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Alta ruminazione e musica triste: quale effetto sull’umore?

Lo studio di Larwood e Dingle (2021) ha analizzato l'effetto della ruminazione nel predire i cambiamenti nella tristezza quando si ascolta musica triste

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 26 Apr. 2022

Ascoltare musica è una strategia efficace usata per regolare specifici momenti di tristezza, ma è ancora in dubbio se ascoltare musica triste quando si è tristi sia benefico per le persone con un alto livello di ruminazione.

 

Quotidianamente le persone possono provare tristezza in risposta a specifici fattori ambientali, sperimentando per un tempo più o meno circoscritto cognizioni e sintomi corporei vari (Barrett, 2006). Infatti, la tristezza, è considerata un’emozione transitoria con episodi che in genere si attenuano entro 30 minuti dall’inizio (Verduyn et al., 2009). Tuttavia, la tristezza può anche essere uno stato d’animo più duraturo, non specifico, e questo può essere conseguente a una cattiva regolazione delle emozioni (Gross, 1998).

Alcuni studi precedenti hanno suggerito che la musica può essere spesso utilizzata come modo per regolare le emozioni negative (ad es, Vidas et al., 2020). Con questo intento, le persone possono preferire l’ascolto di musica che esprime l’emozione vissuta in quel momento (Taylor & Friedman, 2015).

Le proprietà della musica nel regolare le emozioni

Dingle e colleghi (2019) hanno sostenuto che l’ascolto di musica emotivamente congruente è un modo adattivo per regolare le emozioni. Il modello Access-Awareness-Autonomy (AAA) della competenza socio-emotiva musicale postula che le proprietà emotive della musica consentano una maggiore consapevolezza e accesso alle istanze emotive (Saarikallio, 2019). Infatti, gli interventi che impiegano l’uso dell’esplorazione emotiva con l’ascolto di musica emotivamente congruente sono stati correlati a una migliore regolazione delle emozioni e alla salute psicologica (Dingle & Fay, 2017; Dingle, Hodges, & Kunde, 2016). Questi risultati sembrano essere anche più frequenti tra i più giovani; I giovani adulti (17-25 anni) hanno riportato una preferenza per l’uso della musica per immergersi nella tristezza rispetto agli adulti con più di 25 anni (Dingle, Sharman, & Larwood, 2019).

L’ascoltare musica è una strategia efficace usata per regolare specifici momenti di tristezza, ma è ancora in dubbio se ascoltare musica triste quando si è tristi sia benefico per le persone con un alto livello di ruminazione (Garrido & Schubert, 2013).

In letteratura è stato dimostrato che la musica triste (sia essa selezionata dallo sperimentatore o selezionata dal partecipante) aumenta la tristezza, e che le persone con un alto livello di ruminazione hanno mostrato maggiori preferenze per la musica triste durante la tristezza indotta sperimentalmente (Garrido & Schubert, 2013).

Garrido e Schubert (2015a, 2015b) hanno considerato la ruminazione di tratto un predittore per l’aumento di tristezza durante l’ascolto di musica triste selezionata dai partecipanti. In entrambi gli studi, Garrido e Schubert (2015a, 2015b) hanno scoperto che quando i partecipanti hanno ascoltato una musica auto-nominata che induce alla tristezza in uno stato di base, la tristezza è aumentata dal pre al post ascolto. Ma, in merito, i risultati presenti in letteratura sono discordanti (Dingle et al., 2019).

Per spiegare l’influenza della musica sugli stati emotivi, è stato formulato il modello BRECVEMA (Juslin, 2013). Il modello BRECVEMA include il meccanismo del contagio emotivo, dove l’ascoltatore fa proprie le emozioni espresse dall’artista, le associazioni e/o i ricordi specifici che la canzone rievoca all’ascoltatore (Juslin, Harmat, & Eerola, 2014). Per ora, non esistono risultati in merito al collegamento tra ruminazione e meccanismi di induzione musicale proposti nel modello BRECVEMA.

Musica triste e ruminazione

Per testare il ruolo della ruminazione in questo processo, uno studio di Larwood e Dingle (2021) ha indagato l’effetto della ruminazione nel predire i cambiamenti nella tristezza quando si ascolta musica triste. Il campione utilizzato era di giovani adulti (18-25 anni) perché questo riflette la propensione delle persone sotto i 25 anni a usare la musica per regolare le loro emozioni (Dingle et al., 2019; Vidas et al., 2020). I brani ascoltati durante le sessioni sperimentali sono state scelte dai partecipanti stessi, permettendo così una variazione nei meccanismi BRECVEMA sperimentati, in particolare le associazioni e i ricordi.

I risultati hanno dimostrato che, coerentemente con Garrido e Schubert (2015b), è stato riscontrato un effetto moderatore della ruminazione, per cui i partecipanti con un alto livello di ruminazione hanno sperimentato un maggiore aumento della tristezza da prima a dopo l’ascolto.

Quando le altre variabili, come ad esempio i ricordi legati alla canzone, venivano inseriti nel modello, la ruminazione non mostrava più un effetto moderatore nella relazione.

Le analisi esplorative hanno suggerito che gli aumenti di tristezza dal pre al post ascolto musicale sono stati predetti dalla presenza di contagio emotivo, memorie e condizionamento, ma non dalla ruminazione. Questo risultato è in linea con altri studi (ad es, Cespedes-Guevara & Eerola, 2018), che specificano che i meccanismi di BRECVEMA si verificano in base alla canzone ascoltata e alla relazione che l’ascoltatore ha con essa.

Nonostante i risultati delle analisi esplorative non abbiano confermato l’effetto moderatore della ruminazione, ciò non nega la scoperta che la ruminazione ha predetto un aumento della tristezza dal pre al post ascolto. Tuttavia, suggerisce che i risultati potrebbero non essere puramente attribuibili alla ruminazione a livello di tratto. È possibile che le persone con un alto livello di ruminazione selezionino canzoni che hanno più probabilità di innescare certi meccanismi di BRECVEMA o che le persone con un alto livello di ruminazione siano più suscettibili allo sperimentare meccanismi di BRECVEMA.

In conclusione, è stato riscontrato un effetto della ruminazione tale che punteggi più alti di ruminazione prevedevano maggiori aumenti di tristezza dal pre al post ascolto. Tuttavia, questo effetto non sembra essere indipendente dai noti meccanismi di induzione delle emozioni musicali. La ricerca futura è quindi necessaria per stabilire se il tratto di ruminazione influenzi la selezione di canzoni che inducono tristezza o se il tratto di ruminazione predice una sensibilità generale ai meccanismi del BRECVEMA. Infine, i risultati dello studio suggeriscono che quando si considera l’uso della musica come una strategia di regolazione delle emozioni con giovani adulti ad alto rischio di disturbi dell’umore, si deve prestare attenzione al loro stile di ascolto, alla personalità e ai processi psicologici associati a canzoni specifiche.

 

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