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Adolescenti. L’età delle opportunità (2015) di Laurence Steinberg – Recensione

Il libro affronta i temi cruciali dello sviluppo durante l’adolescenza offrendo un quadro della disciplina psicologica aggiornato e arricchito di esempi

Di Debora Pannozzo

Pubblicato il 19 Ott. 2022

L’autore di “Adolescenti. L’età delle opportunità”, Laurence Steinberg, principale studioso di riferimento in tema di adolescenza, affronta il cambiamento di paradigma avvenuto nella scienza dello sviluppo. 

 

 Lo studio scientifico dell’adolescenza è iniziato intorno alla metà degli anni Settanta e, grazie alle scoperte avallate dalle neuroscienze, ad oggi gli anni della transizione dall’infanzia all’età adulta, non vengono più visti come unicamente fonte di pericoli e rischi, ma, al contrario costituiscono l’età delle opportunità, come sottolineato dal titolo del libro.

Ad oggi parlando di adolescenza si considerano gli anni che vanno dai 10 ai 25: l’anticipazione della pubertà ha ridotto i tempi dell’infanzia, e il prolungamento dell’istruzione ha ritardato l’ingresso nel mondo del lavoro. L’allungarsi del periodo di dipendenza dalle famiglie di origine, tipico del mondo occidentale, ha ritardato l’acquisizione dell’indipendenza, favorita dal matrimonio e dalla genitorialità.

Steinberg sottolinea, a tal proposito, come “l’adolescenza inizia con la biologia e finisce con la cultura”.

Nello specifico, il caso italiano è stato definito the Italian latest-late, detenendo il primato della maggiore durata del periodo adolescenziale, rispetto agli altri paesi europei.

Un’importante scoperta sul cervello adolescente riguarda la neuroplasticità: esattamente come nel periodo zero-tre anni, anche durante l’adolescenza l’esperienza è in grado di plasmare lo sviluppo cerebrale.

La malleabilità del cervello adolescente ha risvolti sia positivi che negativi, per cui la plasticità è un’arma a doppio taglio. L’adolescenza è un periodo di enormi potenzialità, ma anche di grandi rischi: se inseriti in ambienti positivi e favorevoli, i giovani fioriranno; se esposti ad ambienti dannosi, invece, soffriranno in modo profondo e duraturo.

Il cervello in adolescenza possiede qualcosa di speciale: ciò che accade in quel periodo della vita viene rievocato con maggiore facilità. Sono state avanzate diverse ipotesi per spiegare questo fenomeno, considerando il gran numero di “prime volte”, il carico emotivo delle esperienze e lo sviluppo di un senso integrato di identità. In realtà, tutte queste ipotesi, non sono corrette: è stata coniata un’espressione per spiegare tale fenomeno, picco di reminiscenza: gli eventi adolescenziali sono banali, ordinari; infatti a qualsiasi età si ricordano vividamente accadimenti particolari, fortemente emotivi, o che capitano per la prima volta, mentre è semplice ripescare dal cassettino della memoria semplici ed ordinari episodi del periodo di transizione, che riemergono in tutta la loro vividezza, esattamente come se si rivivesse quell’istante avvenuto lì e allora, nel qui ed ora.

I cambiamenti cerebrali che occorrono all’inizio dell’adolescenza rendono più inclini all’eccitazione, più emotivi e più soggetti alla rabbia o al turbamento.

I sistemi che a questa età rispondono in misura maggiore agli stimoli, ma anche quelli che possono essere più facilmente danneggiati, sono “le tre R dello sviluppo cerebrale adolescenziale”: il circuito della ricompensa, delle relazioni interpersonali e della regolazione.

Il libro affronta i temi cruciali dello sviluppo durante l’adolescenza offrendo un quadro della disciplina psicologica più aggiornato, arricchito di esempi tratti dall’esperienza dell’autore.

In linea con la visione dell’adolescenza che si dispiega tra rischio e opportunità, l’intento è spostare l’attenzione dalla prevenzione del disagio alla promozione del benessere e del successo dei giovani, fornendo strumenti alle principali istituzioni educative, genitori e insegnanti, oltre che stimolare la riflessione nei legislatori, al fine di intraprendere iniziative mirate.

 Lo stile educativo maggiormente adeguato a favorire lo sviluppo dell’autoregolazione in adolescenza risulta lo stile autorevole che, a differenza di uno stile autoritario, improntato al rispetto delle regole, e di uno stile permissivo, eccessivamente indulgente, trova il giusto equilibrio tra comunicazione affettiva e controllo. Esattamente come un bambino piccolo deve essere guidato nell’acquisizione dell’autonomia che gli permetterà di alimentarsi, camminare, comunicare, così un adolescente necessita di un ambiente affettuoso, risoluto e incoraggiante, che gli permetta di acquisire consapevolezza di sé.

Considerando nello specifico il setting americano, l’autore riflette su quanto sia necessario un cambiamento nella scuola secondaria: ad oggi non è più sufficiente una conoscenza accademica, ma bisogna equipaggiare i giovani ad affrontare la vita adulta. Al fine di sviluppare l’autocontrollo diviene propedeutico l’insegnamento e la pratica di discipline quali la mindfulness, l’esercizio aerobico, l’educazione socioemotiva, per conoscere e regolare le proprie emozioni.

È importante soddisfare tre requisiti, al fine di rendere gli insegnamenti proficui:

  • le attività devono essere stimolanti;
  • l’allenamento deve basarsi su strategie di scaffolding;
  • è essenziale la pratica ponderata.

In sostanza, occorre intervenire sulla zona di sviluppo prossimale dei ragazzi, per potenziarne le capacità, senza sopraffarli, dotandoli della giusta guida.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Steinberg, L. (2015). Adolescenti. L’età delle opportunità. Codice Edizioni.
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