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Resilienza e qualità di vita delle pazienti con tumore al seno

Scopo dello studio di Boškailo e colleghi (2021) è stato quello di indagare l'associazione tra resilienza e qualità di vita nelle donne con tumore al seno

Di Giulia Spiniello

Pubblicato il 17 Apr. 2023

Il cancro al seno è la malattia maligna più comune nelle donne sia nei Paesi sviluppati che in quelli sottosviluppati e rappresenta la causa più comune di morte per cancro (Tan et al., 2020).

Il vissuto associato al tumore al seno

 L’aumento dell’incidenza del tumore al seno è legato allo stile di vita moderno, ma è incoraggiante il fatto che nei Paesi sviluppati la mortalità per tumore al seno stia diminuendo, soprattutto grazie a trattamenti più efficaci e all’introduzione di programmi nazionali per la diagnosi precoce (Boškailo et al., 2021).

L’eziologia del tumore al seno può essere influenzata da diversi fattori di rischio come l’età, l’anamnesi familiare positiva, l’esposizione a ormoni endogeni ed esogeni, la dieta, le malattie benigne della mammella e l’ambiente (Žitnjak et al., 2015). Nonostante la comprovata associazione tra un livello significativo di angoscia, la diagnosi di malattia e il relativo trattamento, molti pazienti oncologici presentano un elevato livello di resilienza (Gouzman et al., 2015).

Il termine resilienza si riferisce a un processo di superamento di eventi spiacevoli, tra cui lo stress, il trauma e la malattia, e ai tratti di personalità associati a tale processo (Seiler & Jenewein, 2019). Le ricerche dimostrano che il superamento delle difficoltà legate alla diagnosi e al trattamento del cancro rappresenta un’opportunità di crescita personale, nonché di miglioramento del benessere mentale ed emotivo, potenzialmente associato a una migliore gestione della malattia (Danhauer et al., 2013; Ruini et al., 2013). Tuttavia, non tutti rispondono allo stesso modo alla diagnosi di cancro (Chan et al., 2006).

La comprensione dei fattori che influenzano la crescita post-traumatica e il livello di resilienza può avere importanti implicazioni cliniche e costituire un principio guida per la progettazione di interventi psicologici volti ad accelerare la guarigione e a migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici (Seiler & Jenewein, 2019). Il tumore maligno e gli interventi terapeutici necessari, spesso aggressivi, possono portare a numerose reazioni fisiche e psicosociali spiacevoli in questa tipologia di pazienti (Pahljina-Reinić, 2004). Oltre alle reazioni fisicamente spiacevoli e dolorose, nella popolazione di donne con tumore al seno può verificarsi un significativo disagio psicologico, sostenuto dalla paura della morte, dal timore di recidive, da reazioni sociali sfavorevoli, da difficoltà nelle relazioni di coppia e/o da una ridotta competenza professionale (Boškailo et al., 2021). Tali condizioni sono spesso accompagnate da reazioni emotive spiacevoli come sentimenti di impotenza, colpa, rabbia, paura, vergogna, ansia e depressione (Jørgensen et al., 2015). Le risposte emotive negative non sono solo legate a questioni esistenziali di vita e morte o di salute e malattia, ma anche alle forme di trattamento medico applicato. Ad esempio, gli interventi chirurgici e il trattamento con corticosteroidi, citostatici e radioterapia gravano sul normale funzionamento organico e causano cambiamenti nell’aspetto fisico (Boškailo et al., 2021). Tali cambiamenti nell’esperienza corporea possono condizionare una serie di disturbi nell’esperienza e nell’accettazione dell’immagine corporea (den Heijer et al., 2012). In relazione all’immagine corporea, esistono anche problemi di funzionamento psicosessuale che possono manifestarsi attraverso ansia rispetto ai rapporti sessuali, evitamento delle attività sessuali e/o mancanza di desiderio sessuale. Tali reazioni possono indurre difficoltà a stabilire o mantenere relazioni intime, necessità di isolamento sociale e ritiro da un contesto sociale più o meno ampio (Jankowska, 2013; M Braden et al., 2014).

La presenza di un tumore maligno rappresenta uno stimolo di stress che si riflette nel mantenimento dell’omeostasi psicofisica (Boškailo et al., 2021). In altre parole, i cambiamenti nello stato biochimico e fisiologico sono associati anche a cambiamenti nello stato cognitivo, emotivo e comportamentale. Così, ad esempio, possono verificarsi alterazioni del comportamento espressivo e del funzionamento adattivo, problemi di memoria e concentrazione, disturbi del sonno e dell’alimentazione (Boškailo et al., 2021). Le conseguenze psicofisiche citate, accompagnate da riflessioni negative sulla malattia, sull’esito del trattamento, sulla femminilità, sull’accettazione sociale, sulla maternità, sul successo professionale, possono indurre un’eccessiva preoccupazione per la propria esistenza (Ormuž et al., 2018).

Tumore al seno, resilienza e qualità di vita

Lo scopo dello studio di Boškailo e colleghi (2021) è stato quello di indagare l’associazione tra resilienza e qualità di vita nelle donne con tumore al seno.

 Ad oggi sono stati condotti numerosi studi in tutto il mondo che hanno affrontato l’associazione tra resilienza e qualità di vita nelle pazienti con tumore al seno (Borgi et al., 2020; Kennedy et al., 2017). Molti autori affermano che la resilienza implica un buon esito in presenza di fattori di stress e che è importante studiare i meccanismi che influenzano l’insorgenza dello stress e il coping nelle donne con tumore al seno per aumentare i livelli di resilienza (Borgi et al. 2020, Kennedy et al. 2017). Uno studio che ha analizzato la relazione tra resilienza e qualità della vita nelle pazienti affette da cancro al seno mostra che il sostegno della famiglia e le relazioni sociali sono tra i fattori più significativi che contribuiscono a rafforzare la resilienza e hanno un impatto positivo a livello fisico ed emotivo (Kugler, 2001).

Lo studio di Boškailo e colleghi (2021) è stato condotto presso la Clinica di Oncologia dell’Ospedale Clinico Universitario di Mostar e ha incluso 60 partecipanti. L’obiettivo è stato raggiunto attraverso l’utilizzo di un questionario socio-demografico appositamente realizzato per questa ricerca, di un questionario sulla qualità della vita (World Health Organization Quality of Life Bref) e di un questionario sulla resilienza psicologica (Connor Davidson Resilience Scale-25).

I risultati dello studio hanno mostrato che i soggetti trattati con la radioterapia hanno ottenuto risultati statisticamente migliori nei test che valutano la qualità della vita, della salute mentale, delle relazioni sociali e dell’ambiente rispetto ai soggetti trattati con la chemioterapia (Boškailo et al., 2021). Rispetto alle altre aree della qualità di vita e alla resilienza, non ci sono differenze statisticamente significative tra i soggetti trattati con radioterapia e chemioterapia (Boškailo et al., 2021). Non ci sono correlazioni statisticamente significative nemmeno tra il livello di resilienza e le aree della qualità di vita nelle donne con tumore al seno (Boškailo et al., 2021).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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