Olimpiadi di Tokyo: gli atleti italiani hanno rischiato una sospensione al pari di quella Russa, ossia un’Olimpiade senza tricolore, senza inno di Mameli e senza la scritta “Italia” sulle divise. Gli atleti, difatti, avrebbero comunque potuto gareggiare, ma da indipendenti.
L’inizio del nuovo anno si è aperto con una nuova preoccupazione per il mondo sportivo nazionale (oltre a quelle già causate dal Covid) legata alle Olimpiadi di Tokyo.
L’Italia si è, infatti, salvata in calcio d’angolo dalla severa punizione che il CIO, Comitato Olimpico Internazionale, stava per infliggere. Non dilungandoci sulle cause che stavano per determinare questo terribile scenario, gli atleti italiani rischiavano una sospensione al pari di quella Russa, che in poche parole equivaleva ad un’Olimpiade senza tricolore, senza inno di Mameli e senza la scritta “Italia” su divise. Gli atleti, difatti, avrebbero comunque potuto gareggiare alle Olimpiadi di Tokyo ma da indipendenti.
Per fortuna questa eventualità è stata scampata e possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo!
Ma cosa avrebbe significato per uno sportivo questa possibilità? Perché è così importante indossare quella divisa e sventolare la propria bandiera?
Le risposte sono molteplici: prime tra tutte, indossare la maglia della nazionale, per un atleta rappresenta un traguardo raggiunto con sudore e impegno.
Essere convocati in una competizione internazionale non è, infatti, un obiettivo così scontato ed è sempre, in ogni caso, il frutto di mesi di fatica e di allenamento costante. Poter indossare, pertanto, i colori della propria nazione e sapere di doverla rappresentare in una gara o partita, ne costituisce un valore aggiunto. L’atleta avverte nel suo impegno un significato ancora più profondo, in cui l’emozione incontra anche la responsabilità di rappresentare il proprio Paese nel migliore dei modi possibile. Non dimentichiamo, infatti che, l’approvazione sociale costituisce un potente stimolo e una profonda gratificazione per l’atleta (Antonelli & Salvini,1987).
In questo senso, lo sport, per mezzo della sua rappresentazione e della sua narrazione, è in grado di produrre vincoli identitari molto forti. Sono soprattutto i simboli e i rituali che riescono oggi ad avere il maggior impatto emotivo sulle persone, dando un senso di rassicurazione psicologica e di solidarietà collettiva (Sbetti, 2011). È dunque proprio nel significato dei simboli, della bandiera e dell’inno che va rintracciata l’ulteriore spiegazione di questa esigenza.
Questi elementi modellano, infatti, la percezione, gli atteggiamenti e il comportamento delle persone (Callahan & Ledgerwood, 2016) e soddisfano allo stesso tempo un profondo bisogno di appartenenza. I simboli possono rappresentare, dei
mezzi attraverso i quali gli individui si orientano verso il mondo, verso gli altri, verso se stessi. (Hall, 1972, 37)
Questo perché, dietro ad un colore, ad una divisa, un inno, elementi apparentemente superficiali, ci sono invece una storia, un’appartenenza e degli obiettivi condivisi in cui gli atleti, e i loro rispettivi tifosi, possono identificarsi.