Disturbi alimentari
Articolo in collaborazione con Clinica Disturbi Alimentari
I disturbi alimentari sono problematiche psichiatriche complesse e articolate, che si manifestano attraverso un’ampia gamma di comportamenti – alimentari e non – disfunzionali, influenzando in modo significativo la salute fisica e mentale delle persone che ne sono affette (American Psychiatric Association, 2013). La gravità dei sintomi con cui i disturbi alimentari si possono presentare dipende dalla durata di malattia e dall’intensità del disturbo, e si possono riscontrare sia per i disturbi caratterizzati da un basso peso corporeo, sia per quelli caratterizzati da normopeso, sovrappeso oppure obesità. Nei disturbi alimentari le complicanze mediche sono frequenti, colpendo tutti gli organi e apparati, compromettendo la qualità della vita e, talvolta, mettendola a rischio (Tonon & Morassutti, 2018).
Una delle manifestazioni più comuni e meno discusse di questi quadri clinici riguarda i sintomi gastrointestinali che spesso vi si associano. Questi sintomi non solo peggiorano il quadro clinico generale, ma possono anche complicarne notevolmente la diagnosi e il trattamento. L’interazione tra disturbi alimentari e sintomi gastrointestinali è multidimensionale e comprende aspetti fisiologici, psicologici e sociali.
Panoramica sui Disturbi Alimentari
Anoressia Nervosa
L’anoressia nervosa è caratterizzata da una restrizione alimentare severa, che porta a una significativa perdita di peso e a un’intensa paura di ingrassare. Le persone con anoressia spesso sviluppano una distorsione dell’immagine corporea e possono impegnarsi in comportamenti compensatori, come l’esercizio fisico eccessivo, per evitare di aumentare di peso. Questo disturbo è associato a gravi complicazioni fisiche, tra cui l’osteoporosi, la disidratazione, la riduzione della massa muscolare, e, in casi estremi, la morte (Mehler & Brown, 2015).
Bulimia Nervosa
La bulimia nervosa si distingue per episodi ricorrenti di abbuffate seguiti da comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o diuretici e l’esercizio fisico eccessivo. Sebbene i pazienti con bulimia tendano, nella maggior parte dei casi, a mantenere un peso corporeo normale, le complicazioni mediche possono essere gravi e includono squilibri elettrolitici, problemi dentali e danni esofagei (Kaye et al., 2004).
Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder)
Il disturbo da alimentazione incontrollata è tendenzialmente caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate senza comportamenti compensatori successivi, che possono portare all’obesità e a varie conseguenti complicanze mediche, come il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e l’ipertensione (Kaye et al., 2004).
Sintomi gastrointestinali associati ai Disturbi Alimentari
Le persone con disturbi alimentari spesso sperimentano una vasta gamma di sintomi gastrointestinali, che includono:
- Nausea e vomito: questi sintomi possono derivare direttamente da comportamenti come il vomito autoindotto o riflettere una disfunzione gastrointestinale dovuta alla malnutrizione o all’eccessiva attuazione di comportamenti di compenso, come l’abuso di lassativi e il vomito autoindotto (Katzman et al., 2013).
- Dolore addominale: il dolore addominale è un sintomo comune e può essere correlato a gastrite, stipsi o ad altre disfunzioni del tratto digestivo (Peebles et al., 2011).
- Gonfiore e distensione addominale: questi sintomi sono particolarmente preoccupanti nei pazienti con Anoressia Nervosa, in quanto possono essere interpretati come segni di aumento di peso, esacerbando l’ansia legata al peso corporeo (Peebles et al., 2011).
- Diminuzione della motilità gastrica e stipsi: la stipsi è particolarmente prevalente nei pazienti con anoressia nervosa a causa della ridotta assunzione di cibo, della disidratazione e della diminuzione della motilità intestinale (Mitchell et al., 2016). In questi pazienti sono le complicanze più frequenti, provocano sensazione di gonfiore e rapida pienezza, che solitamente vengono mal tollerate e utilizzate come motivazione per ridurre ulteriormente la quantità di cibo ingerita (Tonon & Morassutti, 2018).
- Diarrea: nei pazienti con bulimia nervosa, specialmente quelli che abusano di lassativi, la diarrea cronica può essere un problema significativo (Smith et al., 2013).
- Dispepsia: la dispepsia, o indigestione, è un altro sintomo comune, che include sensazioni di pienezza precoce, bruciore di stomaco e nausea (Smith et al., 2013).
- Reflusso gastroesofageo: il reflusso è particolarmente frequente nei pazienti con bulimia a causa del vomito ripetuto, che può compromettere la funzione dello sfintere esofageo inferiore (Smith et al., 2013). Nei soggetti che vomitano possono presentarsi anche erosioni gastriche, e talvolta rottura di esofago o stomaco. Questi eventi sono più rari ma da prendere comunque in considerazione in quanto possono mettere a rischio la vita dei pazienti (Tonon & Morassutti, 2018).
Impatto dei sintomi gastrointestinali sul trattamento
I sintomi gastrointestinali possono complicare notevolmente il trattamento dei disturbi alimentari. Ad esempio, la stipsi e il gonfiore possono ostacolare la riabilitazione nutrizionale nei pazienti con anoressia nervosa, poiché possono esacerbare la paura dell’aumento di peso e la distorsione dell’immagine corporea (Mehler & Brown, 2015). Allo stesso modo, sintomi come il dolore addominale e il reflusso gastroesofageo possono rendere difficile l’interruzione dei comportamenti disfunzionali, come ad esempio il vomito autoindotto. Gli effetti di questo comportamento ripetuto nel tempo possono infatti portare a sensazioni gastrointestinali spiacevoli, e portare il soggetto a rimettere in atto il comportamento con lo scopo di liberarsene; questo, tuttavia, non fa altro che peggiorare i sintomi gastrointestinali, e rendere ancora più probabile la necessità di attuare questi comportamenti disfunzionali, e così via (Dalle Grave, 2018).
Non è infrequente, infatti, nel trattamento clinico osservare l’instaurarsi di veri e propri circoli viziosi; immaginiamo, ad esempio, una persona affetta da Anoressia Nervosa, con sintomi da malnutrizione e ridotto svuotamento gastrico, che decide di impegnarsi in un percorso di ri-alimentazione e recupero del peso. Nelle prime fasi del trattamento è inevitabile sperimentare disagio a livello gastrointestinale, in quanto come già descritto il ridotto svuotamento gastrico contribuisce alla percezione di elevata pienezza e gonfiore addominale. La persona potrebbe quindi andare a interpretare queste sensazioni soggettive come la riprova di aver mangiato troppo, e rifiutarsi di consumare le porzioni corrette. Questo, tuttavia, porterebbe al mancato consumo dell’apporto calorico corretto e quindi ad un mancato recupero del peso, che condurrebbe al mantenimento del sottopeso e dei sintomi da malnutrizione, portando la persona in questione a ritrovarsi “incastrata” all’interno di questo ciclo.
L’importanza dell’approccio multidisciplinare
Per questo e altri motivi, tra cui la complessità e la multidimensionalità dei disturbi alimentari, è di fondamentale importanza il trattamento multidisciplinare di questi disturbi, che integri il contributo di diverse competenze professionali.
Questo tipo di approccio è cruciale non solo per affrontare i sintomi psichiatrici, ma anche per gestire i numerosi sintomi fisici, inclusi quelli gastrointestinali, che spesso accompagnano questi disturbi. L’equipe multidimensionale comprende solitamente la presenza di almeno un medico/psichiatra, uno psicologo psicoterapeuta e un nutrizionista/dietista. Quadri più gravi possono richiedere la presenza di ulteriori figure specializzate, come ad esempio quella del medico internista (Attia & Walsh, 2007). Un coordinamento efficace tra i vari professionisti è essenziale per garantire un trattamento integrato e coerente. Nell’esempio pocanzi descritto, ad esempio, ruolo dello psicologo psicoterapeuta è quello di fornire una psicoeducazione al paziente sul funzionamento del disturbo e sui meccanismi di mantenimento in esso implicati, aiutandolo a trovare strategie per tollerare e gestire le sensazioni sgradevoli senza restringere a livello alimentare (Dalle Grave, 2018).
Il ruolo del medico è invece quello di valutare la natura e la gravità dei sintomi, cercando di discriminare tra i sintomi da malnutrizione comunemente associati ai disturbi alimentari e l’eventuale presenza di patologie concomitanti, da gestire eventualmente in modo diversificato. Infine, compito del professionista alimentare è quello di aiutare la persona a costruire dei menù ad hoc per il recupero del peso che tengano in considerazione ed eventualmente possano essere revisionati, oltre alle linee guida per il trattamento dei disturbi alimentari, anche in base ad eventuali difficoltà nel consumo degli alimenti stessi. La comunicazione e la condivisione dei reciproci punti di vista dei vari specialisti è di fondamentale importanza per la comprensione del quadro clinico e la riuscita del trattamento stesso.
L’importanza di un trattamento multidisciplinare nei disturbi alimentari non può quindi essere sottovalutata. Solo attraverso la collaborazione tra vari specialisti è possibile fornire un’assistenza completa che consideri tanto gli aspetti psicologici quanto quelli fisici, inclusi i sintomi gastrointestinali. Questo approccio integrato è essenziale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e aumentare le possibilità di recupero a lungo termine.