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Genitori in trance – Intervista al produttore del podcast Giacomo Zito – FluIDsex

'Genitori in trance' può accompagnare tutti i genitori che si trovano nella trance e sensibilizzare il pubblico sul vissuto transgender

Di Greta Riboli, Luca Daminato, fluIDsex

Pubblicato il 28 Set. 2022

Intervista a Giacomo Zito, produttore del podcast Genitori in trance, dedicato ai genitori di persone transgender, al loro vissuto e a quello de* loro figl*.

Intervista a cura di Greta Riboli, Luca Daminato, Clinica Età Evolutiva di Milano

 

Genitori in trance, è il nuovo podcast prodotto da gli Ascoltabili, uscito a fine giugno 2022, scritto da Giacomo Zito e da Giuseppe Paternò Raddusa, e condotto dal neuropsichiatra infantile Furio Ravera, il quale farà conoscere al grande pubblico il vissuto di genitori di persone transgender e di conseguenza l’esperienza e le esigenze delle persone transgender stesse. Ognuno dei sei episodi racconta una storia diversa, ricca di sfaccettature emotive, e accompagnata dall’importante bisogno di rassicurazione, comprensione e informazione, che i genitori portano al dottor Ravera.

Genitori in trance può accompagnare tutti i genitori che si trovano nella trance, e sensibilizzare il pubblico sul vissuto transgender.

La sofferenza delle persone transgender è ben documentata in letteratura, così i timori dei protagonisti Tecla, Ranieri, Orlando, Paola, Amina e Angelo possono essere le storie dei genitori che si recano in terapia insieme ai propri figli per affrontare questo complesso percorso

Buon ascolto!

Intervistatore (I): Potrebbe spiegare al nostro pubblico di cosa parla “genitori in trance”?

Giacomo Zito (GZ): Genitori in trance è una serie in audio pensata e prodotta da Gli Ascoltabili che si concentra su un triplo livello narrativo. Ci sono persone giovanissime, alle prese con un’identità di genere differente rispetto al sesso assegnato loro alla nascita. Ci sono i genitori, che per paura o ignoranza non sanno come comportarsi rispetto alle decisioni de* figl*. Noi abbiamo deciso di raccontarle, queste paure, per combatterle e annientarle. Lo facciamo con il neuropsichiatra Furio Ravera, alla guida del “terzo livello”, che interagisce con i due piani più “familiari”.

I: Com’è nata l’idea di questo podcast?

GZ: Per combattere paure e pregiudizi. Spesso si guarda alle questioni dell’identità di genere – e a quelle, più in generale, dei corpi – come se si trattasse di capricci o di qualcosa di cui vergognarsi. Tutto “esplode” nella relazione tra genitore e figl*. Molto spesso si pensa a questi ultimi come “oggetti”, come “proprietà”. Non è questione di “tutela e affetto” non più di quanto sia smania di possesso e poca elasticità. Manca la volontà, da parte dei genitori, di lasciarsi educare da chi, seppur giovane, può avere piena autonomia nel capire cosa desidera per sé. È stata una scommessa, per noi de Gli Ascoltabili. Ma siamo molto felici di averlo fatto.

I: Da dove nasce il nome “genitori in trance”?

GZ: La trance, a volte, paralizza. Immobilizza. Questi genitori sono come “incantati” da quello che i ragazzi e le ragazze sentono di volere. L’identità di genere è qualcosa che ognuno di noi deve sentire autentica, autonoma, vera. Non possono esserci incursioni o interferenze. E per molti genitori sentirsi dire determinate cose come “sono non binario”, “sono una ragazza trans” è terrorizzante. Ma perché? Bisogna risalire alle origini di tutto questo. Nessuno nasce edotto su queste tematiche ma, senza salire sul piedistallo e giudicare, si può imparare tanto. Ma “dalla trance”, come ripete il dottor Furio Ravera, “si può uscire”.

I: Cosa vi ha spinto a ideare e poi registrare questo podcast? E perché proprio questo formato?

GZ: Con Gli Ascoltabili sperimentiamo tutte le opportunità che i contenuti audio possono offrire, combinandole agli input che il mondo ci dà, rielaborandole – lo facciamo da sempre – in forma narrativa. Genitori in trance non fa eccezione. Abbiamo riscritto i “flussi emotivi” dei genitori, mettendoli in dialogo con il dottor Ravera. Loro si lasciano andare alle loro paure e alle insicurezze, Ravera interviene e spiega dove sbagliano e come possono migliorare. Il podcast, in questo senso, è il formato perfetto: ti permette di entrare nei temi senza avere altro a distrarti. Ci sono solo le parole e i pensieri.

I: Chi dovrebbe ascoltare questo podcast?

GZ: Quando facciamo un podcast speriamo sempre che arrivi a tutti e tutte. Non c’è un target preciso. Sì, è chiaro: parliamo ai genitori e li rassicuriamo – anche se non c’è niente da rassicurare, non si può pensare di formare la propria identità di genere su misura della felicità di mamma e papà. Però si può imparare: Ravera convince i protagonisti a sgrossarsi da ogni pregiudizio. Il problema è che nel mondo di oggi i pregiudizi non ce li hanno solo i genitori, ma molte altre persone. Ci si spaventa a usare i pronomi corretti, si prendono cantonate pazzesche, si insulta, alle volte. Si preferisce non conoscere piuttosto che concentrarsi un attimo e imparare. Con Giuseppe Paternò Raddusa, che ha scritto la serie insieme a me, ci siamo immersi in storie vere, abbiamo letto, abbiamo visto… Il grave problema è che spesso manca la volontà.

I: C’è una puntata che preferisce rispetto alle altre? Se si, perché?

GZ: Quella di Orlando, un padre molto religioso che non comprende perché sua figlia, cui è stato assegnato il sesso maschile alla nascita, non si identifichi nel genere che Orlando –e la società tradizionalista– vorrebbero. È interessante perché ci sono tanti temi complessi e interessanti (la religione, la possibilità di iniziare un percorso di transizione, etc.) che Ravera tratta con grande autorevolezza. Si parla anche di questioni di identità di genere in culture lontane dalla nostra, che per certi aspetti sanno essere più avanti di noi.

I: Che ruolo ha il dottor Ravera nel podcast?

GZ: Ravera è un neuropsichiatra, lavora con gli adolescenti da un sacco di tempo, insieme abbiamo fatto un podcast che si chiama, Gli adolescenti si fanno male, dedicato alle dipendenze e alle debolezze dei più giovani. Era inevitabile, per noi, tornare a lavorare insieme. Furio è una persona estremamente competente, e questo lo dimostrano i numerosi saggi e il suo percorso professionale longevo e intenso. Ma ha anche una dimensione umana di ascolto e di profondità che sono fondamentali per aiutare i genitori “in trance” a superare l’incertezza.

I: Pensate che questo podcast possa essere utile a coinvolgere la società nella comprensione del vissuto delle persone transgender e dei loro familiari?

GZ: Certo. Un podcast non “salva”, è chiaro, ma se può illuminare anche solo una persona, è di per sé un risultato straordinario. Le persone transgender, in Italia, vivono ancora ben lontano da una situazione di normalità e regolarità. La transfobia è un tema che –al di là delle leggi che vengono e non vengono fatte– affligge numerose branche della nostra società. E non so quanto le scuole, e le famiglie, portino direzioni decisive per combatterla. Non è importante essere persone trans per ribellarsi a narrazioni stantie, a pensieri stereotipati e simili. Ma basta essere esseri umani civili per rendersi conto di come il vissuto delle persone transgender, nel nostro Paese, si scontra con momenti discriminatori e problematici. Il podcast è uno strumento centrale, ma di passi da fare ce ne sono ancora molti.

Chi è Giacomo Zito

Giacomo Zito è attore, speaker e imprenditore della comunicazione e nel 2018 ha fondato la piattaforma podcast Gli Ascoltabili (www.gliascoltabili.it), un progetto di Cast Edutainment. Gli Ascoltabili è una piattaforma che ha lanciato serie di successo come Demoni Urbani, La mia storia, Gli adolescenti si fanno male e Genitori in trance, condotto dal neuropsichiatra Furio Ravera.

 

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