Imparare a lasciare andare
Perdere qualcosa o qualcuno è sopravvalutato.
La vita è incerta, mutevole, instabile. “In una cornice di tale evidente precarietà – scrive Baricco in Aragoste, champagne, picnic – la perdita di cose e persone non dovrebbe rappresentare che un assestamento statico”, eppure ci comportiamo come se la nostra esistenza non fosse instabile, stupendoci e arrabbiandoci quando il caso oppure la responsabilità nostra o altrui ci sottraggono qualcosa o qualcuno.
La difficoltà o l’incapacità di lasciare andare ciò che abbiamo perso, l’attaccarsi con le unghie e con i denti al dolore, alla rabbia o alla nostalgia, diventano fonte di terribile sofferenza, che può rovinare la nostra vita e quella di chi ci sta attorno. “Le conseguenze di questa inclinazione a sopravvalutare la perdita di cose e persone […] si allungano per anni nei giorni della gente”: lutti che paralizzano per sempre intere famiglie, occasioni perse il cui rimpianto avvelena l’esistenza…
Vivremmo meglio se riuscissimo a lasciar andare, che non significa evitare, dimenticare o smettere di provare emozioni, dispiacersi, disperarsi, arrabbiarsi di fronte a una perdita, bensì a un certo punto accettare che:
- la vita è volubile
- è andata così, non c’è più nulla che possiamo fare se non, appunto, lasciare andare.
“La capacità di lasciare andare le cose e le persone parte da lontano, è un modo di stare al mondo ed è cosa che si può educare in ogni nostro fare” afferma Baricco.
Come imparare a farlo?
Accettare l’instabilità della vita
Superare una perdita definitiva e irrimediabile, sia essa un lutto per la morte di una persona cara o per la fine di un amore o un’occasione mancata, implica confrontarsi anche con un’ulteriore perdita, quella dell’illusione di onnipotenza, “scontrandosi con un frustrante vissuto di totale impotenza” (Lorenzini, 2024). Se solo riuscissimo a fare i conti con la folle idea di poter controllare il corso della nostra vita, quante tribolazioni potremmo risparmiarci!
Ogni perdita può essere superata attraverso la rassegnazione (che però comporta un abbassamento dello slancio vitale, come afferma Lorenzini) o meglio ancora accettando che la stabilità dell’esistenza è pura illusione, che la vita è caos, irrazionalità, tragedia (come direbbe Nietzsche) e, nonostante questo, viverla.
Lasciare andare con la detached mindfulness
Accettare la precarietà della vita, non significa non soffrire di fronte a una perdita, seppur attesa.
Tuttavia, ad un certo punto, bisogna tornare a vivere. Se la sofferenza si incancrenisce nella nostra esistenza, sopravviviamo, ma non viviamo. Diventa necessario imparare a lasciare andare e la detached mindfulness (consapevolezza distaccata) può essere una soluzione.
Come suggerisce il nome stesso, la detached mindfulness della Terapia Metacognitiva di Adrian Wells mostra aspetti simili alle tecniche di promozione della consapevolezza utilizzate dagli approcci mindfulness-oriented (il prestare attenzione consapevole). Tuttavia se ne differenzia per il coinvolgimento attivo delle capacità cognitive di chi la mette in atto. Quando pratichiamo la detached mindfulness, esercitiamo un controllo flessibile dell’attenzione e del pensiero: rimaniamo presenti (mindfulness, consapevolezza) senza reagire agli eventi mentali (pensieri, emozioni), senza cercare di controllarli o sopprimerli, senza mettere in atto alcuna reazione comportamentale, cioè osservando passivamente gli eventi mentali, separandoli da sé stessi, stabilendo con essi un nuovo tipo di relazione (distacco).
Essere detached mindful significa quindi essere consapevoli dei propri eventi interni senza restare attaccati a pensieri, credenze, emozioni e ricordi. Osservarli e lasciarli andare.
Che meravigliosa profonda lezione è quella di Baricco: ci giochiamo una buona quantità delle nostre possibilità di stare sul pianeta Terra con felicità sulla capacità che abbiamo di lasciar andare le cose. Anche quelle belle.
Alleniamoci a vivere nel presente e a non restare intrappolati nel passato. Essere mindful. Essere distaccati. Lasciare andare. Per tornare a essere felici.