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L’impatto dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 sui medici anestesisti rianimatori

Tra gli operatori sanitari più coinvolti nell'emergenza sanitaria Covid-19 rientrano i medici anestesisti rianimatori, esposti ad alto rischio di burnout

Di Maria Gazzotti

Pubblicato il 22 Ott. 2021

Il Congresso ICARE2021, della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva – Siaarti, ha analizzato l’impatto della pandemia sui medici anestesisti rianimatori.

 

In un recente articolo pubblicato su Doctor33.it, vengono riportati i dati esposti al Congresso ICARE2021 riguardanti l’impatto della pandemia sui medici anestesisti rianimatori.

Pandemia, operatori sanitari e burnout

Come sappiamo la diffusione del Covid-19 ha influenzato la popolazione mondiale con conseguenze sulla mentale soprattutto in termini di sintomatologia ansiosa e/o depressiva (De Mola, 2020), ma particolarmente significativo è stato il vissuto degli operatori sanitari che si sono occupati in modo diretto di questi pazienti e si sono trovati ad affrontare un carico importante sia dal punto di vista pratico che da quello emotivo.

Gli operatori sanitari sono generalmente esposti al rischio di burnout, caratterizzato da logorio psicofisico ed emotivo e da vissuti di ansia, insofferenza, demotivazione e disinvestimento emotivo. In particolare, nella situazione pandemica, si sono aggiunte o enfatizzate condizioni che hanno aumentato il carico di stress, tra queste la costante esposizione al pericolo di contrarre la malattia e di poter contagiare i propri cari, l’esposizione continua alla malattia e alla morte, non solo dei pazienti, ma anche dei colleghi, con un’esposizione ripetuta ad eventi traumatici ed infine un sovraccarico di lavoro legato al dover svolgere turni eccessivamente lunghi e al doversi fare carico del paziente non solo dal punto di vista medico, ma anche dal punto di vista emotivo ed assistenziale, parte di cui di solito si occupano i familiari (Scarola, 2020).

Il burnout nei medici anestesisti rianimatori

Tra gli operatori maggiormente coinvolti rientrano i medici anestesisti rianimatori, che si occupano dei pazienti in sala operatoria ma anche di quelli in rianimazione, motivo per cui il loro lavoro è stato estremamente intenso nei periodi con il numero di contagi più elevato.

Durante il Congresso ICARE2021 sono stati presentati i risultati di una survey che ha raccolto i risultati di una serie di questionari somministrati a 1042 anestesisti rianimatori con lo scopo di osservare l’impatto del Covid-19 su questa specifica categoria; i questionari utilizzati nella ricerca sono stati il Maslach Burnout Inventory (MBI), il Resilience Scale (RS-14), il Coping Inventory to Stressful Situations (CISS) e l’Intolerance of Uncertainty Scale-Revised (IUS- R) (Doctor33).

Analizzando il rapporto tra livelli di burnout, caratteristiche socio-demografiche e variabili legate al contesto lavorativo, sono emersi quattro profili di anestesisti rianimatori durante l’emergenza sanitaria:

  • resilienti (33% dei partecipanti), caratterizzati da elevate capacità di gestione della condizione lavorativa e dello stress correlato;
  • in burnout (20% dei partecipanti), professionisti che hanno sperimentato grave disagio professionale con alti livelli di esaurimento emotivo e depersonalizzazione e scarsa gratificazione operativa;
  • in riserva emotiva (20% dei partecipanti), medici che hanno accumulato fattori preoccupanti di stress e di esaurimento emotivo, gruppo costituito in maggioranza da donne e da una popolazione anagraficamente giovane;
  • in distacco (27% dei partecipanti), operatori che hanno maturato un atteggiamento difensivo, con l’allontanamento dalle condizioni umane, emotive e tecniche del lavoro e delle persone in esso coinvolte (pazienti, colleghi, altri operatori), gruppo costituito in maggior percentuale  da uomini.

Il quadro emerso dallo studio ha considerato il periodo legato al Covid-19, ma:

Ha insegnato che è indispensabile inglobare nella formazione specialistica le competenze comunicative e relazionali – ha spiegato Maria Grazia Frigo, Responsabile Anestesia Ostetrica presso FBF Isola Tiberina Roma – Questo diventa possibile attraverso una formazione continua finalizzata alla ‘manutenzione’ del benessere psicosomatico degli anestesisti rianimatori in modo da potenziarne la resilienza anche in funzione di una gestione proattiva del rischio clinico.

Infine, date le condizioni di estrema fatica e complessità in cui gli operatori sanitari lavorano, diventa importante essere solleciti nel fornire loro un adeguato e repentino sostegno anche dal punto di vista psicologico (Scarola, 2020).

 

Leggi l’articolo originale:
Covid-19 e burnout medici. Ecco l’impatto dello stress pandemico sugli anestesisti rianimatori

 

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Maria Gazzotti
Maria Gazzotti

Redattrice di State of Mind

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