Chiedere scusa in famiglia: un’opportunità di crescita per genitori e figli
Anche i genitori commettono errori. Per questo, la relazione genitori-figli può rivelarsi una fonte di opportunità per i genitori per chiedere scusa e per i figli per imparare a farlo. Perché chiedere scusa può rappresentare un comportamento importante da apprendere e insegnare? E quali fattori possono favorire o ostacolare le scuse dei genitori?
Chiedere scusa ai propri figli: perché è importante per un genitore
Urlare ai nostri figli, arrivare in ritardo a un saggio di danza o a un’esibizione, rompere accidentalmente un giocattolo, dimenticare una promessa fatta … possono rappresentare circostanze in cui un genitore può chiedere scusa.
Le scuse non sono solo un atto linguistico, ma fanno parte di un più ampio repertorio di comportamenti riparatori e prosociali, messi in atto quando abbiamo involontariamente trasgredito ad alcune regole, causando danno o disagio ad altri (Tangney et al., 2007). Secondo la psicologa J. Sasson Edgette (2024), gerarchia, età, titolo o posizione professionale sono fattori ininfluenti rispetto all’ammissione di responsabilità delle proprie azioni da parte di un genitore: le scuse sono concessioni di errore con pari opportunità.
Le scuse dei genitori offrono a bambini e adolescenti importanti occasioni di validazione, in cui i figli possono sentire compresi pensieri, emozioni, azioni e punti di vista propri, senza rischiare che questi vengano negati, sminuiti o banalizzati dall’adulto. Il genitore che ammette un errore ed esprime rimorso comunica che l’esperienza e i sentimenti del figlio, causati dalla trasgressione genitoriale, sono legittimi e giustificati (Lazare, 2004). Al contrario, scuse inefficaci o assenti possono rappresentare una forma di invalidazione da parte del genitore, in cui si sta comunicando al figlio che la sua capacità di lettura di situazioni, emozioni ed esperienze è imprecisa o sbagliata. L’incapacità dei genitori di chiedere scusa può generare meccanismi di invalidazione cronica nei figli (Adams-Clark et al., 2022).
La ricerca psicologica suggerisce che un ambiente familiare cronicamente invalidante, caratterizzato appunto dal comunicare ripetutamente che le proprie esperienze e i propri sentimenti sono sbagliati e imprecisi, minimizzare le difficoltà, scoraggiare l’espressione di emozioni negative, espone i bambini a successive difficoltà nella regolazione delle emozioni (Linehan, 1993; Fruzzetti et al., 2005; McCallum & Goodman, 2019; Musser et al., 2018).
Le scuse genitoriali costituiscono, inoltre, un’opportunità di apprendimento per i figli: se formulate correttamente, senza addurre giustificazioni o senza incolpare gli altri, possono mostrare ai bambini come essere riflessivi e assumersi le proprie responsabilità. Dire “Sono arrivata in ritardo al tuo saggio di danza perché non ho previsto il traffico” e non “perché c’era traffico”, oppure “Ho urlato perché ero stressata per la riunione di stamattina” e non “perché mi hai fatto perdere la pazienza”, possono rappresentare modalità per scusarsi, aiutando al contempo i bambini a comprendere le situazioni e identificare le emozioni provate (Miller, 2018).
Cosa favorisce la capacità di un genitore di chiedere scusa
La propensione alle scuse è legata a uno stile di attaccamento sicuro negli adulti e a un’elevata empatia (Ashy et al., 2010). Al contrario, una mancanza di empatia può inibire la capacità di perdonare e presumibilmente la tendenza a chiedere scusa (Worthington, 1998).
Anche i costrutti di vergogna e senso di colpa sembrano essere collegati alla capacità di scusarsi. Entrambe sono considerate emozioni morali, ma la colpa deriva generalmente da trasgressioni che rimangono private, mentre la vergogna è generata dall’esposizione pubblica delle proprie azioni (Cohen et al., 2011). La vergogna, inoltre, è associata a una valutazione negativa di se stessi; al contrario, la colpa emerge dalla valutazione delle proprie azioni o comportamenti (Tangney & Dearing, 2002). Leith e Baumeister (1998) hanno scoperto che la propensione alla vergogna è correlata a un maggiore disagio personale, mentre la propensione alla colpa è correlata maggiormente con gli aspetti cognitivi dell’empatia. Sperimentare bassi livelli di vergogna e alti livelli di senso di colpa può incentivare la ricerca di scuse (Fisher & Exline, 2006; Howell et al., 2012).
La vergogna spesso si manifesta con comportamenti di ritiro sociale, ma può anche prevedere risposte esternalizzate, come aggressività o rabbia (Tangney & Dearing, 2002). Per gli individui inclini alla vergogna, è possibile che la capacità di empatia sia sopraffatta dall’esperienza della vergogna, il che porterebbe a comportamenti autoprotettivi come aggressività e ritiro, nel tentativo di evitare l’esperienza negativa della vergogna. I genitori che mostrano reazioni di vergogna disregolate o estreme possono tendere a ritirarsi, trascurando così i bisogni di un bambino, oppure possono esternalizzare la vergogna mostrando tendenze aggressive verso un bambino, o entrambe le cose. Tuttavia, i genitori che sono in grado di regolare quelle emozioni possono essere più in grado di mantenere l’orientamento empatico verso il loro bambino e perseguire interazioni che migliorano le relazioni, come scusarsi (Ruckstaetter et al., 2017).