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Iniziativa Vivere Meglio di ENPAP, tra potenzialità e limiti – Editoriale del Prof. Giovanni M. Ruggiero

Editoriale di Giovanni Maria Ruggiero sul'iniziativa ENPAP "Vivere Meglio", un progetto per interventi psicologici per ansia e depressione

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 30 Set. 2022

Su State of Mind ci siamo occupati, attraverso diversi articoli e una serie di interviste ad alcuni dei più noti esponenti del panorama psicoterapeutico italiano, dell’iniziativa Vivere Meglio promossa da ENPAP. Pubblichiamo oggi un editoriale, firmato dal Prof. Giovanni Maria Ruggiero, per tirare le somme sui punti di forza del progetto e sui dubbi che continua a sollevare, alla luce dei contributi pubblicati sulla nostra rivista. 

 

Vivere Meglio è una recente iniziativa proposta dall’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi (ENPAP). È un bando che offre 1000 borse lavoro di 5000 euro che finanziano la partecipazione ad un progetto per interventi psicologici per disturbi mentali di ansia e depressione. Interventi basati su protocolli di intervento strutturati e di efficacia confermata da evidenze scientifiche.

Gli scopi sono chiari. Il primo è favorire l’accesso gratuito dei cittadini alle terapie psicologiche per ansia e depressione utilizzando, in maniera nuova per l’Italia, un protocollo diagnostico e terapeutico fondato sugli esiti della Consensus Conference avviata dall’Università di Padova e patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità. Un secondo obiettivo è scientifico, dato che gli interventi saranno monitorati con lo scopo di verificare gli esiti individuali e gli impatti collettivi generati dell’applicazione delle prassi indicate dalla Consensus Conference. Infine, vi è un vantaggio per gli operatori sanitari: psicologhe e psicologi beneficiari della borsa lavoro riceveranno un contributo di 5.000 euro, parteciperanno ad una formazione sull’applicazione del protocollo e a incontri di supervisione. Insomma, questa iniziativa è un possibile passo avanti verso l’accesso alla salute emotiva della popolazione generale e a trattamenti psicoterapeutici empiricamente fondati.

Tuttavia, accanto a questi vantaggi, sono sorte preoccupazioni. La prima riguarda la distinzione che il bando fa tra interventi a maggiore e a bassa intensità, questi ultimi somministrabili anche da psicologi e psicologhe non specializzati in psicoterapia. Il timore diffuso è che si crei una zona grigia tra psicoterapia e interventi non psicoterapeutici in cui si rischi di far effettuare a psicologi non psicoterapeuti delle psicoterapie, sia pure definite a bassa intensità. Insomma, si teme che il bando generi, o almeno favorisca, un danno alla qualità professionale dell’intervento psicoterapeutico in Italia.

Un altro timore riguarda la qualità della selezione e dell’invio dei pazienti al trattamento, selezione che avverrebbe in termini che ora sembrano corrispondere a un semplice screening e ora sembrano prevedere un’intervista psicodiagnostica. In altre parole, si teme che questa disattenzione metodologica danneggi la qualità dei dati raccolti, deteriorando anche il significato dei risultati.

Infine il terzo timore è che il tipo di formazione specifica e supervisione che fornisce la borsa sia per alcuni aspetti frettolosa. Infatti, i beneficiari della borsa di studio devono frequentare tre giornate di formazione e tre mezze giornate di supervisione e possono, inoltre, utilizzare una forma di supervisione a richiesta. Insomma, il timore è che il livello di assistenza fornito agli operatori che partecipano al congresso non sia sufficiente. È difficile per ora fare un bilancio almeno provvisorio di questa iniziativa. Al momento Il nostro parere è che ci pare che il bando ENPAP soddisfi una carenza della professione psicoterapeutica in Italia che non si sottopone ancora a pratiche formalizzate di accertamento dei disturbi, formulazione del caso, proposta di trattamento, monitoraggio dell’andamento, formazione continua dopo quella fornita dalle scuole e supervisione.

È plausibile che il bando Vivere Meglio sia stato favorito da un’altra iniziativa, la già citata Consensus Conference, letteralmente “Conferenza di Consenso”, sulle Terapie Psicologiche per Ansia e Depressione. State of Mind ha dedicato a questa iniziativa una serie di articoli. La conferenza è stata istituita dal Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Padova con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con lo scopo di diffondere la conoscenza delle evidenze empiriche di efficacia dei percorsi di assistenza psicologica specifica per i disturbi d’ansia e depressivi, percorsi che appaiono sotto-rappresentati nel sistema di cure del nostro Paese. I risultati sono stati pubblicati online in un documento finale della Consensus Conference

Tornando al bando, esso nasce anche con questo intento, anche se indubbiamente propone forme di selezione, formazione, supervisione e monitoraggio discutibili. Naturalmente il nostro parere è insufficiente e per permettere ai lettori di farsi un’idea più ampia del dibattito abbiamo pubblicato alcune interviste su questo argomento di altri autorevoli colleghi: Fabio Monticelli (presidente della SITCC, la Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva), Enzo Sanavio (ex presidente della Consulta delle Scuole di Psicoterapia Cognitiva Comportamentale) e Roberta Stoppa (coordinatrice delle sedi della scuola di psicoterapia Studi Cognitivi

Nelle interviste abbiamo rivolto ai colleghi gli stessi interrogativi che ci siamo posti in questo editoriale. Auguriamo buona lettura.

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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