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Iniziativa Vivere Meglio di ENPAP, tra potenzialità e limiti – Intervista al Prof. Ezio Sanavio

Abbiamo chiesto il parere ad alcuni dei più noti clinici italiani sull'iniziativa ENPAP "Vivere Meglio" - La parola al Prof. Ezio Sanavio

Di Redazione

Pubblicato il 13 Set. 2022

La redazione di State of Mind ha realizzato una serie di interviste ad alcuni dei più noti esponenti del panorama psicoterapeutico italiano per comprendere il loro punto di vista sulle potenzialità, ma anche sui limiti, dell’iniziativa Vivere Meglio. In questo numero pubblichiamo l’intervista al Prof. Ezio Sanavio.

 

L’iniziativa Vivere Meglio

Vivere Meglio è una recente iniziativa proposta dall’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi (ENPAP). È un bando che offre 1000 borse lavoro di 5000 euro che finanziano la partecipazione ad un progetto per interventi psicologici per disturbi mentali di ansia e depressione. Interventi basati su protocolli di intervento strutturati e di efficacia confermata da evidenze scientifiche.

Si tratta dunque di una iniziativa finalizzata a favorire l’accesso gratuito dei Cittadini alle terapie psicologiche per ansia e depressione utilizzando, in maniera nuova per l’Italia, un protocollo diagnostico e terapeutico fondato sugli esiti della Consensus Conference avviata dall’Università di Padova e patrocinata dall’Istituto Superiore di Sanità. Grazie a questo progetto i cittadini potranno accedere ad un percorso strutturato di diagnosi e trattamento a seguito di uno screening iniziale. Infine, il complesso degli interventi sarà oggetto di una raccolta dati che le Università utilizzeranno per verificare gli esiti individuali e gli impatti collettivi generati dell’applicazione delle prassi indicate dalla Consensus Conference.

Anche per gli operatori sanitari sembrano esserci vantaggi. Psicologhe e psicologi beneficiari della borsa lavoro riceveranno un contributo di 5.000 euro, parteciperanno ad una formazione sull’applicazione del protocollo e a incontri di supervisione.

La redazione di State of Mind ha realizzato una serie di interviste ad alcunin dei più noti esponenti del panorama psicoterapeutico italiano per comprendere il loro punto di vista sulle potenzialità, ma anche sui limiti, dell’iniziativa Vivere Meglio.

Vivere Meglio: l’intervista al Prof. Ezio Sanavio

Pubblichiamo l’intervista al Prof. Ezio Sanavio, Psicologo Psicoterapeuta, Professore ordinario presso l’Università di Padova e Direttore della scuola di specializzazione in Psicologia della salute dell’Università di Padova

State of Mind (SoM): Cosa ne pensa del bando dell’Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi (ENPAP): “Vivere Meglio – Promuovere l’accesso alle terapie psicologiche per ansia e depressione”? Quali possono essere gli aspetti positivi e negativi?

Prof. Ezio Sanavio (ES): Fatico a capire come e perché i soci di un Fondo pensionistico devolvano soldi a qualcosa che (presumo) vada a diminuire le loro (magre) pensioni, ma se così è viva la loro filantropia e la fiducia nei loro organi direttivi!

Positivo è aver riconosciuto che non tutto quello che è detto ‘psicologico’ è buono: ci sono interventi psicologici utili, interventi meno utili ma non dannosi, interventi dannosi. Come in quasi tutte le cose.

Negativo: il mondo ‘psi’ è dappertutto attraversato da spaccature e conflitti. Naturale che una iniziativa (qualsiasi iniziativa!) rinfocoli conflitti latenti.

SoM: In che misura, ed eventualmente in che modo, questa iniziativa è un possibile passo avanti verso l’accesso alla salute emotiva della popolazione generale e a trattamenti psicoterapeutici empiricamente fondati?

ES: Già qualcosa è che se ne parli. Ma non dimentichiamo che i ‘decisori’ reali si chiamano Parlamento, Ministro della Salute e Ministro dell’Università.

SoM: Cosa ne pensa della distinzione che il bando fa tra interventi a maggiore e a bassa intensità, questi ultimi somministrabili anche da psicologi e psicologhe non specializzati in psicoterapia?

ES: La distinzione bassa/alta intensità non è nata oggi e, con altri nomi, è stata sempre nella prassi (e nel buon senso) degli operatori.

SoM: È fondato il timore che si venga a creare una zona grigia tra psicoterapia e interventi non psicoterapeutici nella quale vengono effettuate da parte di psicologi non psicoterapeuti delle psicoterapie, sia pure definite a bassa intensità?

ES: Questa ‘zona grigia’ esiste da sempre. Bene che se ne parli, non è mai troppo tardi. Mi amareggia che se ne voglia parlare per bocca di avvocati: mi amareggia che la vasta comunità ‘psi’ non abbia voci illustri in grado di parlare, di fare convegni e ‘libri bianchi’, di farsi sentire al di là dei tribunali. Si vuole forse vietare a psicologi di fare ‘interventi psicologici’?

SoM: Un altro timore è che il tipo di formazione specifica e supervisione fornita dalla borsa sia frettolosa e per questo rischiosamente parziale: i beneficiari della borsa di studio devono frequentare 3 giornate di formazione e 3 mezze giornate di supervisione e possono, inoltre, utilizzare una forma di supervisione a richiesta. Cosa ne pensa?

ES: Penso che le associazioni e le società ‘psi’ abbiano perso una buona occasione. Potrebbero mettere a disposizione della comunità la loro ricchezza di competenze. Un esempio: chiedere al loro gotha di offrire pro bono un certo numero di ore di supervisione qualificata. Pro bono, sottolineo.

SoM: Secondo alcuni il bando ENPAP compensa la carenza di pratiche formalizzate di accertamento e trattamento dei disturbi. Cosa ne pensa?

ES: Non capisco la domanda. Spero non voglia sottintendere che il mondo ‘psi’ nostrano è troppo provinciale e ignorante da sapere di linee-guida internazionali e di letteratura scientifica.

 

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