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Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS): il disagio psicologico nelle donne che ne soffrono

La sindrome dell’ovaio policistico comporta cambiamenti sia fisici che metabolici, questo apporta una vulnerabilità in termini di salute mentale

Di Lorenza Paponetti

Pubblicato il 16 Nov. 2021

Aggiornato il 19 Nov. 2021 11:00

Al mondo circa il 10-20% delle donne in età fertile riceve una diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico (Polycystic Ovary Syndrome – PCOS) (Asgharnia et al., 2011).

 

 Ma cosa comporta questa diagnosi?

La sindrome dell’ovaio policistico è il disturbo endocrino più comune nelle donne in età riproduttiva ed è associato a disturbi riproduttivi, endocrini, metabolici, cardiovascolari e psicologici (Yildiz et al., 2012; Orio et al., 2016).

Diagnosi e manifestazioni della sindrome dell’ovaio policistico

Per ottenere una diagnosi sono necessari almeno due dei seguenti criteri: (1) oligo- e/o anovulazione, ovvero un ciclo mestruale irregolare o assente (amenorrea); (2) segni di iperandrogenismo, ovvero maggiore produzione di ormoni maschili; (3) ovaie policistiche (The Rotterdam, 2004).

Tuttavia, la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo complesso ed eterogeneo che presenta diversi fenotipi, per cui, le manifestazioni cliniche possono essere varie: l’irregolarità del ciclo mestruale, come precedentemente menzionato, l’infertilità, l’irsutismo (peluria in zone tipicamente maschili), l’obesità, la perdita di capelli, l’acne, l’insulino-resistenza. Proprio a causa dell’insulino-resistenza, la sindrome dell’ovaio policistico può inoltre favorire l’insorgenza di altre patologie come disturbi cardiovascolari, l’arteriosclerosi e il diabete mellito. Ad oggi non esistono cure per la PCOS e i trattamenti utilizzati mirano più alla gestione dei sintomi riducendo il rischio di complicanze; per esempio l’iperandrogenismo viene trattato con i contraccettivi orali, la resistenza all’insulina e l’infertilità vengono trattate con la metformina (Yin et al., 2021).

Essendo la sindrome dell’ovaio policistico una malattia cronica che comporta cambiamenti sia fisici che metabolici, questa apporta una vulnerabilità in termini di problemi di salute mentale.

Sindrome dell’ovaio policistico e salute mentale

Nello specifico, la sindrome dell’ovaio policistico è associata a problemi quali ansia, depressione, sintomi somatici, insoddisfazione del corpo, disturbi alimentari e ridotta soddisfazione sessuale (Yin et al., 2021).

Potremmo quindi, tirando le somme, affermare che una diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico influenza notevolmente il benessere psico-fisico delle donne che ne soffrono, apportando una diminuzione della qualità della vita, un’alterazione dell’identità femminile e disfunzioni sia nell’ambiente familiare che lavorativo (Battaglia et al. 2008).

Uno studio di Yin e colleghi (2021) ha riassunto tutti i dati ottenuti dalle ricerche passate sulla salute mentale delle donne con sindrome dell’ovaio policistico, mostrando punteggi per i disturbi mentali significativamente più gravi nelle donne con PCOS rispetto alle donne sane. I punteggi dei sintomi depressivi, ansiosi, di disagio emotivo, di disturbi alimentari e di somatizzazione si sono dimostrati significativamente più alti nelle donne con diagnosi di PCOS rispetto ai soggetti appartenenti al gruppo di controllo (nessuna diagnosi di PCOS), così come i punteggi per qualità di vita sono risultati significativamente più bassi e quelli per le disfunzioni sessuali significativamente più gravi.

Questi dati risultano essere in linea con altri studi che suggeriscono che le donne con sindrome dell’ovaio policistico mostrano un rischio fino a quattro volte maggiore di manifestare sintomi depressivi e un rischio fino a sei volte maggiore di sintomi ansiosi, rispetto alle donne senza PCOS (Berni, Morgan, Berni & Rees, 2018; Brutocao et al., 2018).

Dato il gran numero di donne che soffrono di questa patologia, saranno necessari ulteriori studi per indagare più approfonditamente i meccanismi che sottostanno all’associazione tra sindrome dell’ovaio policistico e salute mentale compromessa. Sulla base dei dati ottenuti, alcuni autori hanno avanzato alcune ipotesi per spiegare questo collegamento. Barry (2011) ha ipotizzato che il cambiamento biologico potrebbe essere la causa dei problemi di umore esperiti dalle donne con sindrome dell’ovaio policistico; il cambiamento che la PCOS apporta a livello estetico, come l’irsutismo, l’acne e la perdita di capelli, potrebbe intaccare fortemente l’autostima e la soddisfazione del corpo di una donna, portandola a sentirsi poco bella e/o sensuale, creando una sensazione di profonda tristezza e depressione (Scaruffi et al., 2019; Tzalazidis & Oinonen, 2020), generando di conseguenza un significativo calo della soddisfazione sessuale o della qualità di vita in generale (Wang & Ruan, 2007).

Non casualmente, infatti, l’eccessiva peluria corporea, la perdita dei capelli e l’infertilità nelle persone affette da sindrome dell’ovaio policistico sono predittori dell’ansia e correlano con il livello di depressione esperita (Chaudhari et al., 2018). Ad aumentare l’insoddisfazione corporea inoltre è l’obesità; il 70-74% dei pazienti con PCOS è risultato obeso negli ambulatori (Yildiz et al., 2007); è stato dimostrato che l’obesità fisica è correlata positivamente con i sintomi depressivi nei pazienti con PCOS (Hollinrake et al., 2007).

Inoltre, l’irregolarità mestruale e la preoccupazione per l’infertilità che una donna può sperimentare a seguito della diagnosi, può accrescere la pressione psicologica percepita, provocando un sentimento di incompletezza, perdita di femminilità e di senso di maternità che può sfociare in ansia e depressione a lungo termine (Yao et al., 2017).

Conclusioni

I dati riportati dagli studi condotti sull’argomento ci mostrano quanto preoccupante sia la questione della sindrome dell’ovaio policistico in relazione ai problemi di salute mentale. Questo ci spinge a riflettere su quanto sia necessario ai nostri giorni sviluppare interventi di assistenza psicologica per donne affette da questa sindrome.

Sebbene alcuni interventi come lo yoga, la terapia cognitivo-comportamentale o la somministrazione di metformina per ansia e depressione abbiano mostrato un’influenza positiva sulla qualità della vita nelle donne affette da sindrome dell’ovaio policistico, gli interventi rilevanti sono ancora limitati (Yin et al., 2021).

Considerando che questa sindrome non è ancora ben compresa, non solo dalle persone che non ne soffrono, ma anche da chi ne è affetto e dagli operatori sanitari stessi (Yin et al., 2021), sarebbe opportuno svolgere dei programmi di psicoeducazione sulla PCOS da parte dei medici o altri professionisti della salute.

 

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