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Insonnia e Perfezionismo: quanto influiscono le cognizioni disfunzionali relative al sonno nel mediare tra questi due fenomeni?

Il perfezionismo, cioè la tendenza a standards personali molto elevati e valutazioni critiche di sé, è stato frequentemente associato all'insonnia

Di Elisa Petetta

Pubblicato il 29 Gen. 2021

L’insonnia è un disturbo del sonno che colpisce fino al 10% degli adulti a livello di disturbo e fino al 30% a livello di sintomi (Espie, Kyle, Hame, Cyhlarova, & Benzeval, 2012).

Elisa Petetta – OPEN SCHOOL Studi Cognitivi San Benedetto del Tronto

 

I sintomi dell’insonnia (DSM-5, APA, 2013) possono includere difficoltà a iniziare il sonno, a mantenerlo (con frequenti risvegli o problemi a riaddormentarsi dopo essersi svegliati), o risvegli precoci al mattino con incapacità di riaddormentarsi. Le alterazioni del sonno causano disagio clinicamente significativo portando spesso ad una compromissione della qualità della vita di chi ne è affetto (Kyle, Espie, & Morgan, 2010).

Sono stati individuati vari fattori, predisponenti, precipitanti e perpetuanti, che possono influenzare l’insorgenza e l’instaurarsi del disturbo, i quali possono essere di natura ambientale, comportamentale, biologica o psicologica (Spielman, Caruso & Glovinsky, 1987). Fattori ambientali come il rumore, la luce, la temperatura eccessivamente calda o fredda o l’alta quota possono aumentare la vulnerabilità all’insonnia, così come fattori biologici come il genere femminile e l’invecchiamento. Fattori perpetuanti di natura comportamentale quali cattive abitudini come eccessivo uso di caffeina, irregolarità nell’orario del sonno insieme alla paura di non dormire possono favorire l’instaurarsi di circoli viziosi che possono indurre insonnia persistente.

Alcuni fattori temperamentali inoltre, quali profili di personalità, stili cognitivi ansiosi o la tendenza a reprimere le emozioni, possono altresì incrementare la vulnerabilità all’insorgenza del disturbo.

Considerando questi ultimi fattori quindi, si può affermare che la personalità di un individuo può agire intrinsecamente come fattore predisponente in relazione all’insorgenza dell’insonnia.

Il perfezionismo ad esempio è uno tra i numerosi tratti della personalità associati all’insonnia.

Questo costrutto, definito come la tendenza a stabilire standards personali eccessivamente elevati e ad effettuare valutazioni esageratamente critiche di se stessi (Frost, Marten, Lahart.,&  Rosenblate, 1990), è stato frequentemente associato a carenza di sonno e all’insonnia (Akram, Ellis, & Barclay, 2015).

E’ emerso in particolare, in uno studio di Akram e colleghi (2017) che, rispetto agli individui che non riferivano disturbi del sonno, quelli con insonnia riportavano punteggi significativamente più elevati nelle dimensioni del perfezionismo ‘preoccupazione per gli errori’, ‘dubbi sulle azioni’, e ‘critiche genitoriali’ misurate attraverso la Multisimensional perfectionism scale (F-MPS, Frost et al.,1990) e sintomi più gravi di ansia e depressione.

Anche altri studi hanno sottolineato le relazioni esistenti tra insonnia e alcune sottodimensioni del perfezionismo quali ‘dubbi sulle azioni’, ‘critiche genitoriali’, ‘preoccupazione per gli errori’, ‘standards personali elevati’ e ‘perfezionismo prescritto socialmente’ (Azevedo et al. 2010;  Johann et al. 2017; Spiegelhalder et al. 2012).

Inoltre, alcune ricerche hanno dimostrato anche che la già evidenziata relazione tra il perfezionismo e l’insonnia può essere mediata da alcuni fattori quali lo stress emotivo (Jansson-Fröjmark & Linton, 2007), la percezione dello stress e la regolazione emotiva (Brand  et al., 2015) e il pensiero controfattuale (Schmidt, Courvoisier, Cullati, Kraehenmann & Van der Linden, 2018).

E’ anche stato ipotizzato che gli individui perfezionisti mostrerebbero la tendenza ad essere eccessivamente preoccupati delle conseguenze negative che un disturbo del sonno acuto potrebbe avere sulle loro attività quotidiane (Lundh & Broman, 2000). Conseguentemente, di notte, queste preoccupazioni potrebbero assumere la forma di un circolo di pensiero negativo costituito da rimuginio, ruminazione e da convinzioni disfunzionali relative al sonno. A sua volta questo circolo, una volta instauratosi, potrebbe condurre a difficoltà ad iniziare il sonno e a mantenerlo, facilitando il passaggio da un disturbo del sonno acuto a un disturbo cronico (Frost et al. 1990).

Le cognizioni disfunzionali relative al sonno includono aspettative errate sul fabbisogno di sonno, convinzioni esagerate sulle conseguenze diurne di un sonno disturbato, rimuginio e sensazione di impotenza relativi al sonno, credenze errate riguardanti i farmaci per dormire e l’attribuzione biologica dei disturbi del sonno (Morin, Vallières, & Ivers, 2007). Tali credenze possono essere pericolose per lo sviluppo di un disturbo del sonno cronico come l’insonnia. Questo può avvenire attraverso l’interazione tra un’attività cognitiva orientata negativamente (rimuginio e ruminazione ad esempio) e l’iperarousal autonomico che è mediato dalla disregolazione emotiva in termini di emozioni intense ed attivanti (Baglioni, Spiegelhalder, Lombardo, &  Riemann, 2010).

La ricerca si è concentrata sull’esaminare in maniera approfondita la relazione esistente tra perfezionismo ed insonnia mentre il ruolo di mediatore delle cognizioni negative correlate al sonno (ad esempio le preoccupazioni per quest’ultimo e le credenze disfunzionali sulle conseguenze di un sonno insoddisfacente) sono state poco esaminate.

Lo studio di Akram e colleghi (2020) è il primo studio che esamina il ruolo delle convinzioni e degli atteggiamenti disfunzionali riguardo al sonno in relazione al perfezionismo.

La ricerca, in particolare, ha avuto come obiettivo quello di :

  • determinare quali aspetti specifici del perfezionismo siano correlati all’aumento dei sintomi di insonnia segnalati dai soggetti e
  • indagare il ruolo di potenziali mediatori delle cognizioni disfunzionali collegate al sonno e dell’ansia sulla relazione tra dimensioni del perfezionismo e sintomi dell’insonnia.

Nello studio sono stati reclutati 624 soggetti ai quali è stata somministrata la seguente batteria testistica:

  • la Dyfunctional Beliefs and Attitudes About Sleep Scale (DBAS) (Morin et al., 2007) per indagare le convinzioni relative al sonno;
  • l’Insomnia Severity Index (ISI) (Bastien, Vallières, & Morin, 2001), che indaga la gravità dei sintomi dell’insonnia nelle due settimane precedenti, includendo la difficoltà a iniziare o a mantenere il sonno e i risvegli precoci;
  • l’Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS-A) (Zigmond & Snaith, 1983), per indagare la sintomatologia ansiosa;
  • la Frost Multidimensional Perfectionism Scale (F-MPS) (Frost et al., 1990) per valutare le sei dimensioni del perfezionismo (‘preoccupazione per gli errori’, ‘dubbi sulle azioni’, ‘aspettative genitoriali elevate’, ‘critiche genitoriali’, ‘tendenza all’organizzazione e all’ordine’, e ‘standards personali elevati’.

I risultati dello studio mostrano che gli individui che presentano sintomi di insonnia tendono anche a riportare livelli più elevati nella dimensione ‘dubbi sulle azioni’ (Doubting of actions, D), ‘critiche genitoriali’ (Parental Criticism, PC), e ‘aspettative genitoriali elevate’ (Parental Expectations, PE), e punteggi più bassi nella ‘tendenza all’organizzazione e all’ordine’ (Organization, O); risultati in linea con la già citata letteratura esistente che aveva precedentemente sottolineato una relazione significativa tra il perfezionismo multidimensionale e i sintomi dell’insonnia.

Inoltre, le analisi di mediazione basate sulla regressione, hanno ulteriormente mostrato che, ad eccezione della ‘tendenza all’organizzazione e all’ordine’, sia le cognizioni disfunzionali collegate al sonno sia la sintomatologia ansiosa, hanno mediato significativamente l’associazione tra i sintomi dell’insonnia e le altre tre dimensioni del perfezionismo.

E’ stato evidenziato che gli individui che dubitano eccessivamente delle loro azioni e si preoccupano molto delle critiche genitoriali sperimentano livelli più elevati di arousal nella fase prima di addormentarsi, fattori che contribuiscono all’insorgenza ritardata del sonno (Vincent, & Walker, 2000). Queste preoccupazioni possono assumere la forma di rimuginii e ruminazioni, strategie cognitive che sono state associate ad alti livelli di perfezionismo (Randles, Flett, Nash, McGregor & Hewitt, 2010).

Inoltre, nel caso di un episodio di sonno disturbato, gli individui che presentano elevati livelli di alcune dimensioni del perfezionismo possono spendere una sproporzionata quantità di tempo valutando criticamente il loro sonno e le loro performance quotidiane (Akram et al., 2015).

In questo caso, preoccupazioni eccessive e rimuginii sulle conseguenze di una perdita occasionale di sonno, sui risvolti negativi sulle attività diurne e sull’attribuzione biologica di questi problemi, potrebbero probabilmente influenzare la valutazione del sonno in modo negativo. A sua volta, la percezione che un sonno scarso ostacoli il funzionamento diurno, potrebbe portare a sperimentare dubbi sulle azioni che devono essere eseguite durante il giorno. I sintomi ansiosi poi possono servire ad esacerbare il rimuginio e la ruminazione preesistenti nei soggetti con insonnia.

Alla fine viene ipotizzato che si instauri un circolo di pensiero negativo, in cui i dubbi sulle azioni e le preoccupazioni sulle performances quotidiane, si sposti durante la notte alimentando di conseguenza l’arousal sperimentato prima di dormire e ritardando l’insorgenza del sonno (Schmidt et al., 2018).

Di conseguenza, quei soggetti che presentano alti livelli sia nello sperimentare tendenze perfezionistiche, sia cognizioni disfunzionali collegate al sonno, possono arrivare ad alterare il loro comportamento (ad esempio aumentando il tempo trascorso a letto facendo dei pisolini o tentando di recarsi a letto più presto rispetto all’orario normale), tutte strategie messe in atto per compensare il loro deficit di sonno e conseguentemente mirare ad avere un ‘sonno perfetto’.

Questi tentativi da parte dei soggetti di ‘forzare’ l’avvio del sonno, si sono dimostrati essere invece controproducenti, favorendo il passaggio da un disturbo del sonno transitorio all’insonnia (Baglioni et al., 2010).

In relazione al trattamento questi dati possono essere utili per formulare alcune riflessioni. Considerando che il perfezionismo può aumentare il rischio di dropout dalla terapia cognitiva-comportamentale per l’insonnia (CBT-I) (Johann et al., 2018), Akram (2018)  ha evidenziato come possa essere utile per questi individui, beneficiare di una terapia modificata della CBT-I che ponga maggior enfasi anche alla correzione dei pensieri disfunzionali e di quelli perfezionistici connessi al sonno e ai sintomi di ansia.

Fornendo questi individui di corrette informazioni sul sonno e sul funzionamento, mettendo in discussione anche quelle convinzioni disfunzionali che favoriscono l’incremento di sforzi comportamentali per dormire, si potrebbe prevenire il passaggio da difficoltà relative al sonno acute o transitorie in problemi a lungo termine o condizioni croniche come l’insonnia.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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