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I disturbi del comportamento alimentare nel genere maschile

I disturbi alimentari non colpiscono solo le donne: anche uomini e ragazzi ne soffrono, spesso a causa di pressioni sociali e insoddisfazione per l’immagine corporea

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 26 Feb. 2025

Disturbi alimentari negli uomini

I disturbi alimentari sono presenti anche tra i maschi, eppure socialmente persiste ancora lo stereotipo che siano più un problema e un disturbo che colpisce il genere femminile. 

In realtà, recenti studi (Mitchison et al. 2019) evidenziano che i ragazzi e gli uomini attualmente rappresentano un terzo delle persone che hanno ricevuto una chiara diagnosi di disturbo del comportamento alimentare.

Ragazzi e uomini che soffrono di un disturbo alimentare devono spesso confrontarsi con condizioni problematiche ulteriori, tra cui lo stigma legato a un disturbo tipicamente considerato femminile e di conseguenza la riluttanza a richiedere trattamenti specialistici, aumentando la probabilità di non ricevere adeguate diagnosi e cure in tempi rapidi rispetto all’esordio del disturbo, peggiorando così le traiettorie di prognosi (Smith et al., 2023). 

Anche per il genere maschile nelle diverse fasi di vita, ad esempio durante l’infanzia, la pubertà, l’adolescenza e sino all’età adulta, il rapporto con la propria immagine corporea può essere problematico. 

Dismorfia muscolare e insoddisfazione corporea nei ragazzi

L’insoddisfazione per la propria immagine corporea può presentarsi anche nei maschi in svariate forme caratterizzate da sintomi anoressici-restrittivi e bulimici (con condotte di compensazione quali ad esempio vomito autoindotto, uso di lassativi, etc) che fanno riferimento a diverse tipologie di disturbi alimentari. Inoltre, anche i ragazzi e gli uomini possono soffrire di disturbo di alimentazione incontrollata (che viene anche chiamato binge-eating disorder) che è caratterizzato da ricorrenti episodi di abbuffate alimentari senza condotte compensatorie. 

Ad ogni modo, è importante mettere in luce che l’insoddisfazione per l’immagine corporea nella popolazione maschile può manifestarsi spesso in relazione a meccanismi di comparazione con corpi maschili ideali estremamente muscolosi. 

La vigoressia è di fatto un disturbo caratterizzato dall’insoddisfazione per il proprio corpo, considerato come inadeguato e poco muscoloso; si manifesta dunque una preoccupazione estrema, con tentativi di controllo finalizzati a sviluppare un corpo più muscoloso (definibile come dismorfia muscolare); ad esempio, il comportamento problematico può essere riconosciuto come una forma di esercizio fisico eccessivo compulsivo in risposta a credenze sull’inadeguatezza della propria massa muscolare, forma e dimensione corporea. Al fine di sviluppare un corpo muscoloso ideale, alcuni ragazzi desiderano perdere peso, mentre altri aumentare di peso percependosi come troppo magri. In alcuni casi, si arrivano ad utilizzare steroidi o altre sostanze per aumentare la massa muscolare. 

Diversi studi recenti hanno dimostrato che la frequenza di forme di dismorfia muscolare sta aumentando tra gli adolescenti di genere maschile, con una percentuale di essi (ad esempio, in uno studio identificato come l’11% del campione di adolescenti e giovani adulti) che riferisce di fare uso di creatina e anabolizzanti allo scopo di migliorare la massa muscolare (Glazer, Kimberly et al., 2021). 

All’interno di un modello bio-psico-sociale, l’insoddisfazione corporea trova spazio tra le norme socio-culturali che promuovono l’idealizzazione di un corpo maschile muscoloso e perfettamente definito, alimentando nei ragazzi standard e aspettative irrealistiche. E spesso i social media facilitano la diffusione pervasiva di stereotipi negativi legati all’immagine corporea e la continua comparazione sociale con corpi ideali (per l’appunto non solo legati alla magrezza corporea femminile) (Dane, Bhatia, 2023). 

Disturbi alimentari nell’infanzia

Nell’infanzia, egualmente nei bambini come nelle bambine, possono emergere condizioni problematiche nel rapporto con il cibo: ad esempio possiamo osservare anche nei bambini di genere maschile forme di alimentazione disregolate ed emotional eating, così come atteggiamenti e comportamenti estremamente evitanti e restrittivi che in letteratura prendono il nome di ARFID. Con il termine ARFID (Avoidant Restrictive Food Intake Disorder) si fa riferimento a un disturbo caratterizzato dall’evitamento o restrizione nell’assunzione di cibo e nell’assorbimento di un adeguato apporto calorico, e da un mancato interesse nell’alimentazione.  Secondo un recente studio del 2023 che ha coinvolto circa 2,800 bambini dell’età di 10 anni, circa il 6% del campione presentava questo tipo di condizione senza differenze in termini di prevalenza tra maschi e femmine (Sadler et al., 2023). 

Dunque, per evitare il rischio di negare e sottostimare i disturbi alimentari nella popolazione maschile, è importante tenere presente entrambi i seguenti aspetti: da una parte, considerare la possibilità che si presentino anche nel genere maschile i sintomi tradizionalmente associati ai disturbi alimentari (es. restrizione alimentare, condotte di purging, alimentazione disregolata), ma anche non trascurare forme e manifestazioni particolari che possono essere più presenti nella popolazione maschile, quali ad esempio sintomi di vigoressia (caratterizzata da eccessivi esercizi per aumento della massa muscolare, uso di steroidi e anabolizzanti, ossessione per particolari tipi di diete). 

Risulta fondamentale diffondere consapevolezza su questi temi, nonché implementare programmi di prevenzione primaria a diversi livelli, incluse le istituzioni scolastiche e i contesti sportivi per intercettare precocemente forme di disagio legate al rapporto con l’immagine corporea e con il cibo anche nella popolazione maschile.

Riferimenti Bibliografici
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