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Che cosa comporta crescere in un ambiente ostile o vivere condizioni stressanti e traumatiche in infanzia?

Un recente studio ha indagato l’associazione tra un ambiente invalidante, la psicopatologia, i disturbi neurocognitivi e i parametri cerebrali nella pubertà

Di Gaia Butti

Pubblicato il 17 Giu. 2019

Fare esperienza di un ambiente invalidante, come crescere in condizioni di povertà, vivere episodi traumatici, un brutto incidente o una violenza sessuale, etc. può avere un impatto notevole sia sullo sviluppo del cervello sia sul comportamento del bambino o del giovane adulto.

 

Condizioni socioeconomiche precarie ed esperienze di eventi stressanti o traumatiche fanno parte di un ambiente invalidante. Numerosi studi hanno inoltre dimostrato come questi fattori ambientali siano implicati nello sviluppo di deficit comportamentali, anormalità nello sviluppo del cervello ed infine di una maturità accelerata. Tuttavia, il contributo relativo a questi fattori rimane ancora poco studiato.

Un recente studio, condotto dalla Perelman School of Medicine presso la University of Pennsylvania e il Children’s Hospital of Philadelphia (CHOP) through the Lifespan Brain Institute (LiBI), e pubblicato su JAMA Psychiatry, ha cercato dunque di indagare l’associazione tra un ambiente invalidante, come ad esempio una condizione socioeconomica precaria, eventi stressanti o traumatici, e la psicopatologia, i disturbi neurocognitivi e i parametri del cervello durante la pubertà.

Lo studio

Il lasso temporale, considerato in questa ricerca, è stato quello tra l’infanzia e la prima età adulta. I partecipanti allo studio sono stati reclutati dai registri pediatrici del Children’s Hospital di Philadelphia, avevano un’età compresa tra 8-21 anni, presentavano una salute stabile e un buon livello nella fluidità dell’inglese. Il campione era composto da 9498 partecipanti, di cui 5298 (55.8%) di origine europea, 3124 (32.9%) di origine africana ed infine i restanti 1076 (11.4%) di altra origine; inoltre i partecipanti appartenevano a condizioni socioeconomiche diverse tra di loro.

Si è deciso di selezionare dal campione originale, in maniera casuale, un gruppo (N=1601) che è stato sottoposto al neuroimaging multimodale (MRI). I dati sono stati raccolti da novembre 2009 fino a dicembre 2011, successivamente sono stati analizzati tra febbraio e novembre 2018.

I risultati hanno evidenziato una correlazione significativa tra le condizioni socioeconomiche precarie, le esperienze di eventi stressanti o traumatici e i sintomi psichiatrici, quali ansia, depressione, fobie, comportamenti esternalizzanti e legati a disturbi psicotici. I ricercatori hanno osservato come questa correlazione riguardasse di più la popolazione femminile rispetto a quella maschile.

È emerso anche che le due condizioni fossero legate a deficit cognitivi, quali astrazione, flessibilità mentale, attenzione e working memory.

Grazie alle immagini di neuroimaging, i ricercatori hanno inoltre riscontrato differenze significative nelle regioni limbiche e frontoparietali del cervello.

Infine, si è riscontrato che i bambini che vivevano in povertà o avevano vissuto esperienze traumatiche o stressanti maturavano più precocemente, sia a livello cerebrale che a livello fisico, poiché presentavano caratteristiche appartenenti ad un’età più adulta.

In conclusione

È dunque importante sottolineare come sia necessario identificare il prima possibile e prevenire quelle condizioni ambientali avverse che si associano al neurosviluppo.

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