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La co-occorrenza della psicopatologia nel disturbo dello spettro autistico: inquadramento e trattamento

Firenze, dalla prima giornata del Congresso CBT-Italia 2022. La co-occorrenza della psicopatologia nel disturbo dello spettro autistico

Di Gaia Giglio

Pubblicato il 06 Nov. 2022

Il terzo simposio che si è svolto nel pomeriggio della prima giornata del congresso CBT-Italia è stato moderato dalla dott.ssa Giulia Giovagnoli, psicologa e psicoterapeuta del Centro AITA (Roma). Il simposio era dedicato alla questione della doppia diagnosi, ossia la co-occorrenza di uno o più disturbi psichiatrici nella popolazione con disturbo dello spettro autistico (ASD).

 

Disturbo dello spettro autistico e disturbi psichiatrici

La prima relatrice, la neuropsichiatra Martina Siracusano, ha presentato alcuni dati sulla letteratura riguardo alla prevalenza dei disturbi psichiatrici nelle persone con disturbo dello spettro autistico (che va dal 55 all’81%). In particolare, i disturbi più frequenti in questa popolazione risultano essere i disturbi d’ansia (in particolare, le fobie specifiche idiosincratiche) e quelli dell’umore.

La dott.ssa Siracusano ha poi esposto le maggiori criticità che riguardano il campo della diagnosi psicopatologica in questa popolazione:

  • reazioni avverse, inaspettate o atipiche agli stimoli che le persone con disturbo dello spettro autistico possono presentare rispetto alle persone a sviluppo tipico (ipersensorialità);
  • barriera comunicativa (difficoltà a riferire la propria condizione interna);
  • sovrapposizione dei sintomi (è autismo o altro?);
  • strumenti di misura inadeguati.

L’intervento sulla psicopatologia nel disturbo dello spettro autistico

A seguire, lo psicologo e psicoterapeuta Ivan Murtas ha confermato i dati di prevalenza dei disturbi psichiatrici nella popolazione con disturbo dello spettro autistico precedentemente esposti e ha approfondito le motivazioni per cui la sofferenza psicologica è più frequente nelle persone con disturbo dello spettro autistico. Si tratta sostanzialmente di uno scontro tra le caratteristiche tipiche dell’autismo e le richieste della società, organizzata per persone a sviluppo tipico.

Il dott. Murtas ha poi esposto i principi dell’intervento psicoterapeutico in situazioni di co-occorrenza psicopatologica. Le aree principali di intervento sono:

  • abilità socio-comunicative;
  • regolazione emotiva;
  • abilità organizzative e di pianificazione.

Allo stesso tempo, l’intervento deve essere orientato alla sensibilizzazione dei contesti e al trattamento specifico dei sintomi dei disturbi psichiatrici. Il dott. Murtas ha concluso l’intervento sottolineando l’importanza di lavorare sempre in un’ottica di Qualità di vita.

Affettività e sessualità nel disturbo dello spettro autistico

Il simposio è proseguito con l’intervento della dott.ssa Giovagnoli relativo all’affettività e sessualità nel disturbo dello spettro autistico, tema di cui si è poco discusso per molto tempo. Infatti, le difficoltà socio-relazionali portano spesso alla falsa credenza che le persone con disturbo dello spettro autistico non abbiano interesse a instaurare relazioni affettive e sessuali. La dott.ssa Giovagnoli ha quindi approfondito le specificità relative al campo di affettività e sessualità nelle persone con disturbo dello spettro autistico, mettendole in relazione ai sintomi e alle caratteristiche proprie di tale condizione. Ha poi presentato uno studio pilota sulla valutazione dell’efficacia di un training psicoeducativo rivolto ad adolescenti e giovani adulti con disturbo dello spettro autistico per ridurre il rischio di abuso sia come vittime che come agenti. Si tratta di un intervento di gruppo basato su tecniche CBT e supporti visivi che ha affrontato diversi temi tra cui: aspetti emotivi, contraccezione, relazioni, riconoscimento di situazioni di abuso, etc. Al termine del training, i partecipanti hanno mostrato miglioramenti sia nei livelli di educazione sessuale che in quelli del comportamento sessuale.

Allenare le abilità sociali nel disturbo dello spettro autistico

Infine, la dott.ssa Gabriella Tocchi, psicologa e psicoterapeuta, ha presentato un altro contributo: un intervento di Social Skills Training rivolto a un gruppo di adulti con disturbo dello spettro autistico. Si tratta di un programma CBT basato sulla teoria dell’apprendimento altamente strutturato e focalizzato sull’apprendimento delle abilità sociali. L’oggetto del training sono non solo le abilità sociali (saluto, ascolto, fare richieste, iniziare e portare avanti una conversazione, corteggiamento), ma anche le competenze cognitive, metacognitive ed emotive. Il training ha previsto l’utilizzo di strategie visive, role play, homework e una struttura prevedibile.

Per concludere, la dott.ssa Giovagnoli ha sottolineato l’importanza di lavorare in équipe nel caso delle comorbidità psicopatologiche nell’autismo, vista l’alta probabilità di dover combinare agli interventi psicoeducativi una terapia farmacologica.

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