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Tra perspective taking, teoria della mente e mentalizzazione

Cosa permette di mettersi nei panni degli altri? Esploriamo il perspective taking, la teoria della mente e la mentalizzazione

Di Alessio Mantovani

Pubblicato il 13 Nov. 2023

Mettersi nei panni dell’altro

Mettersi nei panni dell’altro non sempre è un’esperienza così immediata, per alcune persone può risultare più semplice e per altre può apparire come un esercizio più sfidante. L’immedesimazione comporta delle abilità cognitive non scontate come: perspective taking, teoria della mente e mentalizzazione.

L’insieme di queste tre abilità, che vengono maturate nel corso dello sviluppo della persona, permettono di agire all’interno di un contesto sociale, riconoscere la propria individualità, riconoscere l’altro come essere dotato di credenze e pensieri diversi, permettendo inoltre di prevedere ed interpretare il mondo circostante. Nella vita di tutti i giorni queste attività possono avvenire in contemporanea, rendendo non immediato il riconoscimento e la discriminazione.

Nei paragrafi successivi verranno inquadrate queste tre abilità per poi indicarne le differenze.

Teoria della mente

La teoria della mente è un concetto complesso e affascinante che riveste il ruolo di pietra angolare di questa triade. Essa denota la capacità di attribuire stati mentali quali credenze, emozioni, desideri e intenzioni non solo a noi stessi, ma anche agli altri, rendendo l’individuo in grado di riconoscere il proprio comportamento e anche quello altrui (Liverta Sempio, 2005).

La teoria della mente permette ai bambini di spiegare, predire e agire sul comportamento proprio e altrui (Frye & Moore, 1991).

Questa abilità si sviluppa durante i primi anni di vita attraverso l’interazione con le figure di riferimento, come i genitori o il caregiver, fornendo all’individuo uno specchio sulle proprie e altrui capacità cognitive. Ed è proprio grazie a questa comunicazione reciproca che avviene nell’interazione con l’altro/adulto che il bambino ha la possibilità di produrre dei modelli di rappresentazione del funzionamento di sé stesso e dell’altro, permettendogli così di adattarsi alle situazioni che incontra durante il proprio percorso in modo funzionale per raggiungere i propri scopi e quelli altrui (Fonagy & Target, 2001).

La qualità delle relazioni di attaccamento con i caregiver gioca un ruolo chiave nello sviluppo della teoria della mente.

Perspective taking

Il perspective taking, o capacità di adottare il punto di vista altrui, è strettamente correlato alla teoria della mente. Questo concetto implica la capacità di distinguere cosa gli individui sanno circa loro stessi in una data situazione (come pensano, sentono e si comportano) e cosa sanno degli altri in quella stessa situazione. La capacità di adottare il punto di vista di un’altra persona, mettersi nei panni dell’altro, richiede la capacità di rappresentare sé stessi come distinti dagli altri, lo sviluppo di una teoria della mente e il riconoscimento esplicito che gli stati mentali e le percezioni altrui potrebbero essere diversi dai propri. Il perspective taking perciò risulta un’abilità cruciale per lo sviluppo di competenze sociali quali l’empatia, la cooperazione e l’altruismo.

Mentalizzazione

La mentalizzazione è una competenza metacognitiva che permette di comprendere le manifestazioni affettive altrui, regolare le emozioni, regolare gli impulsi e automonitorare il proprio comportamento. A differenza delle funzioni precedentemente viste, tale concetto si basa sulla capacità di attribuire significato ai propri stati mentali e a quelli altrui.

La mentalizzazione ha uno stretto legame con la teoria della mente, in quanto entrambe implicano la comprensione e l’interpretazione dei pensieri e dei sentimenti. Entrambe le abilità si sviluppano attraverso l’interazione con figure di attaccamento che sono in grado di ascoltare e comunicare in modo empatico (Allen et al., 2010).

Inoltre, la capacità di mentalizzazione risulta particolarmente importante per il trattamento dei disturbi di personalità, per i quali vi è un intervento ad hoc: la terapia basata sulla mentalizzazione (MBT; Bateman & Fonagy, 2019).

Differenze e similitudini tra perspective taking, teoria della mente e mentalizzazione

Le tre competenze, teoria della mente, perspective taking e mentalizzazione, sono strettamente connesse tra loro. Tutte e tre costituiscono delle componenti fondamentali nel processo di mettersi nei panni dell’altro.

La teoria della mente si può definire come la base su cui si sviluppano il perspective thinking e la mentalizzazione. La teoria della mente permette di comprendere gli stati mentali, mentre il perspective taking consente di adottare il punto di vista altrui. La mentalizzazione, d’altra parte, è una capacità più ampia, che comprende anche un aspetto di metacognizione, ed implica la comprensione delle emozioni e la regolazione emotiva.

In conclusione, la teoria della mente rappresenta la capacità di attribuire stati mentali, il perspective taking permette di vedere il mondo dal punto di vista altrui, e la mentalizzazione riguarda la comprensione e la regolazione delle emozioni. Tutti e tre i concetti sono fondamentali nello sviluppo psicologico delle persone, influenzando le loro relazioni sociali, l’empatia e la comprensione degli altri.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Allen, J. G., Fonagy, P., & Bateman, A. (2010). La mentalizzazione nella pratica clinica. Cortina.
  • Bateman, A., & Fonagy, P. (2019). Mentalizzazione e disturbi di personalità: Una guida pratica al trattamento (A. Colli, Trad.). Cortina.
  • Fonagy, P., & Target, M. (2001). Attaccamento e funzione riflessiva (V. Lingiardi & M. Ammaniti, A c. Di). Cortina.
  • Frye, D., & Moore, C. (1991). Children’s theories of mind: Mental states and social understanding. L. Erlbaum Associates.
  • Liverta Sempio, O. (2005). Teoria della mente: Tra normalità e patologia (1. ed). Cortina.
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