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Come l’aria in un abbraccio (2022) di Gallucci – Recensione del libro

"Come l’aria in un abbraccio" cerca di rispondere alle domande e ai dubbi che la maggior parte dei genitori di persone LGBTQ+ si pongono

Di Luca Daminato

Pubblicato il 18 Nov. 2022

“Come l’aria in un abbraccio” è un libro che fa da bussola a tutti quei genitori disorientati o impauriti dal coming out dei propri figli, in modo semplice ed onesto, grazie anche a varie testimonianze.

 

“Come l’aria in un abbraccio. Storie di genitori con figli e figlie lesbiche, gay, bisessuali, trans e queer” nasce dalla collaborazione del dottor Pier Luigi Gallucci, psicologo psicoterapeuta, e la onlus AGedO di Torino, con l’obiettivo di aiutare e accompagnare i genitori di persone LGBTQ+ lungo tutto il cammino che segue il coming out dei propri figli. Fin dalla sua nascita nel 1992, grazie alla lungimiranza della fondatrice Paola Dall’Orto, la onlus AGedO (Associazione Genitori di Omosessuali) si è posta l’obiettivo di supportare quei familiari di persone LGBTQ+ che ne avessero bisogno.

Con questo libro, l’autore cerca di rispondere proprio a domande e dubbi che la maggior parte dei genitori di persone LGBTQ+ portano.

Un libro che fa da bussola a tutti quei genitori disorientati o impauriti dal coming out dei propri figli, in modo semplice ed onesto, grazie anche a varie testimonianze, come quella di Luciana, dove emergono una serie di emozioni: il senso di colpa per non aver saputo capire il proprio figlio, il timore per le difficoltà che potrebbe incontrare, e lo scomodo disagio per ciò che conoscenti e amici avrebbero potuto dire circa l’orientamento sessuale di suo figlio. E poi la rinascita, sia dei genitori che delle relazioni familiari, grazie alla condivisione di tutte queste emozioni con gli altri componenti del gruppo AGedO di Torino.

La struttura del libro

Nel primo capitolo vengono spiegate le componenti dell’identità sessuale, anche grazie all’aiuto del Genderbread Person (qui la versione tradotta dal gruppo fluIDsex della Sigmund Freud University). I non addetti ai lavori hanno modo di imparare le caratteristiche del sesso biologico, dell’identità di genere, degli orientamenti affettivi e sessuali, e dell’espressione di genere, con varie parentesi circa l’età in cui l’identità sessuale ha maggiori cambiamenti: l’adolescenza. Oltre ai classici compiti evolutivi (es. avere maggiore autonomia), l’adolescente LGBTQ+ ha due compiti evolutivi specifici: costruire la propria autostima e identità sessuale positiva confrontandosi costantemente con un ambiente ricco di stereotipi, ed effettuare continui coming out.

Nel secondo capitolo, “La stanza dei figli. Il coming out visto dalle famiglie”, vengono illustrati i vari cambiamenti e reazioni al coming out da parte della famiglia, tramite la presentazione di modelli teorici come quello sul coming out di Vivienne Cass (1979) e il modello di Michael LaSala (2010), il quale unisce il punto di vista individuale con quello dei genitori. Viene, inoltre, dato spazio alle varie modalità in cui può avvenire il coming out (per esempio, comunicazione diretta tramite una lettera) e alle reazioni dei genitori. Viene poi illustrato come il coming out inneschi un processo simile a quello descritto da Kübler-Ross (1969) degli stadi dell’elaborazione del lutto, dato che viene meno l’immagine che il genitore aveva rispetto al/la figliӘ. E infine, il processo di coming out che i genitori stessi dovranno affrontare: i timori di eventuali reazioni negative, la vergogna, l’omobitransnegatività interiorizzata, l’aspettativa di rifiuto e molti altri processi dovuti principalmente al minority stress (ovvero lo stress cronico che le persone appartenenti a categorie sociali stigmatizzate sperimentano a causa dell’interazione con il gruppo maggioritario il quale le discrimina e vittimizza; Meyer). Come scrive il dott. Gallucci, “l’obiettivo diventa quindi lo stesso dei propri figli e figlie: riuscire ad accettarsi e a essere accettati per quello che si è, anche come famiglia”.

Successivamente, nel terzo capitolo, anche grazie alle varie testimonianze, viene dato spazio all’importanza dei gruppi come AGedO i quali forniscono un importante supporto emotivo, ed educativo, ai genitori.

“Si comincia a trovare prima il coraggio e poi la tranquillità di comunicare ad altre persone che il proprio figlio è gay o la figlia lesbica o bisessuale, trans o queer. Ci si scopre orgogliosi di loro, di come hanno saputo essere forti con se stessi e nel rivendicare il diritto al rispetto e alla felicità” (p. 96).

Infine, nel quarto capitolo, il lettore può trovare risposte alle domande che spesso i genitori di persone LGBTQ+ si pongono dopo il coming out, come: “Quali sono le cause dell’omosessualità? L’orientamento sessuale dipende dalle dinamiche famigliari?”, “In che cosa abbiamo sbagliato? È colpa nostra come genitori?”, e molte altre.

In conclusione, “Come l’aria in un abbraccio” è un libro di facile lettura che consente a genitori e familiari di persone LGBTQ+ di trovare risposte e uno spazio accogliente. il quale aiuta a validare e normalizzare eventuali timori, spesso retaggio della natura eterornomativa della società italiana.

Un libro che spiega in modo semplice e puntuale cosa voglia dire essere genitori di persone LGBTQ+, quali sono le sfide che i figli vivono e quali, invece, quelle che si vivono da genitore.

 

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