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I disturbi specifici dell’apprendimento: il coinvolgimento nel processo diagnostico della scuola e della famiglia

In caso di disturbi specifici dell'apprendimento, genitori e insegnanti risultano figure fondamentali nel processo diagnostico..

Di Francesca Rendine

Pubblicato il 31 Dic. 2018

Risulta molto importante, nel processo diagnostico dei disturbi specifici dell’apprendimento, la partecipazione degli insegnanti e della famiglia. A volte però questo coinvolgimento si rivela difficoltoso.

 

“Mi spiace Dottoressa ma l’insegnante non ha voluto compilare i test di F. Mi ha detto che non vuole responsabilità, né vuole esprimere giudizi sul bambino!”

“Ne abbiamo compilato solo uno. Tanto io e mio marito avremmo detto le stesse cose!”

All’interno del contesto clinico ho avuto modo di osservare un aspetto specifico legato al processo diagnostico: ovvero il rifiuto al coinvolgimento da parte di insegnanti e talvolta anche di genitori. Questo accade perché vissuto come una “pesante” responsabilità o ancor più negativamente, come la richiesta di un giudizio a cui sono chiamati a rispondere. Quest’articolo mira a sensibilizzare la famiglia e la scuola, al valore della partecipazione al processo diagnostico.

Disturbi Specifici dell’Apprendimento: una condizione clinica

Una difficoltà nell’apprendimento può caratterizzare il normale corso di studio di ogni bambino, sia per la crescente difficoltà dei contenuti in fase di scolarizzazione, sia per l’emergere di normali attitudini che vedono i bambini acquisire una maggior padronanza di alcune materie rispetto ad altre. Quando invece la causa della difficoltà è un disturbo dell’apprendimento questo è tale da impedire un ottimale sviluppo negli apprendimenti, ovvero nelle aree della letto-scrittura e del calcolo.

Ad oggi, tali disturbi, sono racchiusi nell’acronimo DSA e comprendono: la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia. Ognuna di queste condizioni descrive un quadro clinico che coinvolge uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo del soggetto. Il sospetto di una condizione clinica, può essere messa in luce da un insegnante, quanto dai genitori che seguono il bambino durante lo studio pomeridiano, ma che necessita per essere definita tale di un processo diagnostico.

Disturbi Specifici dell’Apprendimento: il processo diagnostico dall’invio alla diagnosi

Il processo diagnostico di un DSA prevede la collaborazione di più professionisti (Psicologo e Neuropsichiatra Infantile) e mira all’indagine di più aree, in primis quella cognitiva e dello stato degli apprendimenti. Ogni processo diagnostico deve tener conto e partire da quello che viene definito come “motivo dell’invio”, che contiene parte degli elementi che andranno indagati in fase anamnestica. L’intero processo diagnostico comprenderà: un’anamnesi psico-sociale della storia complessiva di sviluppo del bambino, un’anamnesi medica che possa escludere disturbi di tipo visivo ed uditivo che possono generare una difficoltà nell’apprendimento, i risultati dei test con una relativa interpretazione ed un riferimento ai criteri diagnostici utilizzati.

L’utilità di una valutazione cognitiva permette di avviare un processo diagnostico corretto che escluda la presenza di un ritardo mentale, condizione che non appartiene al quadro dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento. La valutazione degli apprendimenti invece, metterà in luce, in caso di diagnosi, una differenza fra valori standard, per livello intellettivo e fase di scolarizzazione, e punteggi inferiori rispetto alla norma.

Disturbi Specifici dell’Apprendimento: il coinvolgimento della Scuola e della Famiglia

Il processo diagnostico si avvale anche di test di eterovalutazione che coinvolgono la famiglia e gli insegnanti, con lo scopo di integrare i dati diagnostici del clinico con elementi che appartengono alla quotidianità del bambino. Da qui nasce l’importanza del coinvolgimento, di scuola e famiglia, all’interno del processo diagnostico che risulta un impegno a cui rispondere con responsabilità ed attenzione. La compilazione del materiale che il clinico invia ad insegnanti e famiglie è lo strumento con cui arricchire ed al contempo definire i dati clinici con quelli che emergono da un contesto di vita “naturale”. Queste informazioni, passando attraverso un processo di standardizzazione, permettono una valutazione clinica del “motivo dell’invio” ma anche di rilevazione di eventuali comorbidità spesso associate ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

La partecipazione al processo diagnostico non coincide dunque con l’espressione di un “giudizio” personale sul bambino, il suo valore sta nel realizzare una valutazione quanto più dettagliata possibile, contribuendo così all’arricchimento di un processo che richiede la collaborazione tra clinici, famiglie ed insegnanti. Il fine ultimo della rete collaborativa che viene a crearsi, definisce implicitamente un modello scolastico integrato a livello territoriale e connesso al “mondo” dello studente e della sua famiglia, divenendo uno spazio in cui lo stesso studente possa coltivare al meglio le proprie potenzialità anche in presenza di una diagnosi di DSA.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Dislessia e altri DSA a Scuola. Strategie efficaci per gli insegnanti, Le Guide Erickson (2013)
  • Disturbi Specifici dell'Apprendimento, Consensus Conference, Roma (2010)
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