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Dipendenza affettiva. Diagnosi, assessment e trattamento cognitivo-comportamentale – Recensione

Il volume "Dipendenza affettiva" presenta le linee guida di trattamento integrato cognitivo comportamentale per la dipendenza affettiva

Di Enrica Gaetano

Pubblicato il 31 Mar. 2023

Aggiornato il 03 Apr. 2023 09:17

Il libro “Dipendenza affettiva” è organizzato in tre parti principali: (1) la descrizione clinica e la spiegazione del modello di origine della dipendenza affettiva, (2) la fase di valutazione e assesment con il paziente e infine (3) la fase di intervento e trattamento.

La dipendenza affettiva

 Non è facile dare una definizione univoca e un inquadramento diagnostico alla dipendenza affettiva anche se questo termine è ad oggi largamente diffuso. Negli ultimi decenni, il tema della dipendenza affettiva ha conosciuto un rapido sviluppo anche a causa del crescente numero di pazienti che si sono rivolti a professionisti della salute mentale per sintomi ansiosi o depressivi riconducibili a relazioni sentimentali interrotte ma ancora dolorosamente presenti e indispensabili per la loro vita. Nonostante essa non sia ancora riconosciuta dai sistemi nosografici attuali e manchi di conseguenza di un protocollo efficace di trattamento, rimane presente sulla bocca di tutti.

Alla luce di queste lacune, il volume di Antonella Lebruto, Giulia Calamai, Laura Caccico e Valentina Ciorciari, edizioni Centro Studi Erikson, rappresenta il tentativo di offrire un modello di concettualizzazione della dipendenza affettiva, che tenga conto dei fattori di vulnerabilità e di mantenimento, oltre che di valutazione e trattamento. In questo originale modello, la dipendenza affettiva appare simile ad una “sindrome” che ha una sua origine in uno stile di attaccamento disfunzionale e in specifici fattori temperamentali che predispongono l’individuo ad una difficoltà nella regolazione delle emozioni. In particolare la difficoltà nella regolazione della paura dell’abbandono e l’intolleranza della sofferenza rappresentano il motore che influenzerebbe la strutturazione di processi cognitivi e strategie di coping impulsive e compulsive volte a mantenere la relazione con l’oggetto d’amore. Il dipendente affettivo, attivato da specifici stimoli, attraverserebbe dapprima una “fase impulsiva”, in cui è preponderante la ricerca del contatto con il partner, e successivamente una “fase compulsiva” dove è dominante e incessante il controllo della relazione.

Il sano entusiasmo e la gratificazione che caratterizza e arricchisce una relazione romantica, nella dipendenza affettiva lascia il posto all’impoverimento e all’incapacità di rinunciare e lasciare andare un legame che genera sofferenza e insoddisfazione. Il trattamento pertanto avrà come obiettivo la modifica e la cessazione dei comportamenti di dipendenza e ciò che mantiene la persistenza dell’esperienza di craving.

Il libro

Il libro “Dipendenza affettiva” è organizzato in tre parti principali: (1) la descrizione clinica e spiegazione del modello di origine della dipendenza affettiva, (2) la fase di valutazione e assesment con il paziente e infine (3) la fase di intervento e trattamento.

 La prima parte è pertanto dedicata all’illustrazione dei meccanismi che darebbero origine alla dipendenza affettiva, che integrano le evidenze neurobiologiche sul circuito della ricompensa con i meccanismi cognitivi e comportamentali di rinforzo. Una predisposizione biologica e temperamentale associata ad una vulnerabilità nello stile di attaccamento favorirebbe il rischio di una mancata capacità di regolazione delle emozioni nella persona che si ritroverebbe di conseguenza a ricercare massicciamente il partner nel tentativo di gestire vissuti intollerabili legati alla paura dell’abbandono. La relazione amorosa e il partner non rappresentano più una fonte di sicurezza, protezione e vicinanza ma diventano “strategie” a cui la persona ricorre compulsivamente per gestire vissuti sgradevoli e ricercare sollievo.

A sua volta, la messa in atto di comportamenti compulsivi (es. controllo dei profili social del partner, richieste sempre maggiori di passare del tempo insieme in maniera esclusiva) aumenterebbe nella persona la percezione di mancanza di controllo e lo stato di tensione generato dall’astinenza; la persona persiste nel comportamento problematico nonostante gli elevati costi e i danni a lungo termine. In poche parole, la sofferenza va a sostituire la piacevolezza della relazione emotiva.

La seconda parte è dedicata all’assesment dei diversi fattori predisponenti, precipitanti e di mantenimento, oltre che alla valutazione degli aspetti sintomatologici, cognitivi, metacognitivi e comportamentali della dipendenza affettiva tramite l’uso di diversi strumenti e tecniche come: il diagramma di concettualizzazione cognitivo, l’analisi funzionale del comportamento, l’identificazione di metacredenze positive e negative sul rimuginio desiderante associato al craving.

Infine, l’ultima parte si concentra sul trattamento integrato che prevede una fase iniziale di psicoeducazione sulla dipendenza affettiva, di accertamento dello stato motivazionale della persona al cambiamento, alla riduzione degli stati corporei legati al craving, all’identificazione e alla comunicazione assertiva dei propri bisogni psicologici fino allo sviluppo e all’apprendimento di abilità nuove e alternative di regolazione emotiva. Le autrici sottolineano come l’intervento per questo tipo di “sindrome” debba essere necessariamente integrato, ovvero debba prendere in considerazione l’utilizzo di diverse tecniche e strumenti afferenti a diversi approcci come quello cognitivo-comportamentale, metacognitivo, mindfulness e della terapia dialettico-comportamentale.

In conclusione, il libro risulta molto scorrevole, ricco di esperienza clinica e prove basate sull’evidenza. Dunque, ci sentiamo di consigliarlo a quei professionisti che si misureranno con le relazioni “malate” e disfunzionali dei loro pazienti e che potrebbero trovare supporto grazie al protocollo integrato proposto dalle autrici del manuale. Molto interessanti le pagine dedicate alle diagnosi differenziali e agli aspetti sintomatologici che potrebbero aiutare il clinico a distinguere la dipendenza affettiva da quella sessuale, dalla co-dipendenza, dal disturbo ossessivo-compulsivo, dal disturbo dipendente di personalità e dall’ansia da separazione.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • A. Lebruto, G. Calamai, L. Caccico, V. Ciorciari (2022). Dipendenza affettiva. Diagnosi, assessment e trattamento cognitivo-comportamentale. Guide Psicologia, Erikson.
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