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Il ruolo dello psicologo in ambito dell’assistenza umanitaria e della cooperazione allo sviluppo

Il gruppo istituito dal CNOP ha individuato l’assistenza umanitaria e la cooperazione allo sviluppo come “Ambiti Emergenti” del lavoro dello psicologo

Di Gloria Angelini

Pubblicato il 17 Apr. 2023

L’articolo affronta il tema dell’assistenza umanitaria e della cooperazione allo sviluppo come un ambito emergente del lavoro dello psicologo.

 

 Viene sottolineato come questo nuovo e complesso ambito di intervento rappresenti una sfida e un’opportunità per i professionisti del settore, richiedendo conoscenze e competenze afferenti sia all’area delle scienze psicologiche sia delle scienze politiche. Viene poi descritto il lavoro dello psicologo in questi contesti, inclusi gli obiettivi e le attività, nonché le specifiche competenze richieste. Infine, viene descritto il profilo dello specialista e le opportunità lavorative in questo campo.

Gli ambiti emergenti

Il gruppo istituito dal Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi ha individuato l’assistenza umanitaria e la cooperazione allo sviluppo come uno degli “Ambiti Emergenti” del lavoro dello psicologo.

Per “Ambiti Emergenti” si fa riferimento a contesti diversi da quello clinico/sanitario, ovvero tutte le nuove aree in cui si rendono necessarie le conoscenze e le competenze dello psicologo.

Ciò di cui parleremo in questo articolo riguarda proprio uno degli ambiti d’intervento emergenti della professione dello psicologo: l’assistenza umanitaria e la cooperazione allo sviluppo.

Sia nei Paesi in via di sviluppo sia in Italia, in materia di diritti umani, tutela dei diritti dell’infanzia e dei giovani, cambiamenti nelle politiche sociali e sanitarie, la psicologia è diventata un campo di riferimento e una professione essenziale.

Questo nuovo e complesso ambito di intervento rappresenta allo stesso tempo una sfida e un’opportunità per i professionisti del settore. Per rispondere efficacemente a questo nuovo bisogno su scala umanitaria è necessario “integrare la promozione del benessere con dispositivi normativi che promuovono e tutelano i diritti della persona, le competenze organizzative e progettuali, le nozioni giuridiche e la conoscenza dei contesti e degli attori istituzionali e non governativi” (CNOP, 2019). La complessità degli interventi in questo ambito è legata anzitutto alle condizioni di emergenza, oltre che a fattori quali l’inter-disciplinarietà, la cross-culturalità e l’instabilità del contesto sociale in cui si opera. Dato ciò il CNOP (2019) ha delineato una serie di caratteristiche specifiche che lo psicologo interessato a questo ambito lavorativo deve possedere, considerando la legislazione internazionale (Organizzazione delle Nazioni Unite), comunitaria (Unione Europea) e nazionale (Italia) di riferimento.

Obiettivo di questo articolo è proprio quello di riportare brevemente quanto indicato dal gruppo di lavoro del CNOP (2019) in materia.

Assistenza umanitaria

In ambito internazionale si fa riferimento ad assistenza umanitaria se l’intervento è causato da un’emergenza complessa, dura al massimo 6 mesi e procede attraverso progetti coordinati tra agenzie di soccorso (Rossi, 2010).

L’aiuto umanitario consiste nel fornire sostegno materiale e logistico a persone colpite da catastrofi naturali, come terremoti e tsunami, o provocate dall’uomo, come conflitti armati e guerre. Ad oggi, circa l’80% delle esigenze umanitarie hanno origine da conflitti armati (Consiglio dell’Unione europea, 2022).

L’aiuto umanitario prevede diverse attività di soccorso, tra cui la fornitura di cibo e sostegno alimentare, acqua e servizi igienico-sanitari, rifugio, assistenza sanitaria, protezione da violenza fisica o psicologica, inclusa la violenza sessuale e di genere, istruzione in situazioni di emergenza e assistenza in denaro (Consiglio dell’Unione europea, 2022).

Cooperazione allo sviluppo

Si parla invece di cooperazione allo sviluppo se l’intervento avviene in un contesto estero di post-emergenza, emergenza cronica o sottosviluppo, e procede per progetti a lungo termine (Rossi, 2010).

L’Unione Europea (2018) spiega che la cooperazione allo sviluppo significa “concentrarsi sugli aspetti economici, sociali e ambientali dello sviluppo: generare crescita economica, conservando al contempo le risorse naturali e tutelando i diritti delle persone più vulnerabili. Significa anche andare oltre il mero aiuto, cooperando con i partner per migliorare la governabilità in linea con i nostri valori condivisi e rinforzare gli standard normativi al fine di promuovere gli investimenti, sia tra i Paesi partner, sia in Europa.”

Sono 5 le aree primarie nelle quali si coopera per garantire uno sviluppo sostenibile, definite dall’Unione Europea (per esempio, 2018).

  • Persone: porre fine alla fame e garantire dignità e uguaglianza.
  • Pianeta: proteggere le generazioni future dalla catastrofe ambientale e dall’esaurimento delle risorse.
  • Prosperità: garantire una vita prospera e appagante in armonia con la natura.
  • Pace: creare società pacifiche, giuste e inclusive.
  • Partenariato: lavorare sullo sviluppo attraverso un solido partenariato globale.

Il lavoro dello psicologo: risvolti operativi

 Uno psicologo nel campo dell’assistenza umanitaria e della cooperazione allo sviluppo è un professionista che utilizza conoscenze, tecniche e strumenti psicologici per lavorare principalmente a livello internazionale, all’interno di progetti di aiuto a comunità che si trovano a fronteggiare gravi crisi umanitarie causati da conflitti armati, flussi migratori su larga scala, diffusione di epidemie, e grandi disastri ambientali. Oppure può collaborare a progetti di cooperazione allo sviluppo finanziati da organizzazioni internazionali o non governative in Paesi che stanno superando una grave emergenza. Si occupa di questioni psicosociali, progettando, supervisionando, monitorando e valutando progetti o azioni specifiche. Da una prospettiva culturale, in un Paese può promuovere e sostenere attivamente sia la salute mentale che il benessere mentale nell’ottica del rispetto dei diritti umani. Oltre a fornire supporto psicologico al personale straniero nelle fasi di preparazione, intervento e post-intervento, piuttosto che al gruppo in caso di lutto e/o perdita di volontari, svolge attività di consulenza e cooperazione con organizzazioni non governative o altri gruppi e/o associazioni per quanto riguarda la selezione dei volontari e del personale, la formazione del personale straniero e di quello sul campo.

Il profilo dello specialista

Allo psicologo interessato ad operare in questo complesso ambito sono richieste conoscenze e competenze afferenti sia all’area delle scienze psicologiche sia delle scienze politiche.

Oltre all’iscrizione all’Albo A dell’Ordine degli Psicologi, è necessario essere preparati su teoria e pratica gestione dello stress, del trauma psichico e della psicologia dell’emergenza, nonché le linee guida in ambito di salute mentale e intervento psicosociale nel caso di interventi in condizioni di emergenza. Bisogna inoltre conoscere i fondamenti della psicologia di comunità, della psicologia sociale e dell’etno-psicologia.

Riguardo all’area delle scienze politiche è importante conoscere il diritto internazionale, i diritti umani, dei minori e di genere, nonché i principi base della cooperazione internazionale.

Data la natura internazionale di questo contesto lavorativo, è richiesto di parlare fluentemente almeno l’inglese e il francese; per lo stesso motivo è utile possedere degli strumenti di analisi dei contesti locali nei paesi in via di sviluppo. A questo proposito è importante saper gestire l’intero ciclo di uno specifico progetto di intervento sociale: dalla programmazione alla progettazione, dal monitoraggio alla valutazione degli interventi e la relativa pianificazione finanziaria.

Questo tipo di interventi fanno capo ad Organizzazioni non Governative (ONG), agenzie internazionali e settore dei servizi in generale che, pertanto, offrono opportunità lavorative. In questo ambito i rapporti di lavoro sono tipicamente di natura contrattuale e relativi a progetti definiti, gli annunci per le posizioni aperte sono generalmente accessibili tramite apposite sezioni all’interno dei siti delle agenzie/organizzazioni di competenza.

Conclusioni

In conclusione, il contributo degli psicologi in questo Ambito Emergente comprende il supporto psicologico negli interventi a favore di persone colpite da guerre, calamità o emergenze complesse, nonché la progettazione di azioni di prevenzione e sviluppo nei programmi umanitari, a breve e lungo termine.

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Redattrice di State of Mind

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