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Il potere terapeutico della musica

La musicoterapia utilizza il linguaggio sonoro per facilitare espressione emotiva, connessione interpersonale e benessere psicologico

Di Caterina Borgese

Pubblicato il 18 Apr. 2025

Aggiornato il 24 Apr. 2025 13:01

La musica come strumento terapeutico

L’idea della musica come strumento terapeutico, capace di influenzare positivamente la salute e il comportamento umano, affonda le sue radici nella storia antica. Filosofi come Aristotele e Platone ne riconoscevano il potenziale e molte culture precedenti attribuivano alla musica un ruolo sacro e terapeutico. Tuttavia, la musicoterapia come professione moderna ha avuto origine nel XX secolo, sviluppandosi in seguito alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale. In questi periodi, musicisti dilettanti e professionisti iniziarono a suonare negli ospedali per i veterani di guerra, molti dei quali soffrivano di gravi traumi fisici e psicologici. Le risposte positive dei pazienti spinsero medici e personale sanitario a integrare la musica come strumento terapeutico ufficiale (American Music Therapy Association).

La musicoterapia

Secondo la World Federation of Music Therapy (2011),  la musicoterapia può essere definita come “l’uso professionale della musica e dei suoi elementi come intervento nell’ambiente medico, educativo e quotidiano con individui, gruppi, famiglie o comunità, che cercano di ottimizzare la loro qualità di vita e migliorare la loro salute e il benessere fisico, sociale, comunicativo, emotivo, intellettuale e spirituale. La ricerca, la pratica, l’istruzione e la formazione clinica in musicoterapia si basano su standard professionali secondo i contesti culturali, sociali e politici’’. 

La musicoterapia interviene su processi intra e interpsichici, oltre che su dinamiche sociali, utilizzando l’interazione musicale come strumento privilegiato di comunicazione, espressione e trasformazione (Geretsegger et al., 2017). 

I modelli di musicoterapia attualmente praticati si basano prevalentemente su teorie psicodinamiche, umanistiche, cognitivo-comportamentali o dello sviluppo (Gold, 2009; Wigram, 2002). Oltre all’orientamento teorico, gli approcci in musicoterapia si distinguono anche per la modalità operativa (“attiva” o “ricettiva”).  La modalità attiva comprende tutte le attività in cui i clienti partecipano direttamente creando musica, suonando strumenti o  cantando. Queste attività spaziano dall’improvvisazione libera alla riproduzione di brani preesistenti. Le tecniche ricettive, invece, si focalizzano sull’ascolto di musica, che può essere eseguita dal terapeuta o selezionata come registrazione, a seconda delle esigenze del cliente.  Sebbene alcuni modelli di musicoterapia si concentrino su una modalità specifica, la maggior parte combina elementi attivi e ricettivi, sfruttando entrambi gli approcci per massimizzare i benefici terapeutici (Geretsegger et al., 2017). 

In che modo la musicoterapia può migliorare la salute fisica e mentale?

La musicoterapia è riconosciuta come una pratica clinica con un ampio spettro di applicazioni, che spaziano dalla gestione dello stress e del dolore cronico al trattamento di patologie neurologiche come il morbo di Alzheimer e la riabilitazione post-ictus. Studi recenti, infatti, confermano l’efficacia della musica nel modulare le risposte neurali e favorire processi di guarigione. Ad esempio, si è scoperto che interventi basati sulla musica possono stimolare la plasticità cerebrale e migliorare le funzioni cognitive nei pazienti con deficit neurologici (Bradt et al., 2010).

Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che integrare la musicoterapia con il trattamento standard, come la somministrazione di farmaci e la psicoterapia, può apportare benefici significativi ai pazienti affetti da depressione. In particolare, gli studi indicano che la musicoterapia non solo migliora i sintomi depressivi rispetto al solo trattamento tradizionale, ma contribuisce anche a ridurre i livelli di ansia e a potenziare il funzionamento quotidiano nelle persone con disturbi dell’umore (Maratos et al., 2011).

Studi ulteriori hanno evidenziato come la musica influenzi il corpo anche sotto altri aspetti fisiologici. Brani con tempi veloci possono avere un effetto energizzante, mentre la musica lenta o meditativa favorisce il rilassamento e la calma. Sia l’ascolto della musica sia il canto sono stati associati a una riduzione dei livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, contribuendo così a una diminuzione dello stato di tensione generale (Thoma et al., 2013).

La musica, inoltre, ha un effetto profondo sul cervello, coinvolgendo diverse aree. Ad esempio, il sistema limbico, fondamentale per l’elaborazione delle emozioni e dei ricordi, gioca un ruolo centrale nel modo in cui la musica evoca sensazioni e richiama memorie personali. Questo potrebbe spiegare perché canzoni specifiche sono in grado di riportare alla mente ricordi vividi e suscitare forti emozioni (Koelsch, 2010). La stimolazione delle aree cerebrali legate al piacere sottolinea l’importanza della musica come fonte di benessere e gratificazione (Salimpoor et al., 2011).

Riferimenti Bibliografici
  • Three New Books Make the Case for Music as Medicine. The New York Times
  • Bradt, J., Magee, W. L., Dileo, C., Wheeler, B. L., & McGilloway, E. (2010). Music therapy for acquired brain injury. Cochrane Database of Systematic Reviews, (7), CD006787.
  • Koelsch, S. (2010). Towards a neural basis of music-evoked emotions. Trends in Cognitive Sciences, 14(3), 131-137.
  • Maratos, A. S., Crawford, M. J., & Procter, S. (2011). Music therapy for depression: it seems to work, but how? The British Journal of Psychiatry, 193(6), 432-434.
  • Salimpoor, V. N., Benovoy, M., Larcher, K., Dagher, A., & Zatorre, R. J. (2011). Anatomically distinct dopamine release during anticipation and experience of peak emotion to music. Nature Neuroscience, 16(2), 257-262.
  • Thoma, M. V., La Marca, R., Brönnimann, R., Finkel, L., Ehlert, U., & Nater, U. M. (2013). The effect of music on the human stress response. PLoS ONE, 8(8), e70156
  • Geretsegger, M., Mössler, K. A., Bieleninik, Ł., Chen, X. J., Heldal, T. O., & Gold, C. (2017). Music therapy for people with schizophrenia and schizophrenia-like disorders. The Cochrane database of systematic reviews, 5(5). 
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