Lo studio di Yousefi e Talib (2022) si è posto l’obiettivo di indagare i fattori legati ai disturbi di personalità nei detenuti della prigione centrale di Sanandaj, in Iran.
La classificazione dei disturbi di personalità
I disturbi di personalità vengono definiti come un pattern pervasivo e persistente di tratti disadattivi che coinvolgono due o più delle seguenti aree di funzionamento: cognitiva, affettiva, interpersonale e controllo degli impulsi. Causano disagio clinicamente significativo e/o compromissione del funzionamento in una o più aree di vita, come l’idea di sé, le relazioni interpersonali e l’ambito lavorativo (APA, 2013). Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali nella sua quinta edizione (DSM-5; APA, 2013) sottolinea come questi disturbi siano legati principalmente a due sfere di problematicità: auto-identità e funzionamento interpersonale. Le problematiche relative all’auto-identità riguardano un’immagine di sé instabile, autostima, incoerenza nei valori/ obiettivi e aspetto/modi di vestire peculiari. Per quanto riguarda il funzionamento interpersonale invece, ci si riferisce alla difficoltà nello sviluppare e/o mantenere relazioni interpersonali stabili e intime. Generalmente è possibile effettuare una diagnosi dopo i 18 anni di età. La prevalenza di questi disturbi nella popolazione mondiale è di circa il 6% (Hart et al., 2018).
Nel DSM-5 i dieci disturbi di personalità elencati al suo interno vengono suddivisi in tre gruppi, detti cluster (A, B e C), in base alle somiglianze e differenze con cui questi disturbi si manifestano. Di seguito è riportato un breve elenco con le caratteristiche principali di ogni condizione.
Cluster A (eccentrico):
- Paranoide: diffidenza e sospettosità
- Schizoide: disinteresse
- Schizotipico: eccentricità
Cluster B (drammatico):
- Narcisistico: grandiosità
- Istrionico: teatralità
- Borderline: abbandono, instabilità idea di Sé/relazioni
- Antisociale: irresponsabilità sociale
Cluster C (timoroso/pauroso):
- Evitante: evitamento
- Dipendente: necessità di accudimento/ dipendenza da altri
- Ossessivo-compulsivo: perfezionismo
I disturbi di personalità –se in forma severa– possono avere un ruolo importante nello sviluppo e messa in atto di comportamenti violenti (Esbec & Echeburùa, 2010). Fin dall’inizio del XIX secolo, gli individui affetti da disturbi mentali sono stati identificati come più frequentemente coinvolti in crimini violenti rispetto a individui che non presentano questi disturbi (Nederlof et al., 2013). La letteratura ha identificato il legame tra crimini violenti e diversi tratti di personalità, come quelli propri dell’antisociale, del borderline, del narcisistico e del paranoide (Esbec & Echeburúa, 2010; Alevizopoulos & Igoumenou, 2016).
Per esempio, il disturbo antisociale, che nelle sue forme più severe può evolvere nella psicopatia, è frequentemente associato a crimini violenti proprio per le caratteristiche che conferisce agli individui con questa diagnosi: i soggetti con questo disturbo sono caratterizzati da egocentrismo patologico, mancanza di empatia e di rimorso, aggressività (de Pádua Serafim et al., 2014).
Sebbene i disturbi di personalità differiscano notevolmente nelle loro manifestazioni, si ritiene che siano esito di una combinazione e interazione tra fattori genetici e ambientali (Eysenck & Rachman, 2013; APA, 2013). Dunque, la personalità sembra giocare un ruolo importante nello sviluppo di comportamenti criminali, rafforzando l’ipotesi che alcuni individui avrebbero una maggior propensione a commettere atti criminali (Eysenck & Rachman, 2013; Boduszek et al., 2013).
I disturbi di personalità tra i detenuti
Lo studio di Yousefi e Talib (2022) si è posto l’obiettivo di indagare i fattori legati ai disturbi di personalità nei detenuti della prigione centrale di Sanandaj, in Iran.
I partecipanti selezionati per questo studio erano 343 detenuti, di cui 329 uomini e 14 donne. I partecipanti hanno compilato il Millon Clinical Multiaxial Inventory (MCMI), un test che valuta i disturbi di personalità e le patologie psichiatriche.
I risultati maggiormente rilevanti hanno messo in luce la presenza di disturbi di personalità del cluster B (narcisistico, istrionico, borderline, antisociale) in 99 partecipanti (ovvero 29% del campione totale). Il cluster B è risultato avere una relazione significativa con il livello di istruzione elementare. È interessante notare come l’impulsività sia una caratteristica che generalmente inficia sul successo scolastico; inoltre, impulsività, instabilità emotiva e uno stile di vita irresponsabile sono tipici dei disturbi del Cluster B (Mateus et al., 2021).
Il genere maschile e il livello di istruzione elementare sono risultati significativamente correlati ai disturbi di personalità del Cluster A (paranoide, schizoide, schizotipico).
Il Cluster C (evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo) è risultato avere una relazione significativa con il genere maschile, il livello di istruzione elementare, la disoccupazione, il reato di furto e aggressione.
Sulla base di questi risultati, potrebbero essere molto utili interventi psicologici e psichiatrici mirati alla gestione di questi aspetti di personalità disadattivi, per favorire una più efficace re-integrazione dei detenuti nella società.