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Incubi, terrori notturni, sonnambulismo… Quali trattamenti utilizzare per gestire le parasonnie?

Secondo recenti studi la CBT risulta benefica per le parasonnie, in quanto incentrata sulla riduzione dei classici fattori scatenanti come stress e ansia

Di Eleonora Galletti

Pubblicato il 21 Apr. 2021

Le parasonnie sono comportamenti anormali che si verificano durante il sonno. Si ritiene che i meccanismi neurobiologici alla base delle patologie siano da ricondurre ad una dissociazione tra veglia e sonno con comportamenti caratteristici di uno stato che succedono all’altro 

 

Possono essere associate a qualità del sonno compromessa, disfunzioni diurne e, occasionalmente, a comportamenti notturni violenti e dannosi. Esse sono solitamente classificate in base alla fase del sonno durante la quale si verificano, distinguendosi tra disturbi nella fase REM (ing. Rapid Eye Movements, Rapidi Movimenti Oculari), e in fase NREM (Non REM).

Le parasonnie NREM includono sonnambulismo, terrori notturni, risvegli confusionali, enuresi notturna e disturbi alimentari legati al sonno, mentre le parasonnie REM comprendono disturbo da incubi, disturbo del comportamento del sonno REM e paralisi del sonno isolata (APA, 2013).

Si ritiene che i meccanismi neurobiologici alla base delle patologie siano da ricondurre ad una dissociazione tra veglia e sonno con comportamenti caratteristici di uno stato che succedono all’altro (Ntafouli et al., 2020). Il funzionamento diurno degli individui con parasonnie è spesso compromesso: nella sintomatologia rientrano affaticamento, sonnolenza e sintomi neuropsichiatrici come ansia, depressione, sintomi ossessivi compulsivi, disturbi fobici e deficit cognitivi. Nei casi in cui i comportamenti notturni siano violenti e pervasivi, è consigliabile intervenire con delle terapie per limitarne la sintomatologia. Secondo recenti studi, le psicoterapie CBT (ing. Cognitive-Behavioral Therapy, terapie cognitivo-comportamentali) sono risultate davvero benefiche per le parasonnie, in quanto incentrate sulla riduzione dei classici fattori scatenanti come stress e ansia. In seguito, sono riportate le evidenze tratte dalla recente revisione di Ntafouli e colleghi sull’argomento, che racchiude brevi descrizioni di ogni disturbo del sonno e tecniche comportamentali (o CBT) risultate più efficaci per ciascuna tipologia di parasonnia (Ntafouli et al., 2020).

Parasonnie NREM:

Sonnambulismo:

È l’insieme di comportamenti che hanno solitamente inizio con un’attivazione durante il sonno e che culminano nel camminare in uno stato alterato di coscienza con una compromessa capacità di giudizio. Si verifica prevalentemente durante il primo terzo della notte.

Le strategie di gestione standard per questo tipo di disturbo includono:

  • risveglio programmato, consistente in un risveglio del soggetto circa 15-30 minuti prima dell’episodio previsto;
  • introduzione di misure di sicurezza, consistenti nella rimozione di oggetti potenzialmente pericolosi e taglienti dalla stanza, la chiusura delle finestre e la protezione dalle cadute;
  • rassicurazione dell’individuo colpito;
  • educazione all’igiene del sonno;
  • intervento CBT affiancato ad un protocollo di Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) per la gestione dello stress.

Terrori notturni:

I terrori del sonno si verificano principalmente nella prima parte della notte e hanno durata compresa tra 30 secondi e 5 minuti. Durante l’episodio, l’individuo è solitamente amnesico e si sente confuso e stressato. Esiste un’associazione tra i terrori del sonno e i disturbi psichiatrici, infatti i soggetti colpiti tendono spesso a manifestare sintomi di ansia e depressione.

Tra le tecniche segnalate da recenti studi emergono:

  • creazione di un ambiente di sonno sicuro;
  • risveglio programmato;
  • rassicurazione dell’individuo colpito;
  • psicoterapie CBT e MBSR.

Risvegli Confusionali:

Essi sono caratterizzati da confusione mentale e insensibilità all’ambiente, che si verificano dal primo terzo fino alla prima metà del periodo di sonno. Tipicamente sono eventi brevi che, oltre alla confusione, possono includere disorientamento e sonnambulismo.

Trattamenti:

  • miglioramento dello stato dell’ambiente in cui si dorme;
  • misure di sicurezza all’interno della stanza;
  • massimizzazione della stabilità del sonno e dell’igiene del sonno.

Enuresi Notturna:

Questa parasonnia consiste in un rilascio involontario di urina durante il sonno notturno. La fisiopatologia potrebbe essere legata a tre fattori causali principali: eccessiva produzione di urina, iperattività vescicale e mancato risveglio in risposta alle sensazioni della vescica.

Tra i trattamenti comportamentali risultati efficaci per questa problematica spiccano:

  • ricompensa per le notti asciutte;
  • addestramento della vescica al controllo e alla ritenzione dei liquidi;
  • per il bambini, il lifting, procedimento in cui il caregiver solleva il bambino dal letto mentre dorme e lo accompagna in bagno, senza necessariamente svegliarlo.

Tra gli interventi più complessi, troviamo:

  • CBT per il trattamento di problematiche psicologiche correlate;
  • terapia dell’allarme per enuresi, che consiste in un sistema di allarme attivato dalla minzione che si concentra sul potenziamento dell’attivazione in risposta alla sensazione di vescica piena.

Disturbi alimentari legati al sonno:

Questi disturbi sono definiti dal parziale risveglio dal sonno per la consumazione di cibo. Si verificano solitamente entro le prime 3 ore dall’addormentamento, e gli episodi sono caratterizzati da una rapida ingestione di cibo, spesso molto calorico.

Dati recenti suggeriscono che un tipo di terapia risulta essere promettente:

  • la fototerapia, tecnica basata sull’utilizzo di lampade per esporre il soggetto ad una forte fonte luminosa in grado di contrastare la sintomatologia regolando i ritmi circadiani.

Parasonnie REM:

Disturbo da incubi:

Consiste nella ripetizione di vividi sogni spaventosi che portano al risveglio.

Tra i trattamenti psicologici suggeriti, troviamo:

  • Image Rehearsal Therapy, che mira a trasformare l’incubo in uno scenario positivo;
  • Exposure Relaxation and Rescripting Therapy, che si rivolge agli aspetti fisiologici, emotivi, comportamentali e cognitivi legati agli incubi;
  • terapia di auto-esposizione, che aiuta il paziente ad affrontare eventi stressanti con un’esposizione graduale ad essi;
  • trattamento del sogno lucido, che insegna a diventare lucidi nell’incubo attraverso specifici esercizi svolti durante il giorno;
  • EMDR (Eye Movement Desensitization Reprocessing), che comporta una stimolazione sensoriale bilaterale durante l’elaborazione dell’evento traumatico, in questo caso, l’incubo.

Disturbo del comportamento del sonno REM:

Questo disturbo è caratterizzato da comportamenti anomali che si verificano durante il sonno accompagnati da sogni vividi e spesso spaventosi. I trattamenti concentrano il focus su:

  • limitazione della privazione di sonno;
  • cura di insonnia e disturbi respiratori nel sonno;
  • misure di sicurezza nell’ambiente del riposo.

Paralisi del sonno isolata:

Si verifica quando l’immobilità corporea della fase REM persevera nella veglia, generando incapacità di muoversi o parlare; è spesso accompagnata da inquietanti allucinazioni. Tra i fattori di rischio per lo sviluppo di questa parasonnia, rientrano insonnia, stress, ansia, traumi e disturbi psichiatrici. Per il trattamento sono suggerite:

  • tecniche CBT incentrate sull’attenzione focalizzata;
  • rilassamento muscolare;
  • cambiamento della posizione e della durata del sonno.

In conclusione, la review del team di Ntafouli ha raccolto le principali tecniche di trattamento delle parasonnie, ma è auspicabile una maggiore ricerca sull’argomento per delineare nuove e specifiche terapie da utilizzare per questi particolari disturbi.

 

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: Author.
  • Ntafouli, M., Galbiati, A., Gazea, M., Bassetti, C., & Bargiotas, P. (2020). Update on nonpharmacological interventions in parasomnias. Postgraduate medicine, 132(1), 72–79. https://doi.org/10.1080/00325481.2019.1697119
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