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La sintomatologia internalizzante nel contesto scolastico: il ruolo preventivo di metacognizione, insegnamento efficace e programmi evidence-based

Report dal Simposio "Sintomatologia internalizzante nel contesto scolastico", tenutosi durante la prima giornata del Congresso CBT-Italia

Di Gloria Angelini

Pubblicato il 07 Nov. 2022

Firenze, dalla prima giornata del Congresso CBT-Italia 2022.

Nel pomeriggio della prima giornata di Congresso ha avuto luogo uno dei Simposi dedicati all’età evolutiva, ovvero “La sintomatologia internalizzante nel contesto scolastico: il ruolo preventivo di metacognizione, insegnamento efficace e programmi evidence-based”

 

Nel pomeriggio della prima giornata di Congresso ha avuto luogo uno dei Simposi dedicati all’età evolutiva. Il Simposio, condotto dalla Dott.ssa Clarice Mezzaluna, psicologa psicoterapeuta e Responsabile della scuola di specializzazione di Studi Cognitivi per la sede di San Benedetto del Tronto, ha focalizzato l’attenzione dell’uditorio sulla scuola. Il contesto scolastico è qui inteso come contesto che promuove lo sviluppo socio-emotivo del bambino, in quanto primo ambiente extra-familiare nel quale può mettersi alla prova nelle relazioni sociali con i pari e con gli adulti.

Il benessere degli studenti e degli insegnanti determina il clima in classe che è fondamentale per lo sviluppo adeguato e armonioso del bambino. Perciò, tutelare e promuovere la salute psicologica di bambini e insegnanti attraverso specifici programmi di intervento erogabili proprio nelle scuole ha un importante valore sociale.

Il ruolo degli insegnanti

La Dott.ssa Lucia Candria ci racconta che proprio l’intervento con gli insegnanti è l’oggetto dello studio condotto insieme al gruppo di ricerca. Dato che gli insegnanti possono riscontrare varie difficoltà nel gestire le molteplici sfide quotidiane associate alla loro professione e questo può generare frustrazione, stress e burnout che ha effetti negativi sul clima in classe, è stato proposto un programma di formazione finalizzato a migliorare la comprensione dei comportamenti problematici messi in atto degli alunni, acquisire nuove modalità e strategie di gestione della classe e promuovere una maggiore comprensione e consapevolezza delle difficoltà personali emotive che l’insegnante può incontrare nel proprio lavoro. La Dott.ssa Candria spiega che il progetto formativo ha permesso agli insegnanti di spostare l’attenzione sul riconoscimento precoce delle problematiche e le modalità per affrontarle, sulla gestione proattiva della classe, l’apprendimento cooperativo, l’uso del problem solving e la comunicazione efficace.

Funzioni esecutive, metacognizione e ansia in studenti con e senza DSA

Nell’ottica di esplorare la sintomatologia che interferisce con lo sviluppo adeguato e armonico dell’individuo, la Dott.ssa Marika Ferri introduce lo studio che ha esplorato la relazione tra funzioni esecutive (FE), metacognizione e disturbi d’ansia, in bambini e preadolescenti con e senza DSA. La Dott.ssa Ferri ha riportato che dalle analisi è emerso che la fragilità nelle FE può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di difficoltà emotive legate all’ansia e che le metacredenze positive possono incidere sulle FE e sull’ansia sperimentata dal bambino. Inoltre sottolinea che la relazione tra FE, metacognizione e disturbi d’ansia è un’importante area di intervento clinica per la comprensione delle vulnerabilità emotive e cognitive nel caso di ragazzi con DSA.

Gli interventi di prevenzione

Infine, degli interventi di prevenzione rispetto a sintomi psicopatologici nel contesto scolastico ci parla la Prof.ssa Simona Scaini, che discute i risultati di un suo recente studio sull’utilizzo del Cool Kids Program proposto in alcune scuole come programma universale per la prevenzione dell’ansia infantile. La Prof.ssa Scaini ci aiuta a capire che per universale si intende un programma di prevenzione offerto alla popolazione generale e senza screening clinico, quindi non a una specifica popolazione subclinica. Poi prosegue illustrando lo studio e o risultati, i quali mostrano che a seguito del programma i ragazzi (10-13 anni) hanno mostrato una significativa diminuzione dei sintomi ansiosi, soprattutto riguardo all’ansia totale, somatica, generalizzata, da separazione, sociale e fobia scolare; inoltre, anche i sintomi depressivi sono diminuiti dopo il trattamento. La Prof.ssa Scaini evidenzia la necessità di replicare lo studio discusso, sebbene esso contribuisca a validare il Cool Kids come programma universale evidence-based per la prevenzione dell’ansia infantile nel contesto scolastico.

Per concludere, la Dott.ssa Ludovica Giani, in qualità di Discussant, pone degli interessanti quesiti ai relatori riguardo al ruolo, quale fattore di rischio o protezione, dell’esperienza degli insegnanti nel riuscire a creare un adeguato clima in classe, riguardo alla gestione della comorbilità tra DSA e ADHD e riguardo al rischio di non lavorare in parallelo con i genitori per la gestione dei sintomi internalizzanti in un programma come il Cool Kids Program. Le domande sono di così ampio respiro che fungono da spunti di riflessione da cui poter partire per progettare nuovi studi oppure –perchè no– un congresso specifico!

 

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Gloria Angelini
Gloria Angelini

Redattrice di State of Mind

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