Nonostante le complicanze mediche della sindrome di Cushing vadano incontro a remissione tipicamente completa in seguito a un trattamento chirurgico-farmacologico, i disturbi psicopatologici associati tendono a persistere nonostante la guarigione, ciò mette in luce la necessità della presa in carico da parte di uno psicologo
La sindrome di Cushing è una patologia causata da un’eccessiva esposizione nel corso del tempo ai glucocorticoidi (Lombardo & Lenzi, 2017).
Sindrome di Cushing: cos’è e perché può generare sofferenza psicologica
La causa più frequente di questa patologia consiste in un’elevata secrezione di ACTH dovuta ad un adenoma ipofisario ACTH-secernente o ad una secrezione ectopica di ACTH. Il classico quadro clinico della sindrome di Cushing è caratterizzato da: obesità tronculare, ipotrofia della muscolatura degli arti, accumulo del grasso sulle guance (facies lunaris), presenza del “gibbo di bufalo” in sede dorso-cervicale e sovraclaveare, presenza delle striae rubrae (smagliature caratterizzate da un colore violaceo a livello dell’addome).
Non dobbiamo però fermarci all’apparenza, questa patologia che sembra puramente medica in realtà è intimamente legata anche alla sfera emotiva e cognitiva.
Come mai occorre la presa in carico da parte di uno psicologo in una patologia endocrinologica come questa? Sostanzialmente il suo ruolo verte su due grandi aree, da una parte abbiamo tutta una serie di disturbi psicologici e disfunzioni cognitive, dall’altra parte abbiamo la percezione negativa dell’immagine corporea e le reazioni emotive e comportamentali ad essa correlate.
Sindrome di Cushing: disturbi psicologici e disfunzioni cognitive
Le conseguenze della malattia sulla qualità della vita e le alterazioni che il cervello subisce a causa dell’aumento dei glucocorticoidi portano a squilibri a lungo termine, a questo proposito emergono una serie di dati interessanti in letteratura. La sindrome di Cushing si associa a tutta una serie di disturbi e alterazioni del sistema nervoso centrale che perdurano anche nella fase di guarigione, in particolare troviamo:
- Depressione maggiore: disturbo più associato alla sindrome di Cushing. In uno studio di Haskett (1985) sono stati studiati longitudinalmente 30 pazienti, è emerso che 24 di loro (circa l’80%) soddisfacevano i criteri diagnostici della depressione maggiore (Haskett et al., 1985). I pazienti con depressione risultano più gravi, in termini di malattia endocrina, rispetto ai pazienti che non risultano depressi (Sonino et al., 2001)
- Disturbo bipolare: circa il 30% dei pazienti valutati da Haskett (1985) ha riportato episodi di mania o ipomania durante il corso della patologia
- Disturbi d’ansia: attualmente sono pochi e non del tutto chiari gli studi a riguardo, alcuni mettono in evidenza la presenza del disturbo d’ansia generalizzato nel 79% e del disturbo di panico nel 53% dei pazienti (Loosen et al., 1992)
- Disfunzioni cognitive: il disturbo di memoria risulta una delle conseguenze più importanti, circa l’83% dei pazienti mostra difficoltà di apprendimento e di memoria (Starkman et al., 1981). Una review di Andela (2015) ha mostrando una diminuzione del volume ippocampale, un allargamento dei ventricoli e un’atrofia corticale
Sindrome di Cushing: la percezione negativa dell’immagine corporea
È ovvio a questo punto quanto sia importante la presa in carico da parte di uno psicologo, ma non è ancora tutto, dobbiamo considerare un aspetto ulteriore e di pari importanza alla sintomatologia psicopatologica. La sindrome di Cushing è associata anche a importanti alterazioni fenotipiche: vedendo mutare il proprio aspetto fisico, i pazienti sviluppano disgusto verso la loro immagine corporea e di conseguenza, la loro autostima diminuisce. Tutto ciò induce a comportamenti di evitamento che impattano nella vita sociale. Questi cambiamenti corporei perdurano anche nel periodo successivo alla fase di remissione: i pazienti, nonostante le cure, non riescono a migliorare il loro aspetto (Tiemensma et al., 2012).
Sindorme di Cushing: perché serve supporto psicologico
La vita dei pazienti con la sindrome di Cushing subisce importanti cambiamenti: ai sintomi prettamente medici si aggiungono debolezza, dolore, cambiamento dell’immagine corporea, deficit cognitivi, disturbi psichiatrici e disturbi del sonno. Tutto ciò impatta negativamente sulla qualità della vita: gli effetti si riscontrano in ambito familiare, lavorativo e relazionale (Gotch et al., 1994). Per questi motivi la sindrome di Cushing necessita anche di una presa in carico da parte di uno psicologo. Le alterazioni della sfera emotiva sono talmente importanti e durevoli che non dovrebbero essere trascurate in nessuna fase del processo di cura: anzi, tale percorso dovrebbe continuare anche una volta terminato il trattamento dei sintomi prettamente medici.