La revisione sistematica di Fletcher e Delgadillo (2022) ha lo scopo di mettere in luce l’influenza dei tratti di personalità del terapeuta sul processo di psicoterapia e sui relativi esiti.
Personalità e psicoterapia
Per molto tempo, la letteratura sull’argomento si è occupata di provare solo l’associazione fra il profilo di personalità del paziente e l’andamento della psicoterapia, senza considerare il ruolo delle caratteristiche personali del terapeuta.
Con il termine personalità s’intende “l’organizzazione dinamica dei sistemi psicofisici dell’individuo, che ne determinano il comportamento e il pensiero” (Allport, 1961, p.28). Essa differisce fra gli individui in base ai tratti, ossia modi stabili di pensare, sentire e agire che possono sinteticamente essere riassunti in un modello a cinque fattori, il Five Factor Model (FFM; McCrae e Costa, 1987). Quest’ultimo sarebbe in grado di descrivere in modo sufficientemente completo e dimensionale la struttura di personalità individuale in base a 5 macro-tratti:
- Apertura all’esperienza, ovvero la disponibilità ad accogliere nuove idee ed esperienze;
- Coscienziosità, ovvero la tendenza ad essere organizzati, responsabili, perseveranti;
- Estroversione, ovvero la tendenza a ricercare interazione con gli altri e con l’ambiente;
- Gradevolezza, ovvero l’inclinazione ad essere amichevoli e cooperativi;
- Nevroticismo, ovvero la propensione ad essere instabili emotivamente;
Data l’innegabile influenza della personalità su una serie di risultati educativi, professionali e di vita, non è così difficile ipotizzare che i suoi tratti possano essere rilevanti anche nella pratica psicoterapeutica, dove al centro c’è un processo di tipo interpersonale e relazionale (Fletcher e Delgadillo, 2022). Gli studi basati sul Five Factor Model, tuttavia, fino ad ora si sono prevalentemente concentrati sul dimostrare le associazioni fra i tratti di personalità del paziente e variabili terapeutiche come l’alleanza (Hirsh et al., 2012), la partecipazione e l’aderenza al trattamento (Beauchamp et al., 2011; Bagby et al., 2016) e i suoi esiti (Ogrodniczuk et al., 2003). Molto meno si sa sulla potenziale rilevanza del profilo di personalità del terapeuta, se non a partire da qualche ricerca sporadica e dai risultati inconcludenti (Fletcher e Delgadillo, 2022).
Per colmare questa lacuna, Fletcher e Delgadillo (2022) hanno condotto una revisione sistematica degli studi che, fino a questo momento, hanno indagato le associazioni fra i cinque grandi tratti di personalità nei terapeuti con i processi e gli esiti della psicoterapia, avanzando per la prima volta una ricerca focalizzata sulla sintesi delle conclusioni finora tratte sull’argomento.
Personalità del terapeuta: le variabili dello studio
Precisamente, i tratti considerati per la personalità dei terapeuti erano quelli del Five Factor Model, mentre i domini di processo e di esito trattamentale contemplati si riferivano a:
- Orientamento terapeutico, nello specifico il modello cognitivo-comportamentale, psicodinamico e umanistico-esistenziale;
- Competenze interpersonali, fra cui empatia, genuinità, rispetto, funzione espressiva;
- Competenze terapeutiche, fra cui competenze relazionali di base, stile relazionale affermativo, senso di agentività;
- Aderenza al modello, in termini di fedeltà alle procedure;
- Esiti del trattamento, in termini di riduzione del disagio, della sintomatologia e miglioramento del funzionamento psicologico;
- Alleanza terapeutica, intesa come accettazione del paziente e non antagonismo relazionale;
- Resilienza, stress e soddisfazione lavorativa del terapeuta, in riferimento al senso di auto-efficacia professionale e di esaurimento delle energie.
Incrociate le conclusioni di una dozzina di studi, i risultati più consistenti hanno provato un’influenza significativa dei tratti di personalità del terapeuta nella scelta dell’orientamento terapeutico e nelle sue competenze interpersonali (Fletcher e Delgadillo, 2022).
Personalità del terapeuta: i risultati dello studio
Per quanto riguarda la prima variabile, è emerso che una maggiore coscienziosità del terapeuta è associata all’orientamento cognitivo-comportamentale, una maggiore apertura all’esperienza e un più alto nevroticismo sono correlati all’orientamento psicodinamico e maggiori apertura all’esperienza e gradevolezza sono associate all’orientamento umanistico-esistenziale. Del resto, rispettivamente, il primo approccio privilegia obiettivi, compiti e procedure (Reinecke e Freeman, 2003), in accordo con una tendenza personologica coscienziosa; il secondo si basa su concetti astratti, che necessitano di una disposizione alla fantasia e alla curiosità intellettuale (Arthur, 2001); il terzo si concentra sulla comprensione dell’unicità dell’individuo, per cui è indispensabile una certa tendenza all’altruismo e all’empatia (Tremblay et al., 1986).
Per quanto riguarda la seconda variabile, sono emerse prove che testimoniano come competenze interpersonali terapeuticamente vantaggiose (come empatia, rispetto e funzione espressiva) siano associate a maggiori livelli di gradevolezza, estroversione e apertura del terapeuta. D’altronde, questi tratti sono correlati a comportamenti di calore, gentilezza e socialità in presenza di altri (McCrae e Costa, 1987), indispensabili a coinvolgere l’interlocutore nelle conversazioni e a considerarne i bisogni (Simpson et al., 1993). Questa associazione risulta importante se si ricorda la premessa sociale e relazionale in cui viene erogato l’intervento terapeutico (Schottke et al., 2017).
Se significativi sono i risultati in merito alle associazioni fra personalità del terapeuta, scelta nell’orientamento terapeutico e competenze interpersonali, meno consistenti sono le prove in merito all’influenza delle caratteristiche personali del terapeuta su altri aspetti del processo terapeutico e degli esiti trattamentali (Fletcher e Delgadillo, 2022). Infatti, l’aderenza al modello terapeutico e alle sue procedure sembra correlare negativamente con il tratto di apertura all’esperienza, anche se questa associazione non è stata riscontrata in maniera ricorsiva tra gli studi esaminati. Inoltre, non è stato possibile trarre conclusioni definitive riguardo alla relazione fra i tratti personologici del terapeuta e le competenze terapeutiche, gli esiti del trattamento, l’alleanza terapeutica e la resilienza e soddisfazione lavorativa del terapeuta.
Conclusioni
Di fatto, è possibile concludere che la relazione fra personalità, processi e risultati di cura è molto complessa e che, in futuro, essa richiederà disegni di ricerca che possano approfondire le interazioni fra questi domini. In particolare, ricerche future sulle associazioni e somiglianze fra i tratti di personalità del terapeuta e del paziente, oggi ancora limitate, potrebbero essere particolarmente utili e informative (Fletcher e Delgadillo, 2022).