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Le origini traumatiche della tossicodipendenza (2021) di Antimo Navarra
 – Recensione

Il libro 'Le origini traumatiche della tossicodipendenza' riporta evidenze della possibile relazione tra disturbo da uso di sostanze ed eventi traumatici

Di Giada Alberti

Pubblicato il 25 Giu. 2021

Nel libro Le origini traumatiche della tossicodipendenza l’autore guarda alle tossicodipendenze in modo ampio e al di là della mera categoria diagnostica.

 

Nel primo capito espone il concetto di addiction e la classificazione di alcune sostanze psicoattive e come agiscono sul sistema nervoso e in generale a livello fisiologico nell’essere umano. Non trascura quelle che vengono definite le smart drugs e gli effetti che queste hanno in termini anche sociali ed emotivi; le sostanze infatti oltre alterare alcuni dei processi psiconeuronali e fisiologici vengono utilizzate anche per evitare alcuni stati emotivi spiacevoli come la noia o il dolore o per sentirsi parte di un gruppo ed essere socialmente accettati. Già nel primo capitolo quindi l’essere umano viene concepito in maniera multidimensionale nella sua interezza e attraverso molteplici punti di vista, abbracciando una visione bio-psico-relazionale; questo rende la descrizione della tossicodipendenza non solo connessa ai sintomi, ma anche alla storia di vita della persona, rendendo giustizia alla complessità che ogni individuo porta con sé.

L’autore si sofferma a parlare poi dei meccanismi di ricompensa che le sostanze innescano a livello cerebrale e in particolare del craving, un desiderio incessante e incontrollabile, che spinge a volere con maggior frequenza la sostanza in quantità sempre più elevate.

In un’ottica trauma centrica il craving potrebbe essere innescato da trigger che possono essere un profumo, un luogo, delle persone, ecc.

La tossicodipendenza, che per molto tempo è stata considerata un vizio legato alla mancanza di volontà di smettere o una perversione da condannare, viene considerata in questo libro, in linea con il pensiero della letteratura scientifica contemporanea, secondo una prospettiva che prende in considerazione la storia di vita, quindi non solo gli aspetti genetici, ma anche e soprattutto quelli relazionali, con riferimento alla teoria dell’attaccamento e non perdendo di vista la psicotraumatologia.

Il libro riporta le numerose evidenze scientifiche che mostrano la possibile relazione tra disturbo da uso di sostanze, termine che attualmente sostituisce quello di tossicodipendenza in quanto meno stigmatizzante, e eventi traumatici di matrice relazionale e precoci come la trascuratezza, l’abuso fisico, emotivo, relazionale. In linea con quanto detto prima, il terzo capitolo mostra lo sguardo trasversale e allo stesso tempo ampio dell’autore che proprio in questa parte parla del sistema famigliare nel quale solitamente vive un individuo con disturbo da uso di sostanze.

La prospettiva sistemica arricchisce ancora di più la trattazione di questa tematica ricordando quanto il sistema familiare, le dinamiche relazionali e le interazioni sistemiche influiscano sullo sviluppo del disturbo. Solitamente il figlio con disturbo da uso di sostanze permette di mantenere in equilibrio il sistema familiare fungendo da diversivo o capro espiatorio per la coppia, intesa non solo dal punto di vista genitoriale, ma anche e soprattutto coniugale. Quindi il figlio tossicodipendente riveste il ruolo di “parafulmine” a livello di conflittualità familiare se lo consideriamo inserito in una triangolazione con i propri genitori.

Il quarto capitolo invece si focalizza e si concentrata sulla modalità di intervento che le ricerche scientifiche rilevano maggiormente efficace nel trattare il SUD (il disturbo da uso di sostanze). L’idea di base è di modificare i pensieri e le convinzioni irrazionali che generano una reazione emotiva, fisiologica, comportamentale disfunzionale e non adattiva. Il modello d’intervento della CBT, terapia cognitiva comportamentale, viene integrato con l’EMDR visto che è probabile che alla base del disturbo da uso di sostanze ci sia un evento traumatico. L’EMDR, dopo una prima fase di contenimento del sintomo e di stabilizzazione, è estremamente utile ed efficace per processare le memorie traumatiche e mettere gli eventi passati nel passato e non lasciare che invadano il presente ed allo stesso tempo è utile anche per l’integrazione delle parti. Inoltre l’autore fa riferimento a un intervento meno conosciuto ma supportato da numerose evidenze in letteratura: l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT). Alla base Dell’ACT c’è il valore dell’accettazione amorevole e l’importanza centrale del non evitare o reprimere completamente il dolore e la sofferenza, ma riuscire a “stare” nel qui ed ora e accettare senza giudicare le proprie emozioni. Spesso infatti il meccanismo che mantiene le dipendenze è l’evitamento del dolore e quindi il bisogno incessante di anestetizzarsi dalla sofferenza non solo fisica, legata ai sintomi d’astinenza, ma anche psicologica. Khantzian non a caso vede le tossicodipendenze come una strategia di autocura; l’uso di sostanze e le dipendenze hanno una loro specifica funzione e probabilmente sono state l’unico modo che l’individuo aveva a disposizione per sopravvivere, l’unica strategia adattiva. Questo cambia radicalmente il modo di guardare alla patologia e ai sintomi, che non sono da disprezzare o da condannare, ma da comprendere, capirne la funzione salvifica per la persona, capire la storia relazionale nella quale il disturbo è nato e come si mantiene nel presente; l’essere umano con disturbo da uso di sostanze o con altre forme di dipendenza è concepito non più come un individuo autodistruttivo ed estremamente fragile, ma nella sua interezza, guardando con rispetto, accettazione e gentilezza amorevole al sintomo e allo stesso tempo pensando e provando insieme strategie di sopravvivenza meno nocive e più protettive. Questo libro sottolinea questo aspetto fondamentale per la clinica e non solo, rivoluzionando la pratica terapeutica ed il modo di vedere la patologia psichica e i sintomi, il modo in cui si concepisce l’essere umano nella sua complessità, considerandone l’unicità.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Navarra, A., (2021), Le origini traumatiche della tossicodipendenza. Patti, ME: Casa Editrice Kimerik.
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