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Identità di Genere

L'identità di genere si configura come un’autodefinizione che un individuo si attribuisce in base al senso di appartenenza verso un genere

Sezione a cura di Caterina Borgese

Aggiornato il 19 lug. 2024

Che cos’è l’identità di genere?

Per molto tempo, le teorie sull’anatomia corporea e sulla genetica hanno avuto un ruolo significativo nella costruzione di un concetto di umanità divisa  in due categorie ben distinte: uomini e donne (Rafael et al., 2023). Contestualmente, inoltre, le categorie ‘’sesso’’ e ‘’genere’’ sono state spesso utilizzate erroneamente come sinomini. In realtà, quando parliamo di sesso ci riferiamo alle caratteristiche genetiche, ormonali e anatomiche che determinano se si è biologicamente maschio o femmina; il genere, invece, indica le caratteristiche psicologiche e culturali associate al sesso biologico (Shechner T., 2010).

Il concetto di identità di genere va completamente oltre ogni rigida classificazione e si configura come un’autodefinizione che un individuo si attribuisce in base al senso di appartenenza verso un genere che può essere maschio, femmina, non binario, neutro, fluido, genderqueer (Cooper et al., 2018). 

A partire dagli studi condotti negli anni ‘50 dallo psicologo e sessuologo John Money, questi aspetti sono stati implementati notevolmente ed è doveroso, pertanto, fare una distinzione tra le diverse tipologie di identità di genere. 

Identità di genere: una nuova terminologia

  • Cisgender: gli individui che si identificano nel sesso biologico individuato alla nascita. In questo caso identità di genere, sesso biologico e ruolo sociale corrispondono. 
  • Transgender: si riferisce ad una persona che si riconosce in un’identità di genere diversa da quella biologica attribuita alla nascita. 
  • Transessuale: coloro i quali si sottopongono ad un intervento sia chirurgico che ormonale per effettuare una transizione da un sesso all’altro. Il pronome utilizzato per riferirsi alle persone transgender non corrisponde al sesso biologico ma all’identità di genere. 
  • Non binary: si riferisce a tutti quegli individui che non riconoscono l’esistenza di due soli generi; al contrario la propria identità di genere può includere infinite possibilità oltre al maschile e femminile. Un altro termine utilizzato è Gender queer, per riprendere l’idea di un’identità di genere dinamica e in continua evoluzione. 
  • Genderfluid: si riferisce a tutte quelle persone che percepiscono il proprio genere come fluido; in tal senso in base alle situazioni si identificano a volte nel genere femminile, a volte in quello maschile e altre volte nel genere neutro. 
  • Gender questioning: coloro i quali non hanno ancora una risposta certa sulla loro identità di genere e continuano ad interrogarsi su questa.
  • Agender: le persone che non si identificano in nessun genere. 

Come si sviluppa l’identità di genere?

Esistono numerosi fattori di ordine biologico, sociale e psichico che contribuiscono allo sviluppo dell’identità di genere. Solitamente, già a partire dai 2 anni inizia a svilupparsi la consapevolezza dei ruoli, dell’aspetto fisico e delle forme di gioco ‘’di genere’’. Entro i 3 anni di età si verifica la capacità di distinguere il proprio genere. Tra i 3 ed i 7 anni invece si verifica una differenziazione più specifica dell’identità di genere quando i bambini iniziano a comprendere che il concetto di genere di un individuo rimane stabile nel tempo (van Schalkwyk et al., 2015). 

Disforia di genere

Il concetto di disforia di genere è stato introdotto nel DSM-5 per indicare una nuova classe diagnostica e riflette un cambiamento nella concettualizzazione della definizione del disturbo. Le edizioni precedenti del DSM consideravano i pazienti transgender come affetti da ‘’disturbo dell’identità di genere’’, al contrario l’introduzione di questo cambiamento contrasta l’idea che essere transgender sia una malattia mentale, pur mantenendo la possibilità per i medici di fornire un’etichetta per coloro i quali potrebbero soffrire di un disagio psichiatrico a causa di preoccupazioni legate al genere (van Schalkwyk et al., 2015)

La disforia di genere è una condizione che si presenta con malessere e disagio profondo nei confronti delle caratteristiche sessuate del proprio corpo, sentito come estraneo; lo stesso senso di estraneità viene provato per i comportamenti e gli atteggiamenti che sono tipici del proprio sesso, all’interno del quale il soggetto non si riconosce.

Bibliografia

  • Shechner T. (2010). Gender identity disorder: a literature review from a developmental perspective. The Israel journal of psychiatry and related sciences, 47(2), 132–138.
  • Cooper, K., Smith, L. G. E., & Russell, A. J. (2018). Gender Identity in Autism: Sex Differences in Social Affiliation with Gender Groups. Journal of autism and developmental disorders, 48(12), 3995–4006. 

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