esperti che si è occupato di questo tema evidenzia alcuni punti su cui è bene intervenire nell’ottica di un miglioramento dell’offerta del SSN in materia di salute mentale.

  • Riconoscimento, classificazione e uniformità. Ansia e depressione dovrebbero essere riconosciute tempestivamente e classificate in base all’intensità dei sintomi, al fine di contenere l’eccesso di medicalizzazione nelle forme lievi che non lo richiedono. Inoltre, l’applicazione dei criteri diagnostici deve essere uniforme in modo da poter essere condivisa tra i differenti operatori e istituzioni coinvolte.
  • Prove di efficacia. L’impiego di trattamenti basati su prove di efficacia è raccomandato come trattamento di prima linea, compatibilmente con il livello di intensità dei sintomi riferiti e osservati.
  • Comunicazione. Al fine di creare una rete di servizi capace di fornire cure personalizzate e adeguate ai bisogni dei pazienti, dovrebbe essere sviluppato un sistema di comunicazione tra cure primarie e specialistiche territoriali e ospedaliere.
  • Monitoraggio. Promuovere lo sviluppo di un sistema di monitoraggio degli esiti degli interventi realizzati, sia in strutture pubbliche che private, è utile per l’accreditamento delle strutture che erogano trattamenti, la produzione di dati utili per generare nuove ipotesi di ricerca nel campo della pratica psichiatrica e farmacoterapica e la promozione di attività formative aggiornate.
  • Approfondimento di infanzia e adolescenza. È necessario l’approfondimento degli aspetti specifici relativi a infanzia e adolescenza, l’incremento della ricerca ad essi dedicata e lo sviluppo di nuovi modelli di ricerca e analisi degli esiti adatti a queste fasce d’età.
  • Omogeneità dell’offerta. Si raccomanda di promuovere iniziative volte ad attuare quanto appena evidenziato dagli Esperti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, evitando che si creino squilibri e frammentazioni.
  • Varietà dell’offerta. Poiché non vi sono differenze clinicamente significative nell’efficacia tra i singoli interventi, si consiglia di considerare attentamente l’erogazione di diverse psicoterapie strutturate, purché se ne valuti e monitori sistematicamente gli esiti.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bebbington P.E., Meltzer H., Brugha T.S., Farrell M., Jenkins R., Ceresa C. & Lewis G. (2000). Unequal access and unmet need: neurotic disorders and the use of primary care services. Psychological Medicine, 30, 6: 1359-1367.
  • De Girolamo G., Polidori G., Morosini P., Mazzi F., Serra G., Scarpino V., Reda V., Visonà G., Falsirollo F. & Rossi A. (2005). Prevalenza dei disturbi mentali comuni in Italia, fattori di rischio, stato di salute uso dei servizi sanitari: Il progetto ESEMeD-WMH. Epidemiologia e Psichiatria Sociale, 14 (Suppl. 8): 1-100.
  • Di Cesare M., Magliocchetti N., Romanelli M. & Santori E. (2019). Rapporto salute mentale. Analisi dei dati del Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) per l’anno 2018. Roma: Ministero della salute, 2019. Disponibile qui.
  • Gruppo di lavoro “Consensus sulle terapie psicologiche per ansia e depressione” (2022). Consensus Conference sulle terapie psicologiche per ansia e depressione. Istituto Superiore di Sanità. (Consensus ISS 1/2022).
  • Kessler R.C., Frank R.G., Edlund M., Katz S.J., Lin E. & Leaf P. (1997). Differences in the use of psychiatric outpatient services between the United States and Ontario. New England Journal of Medicine, 336, 8: 551-557.
  • Lepine J.P., Gastpar M, Mendlewicz J. & Tylee A. (1997). Depression in the community: the first panEuropean study DEPRES (Depression Research in European Society). International Clinical Psychopharmacology, 12, 1: 19-29.
  • Wang P.S., Lane M., Olfson M., Pincus H.A., Wells K.B. & Kessler R.C. (2005). Twelve-month use of mental health services in the United States: results from the National Comorbidity Survey Replication. Archives of General Psychiatry, 62, 6: 629-640.
  • Young A.S., Klap R., Sherbourne C.D. & Wells K.B. (2001). The Quality of Care for Depressive and Anxiety Disorders in the United States. Archives of General Psychiatry, 58, 1: 55-61.
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