Intervengo a mia volta sulla questione della relazione terapeutica. Mi pare che i nostri colleghi non dubitino affatto della rilevanza della relazione terapeutica come fattore di cura. Anzi, essi osservano due cose: “Una buona relazione è un fatto, non un metodo da seguire, o una strategia da costruire“. La relazione terapeutica “è anche la variabile meno gestibile“.
di Angelo Inverso
Il dibattito su Trauma e Relazione Terapeutica:
- Lo spettro del trauma che si aggira per il mondo (della psicoterapia) – 25 Maggio 2017
- Come non avere paura dello spettro del trauma – di Benedetto Farina – 04 Luglio 2017
- Il paradigma psicotraumatologico, in risposta a Benedetto Farina – 06 Luglio 2017
- Trauma e Relazione Terapeutica: in risposta a Benedetto Farina – Pt. 2 – 13 Luglio 2017
- L’Alleanza terapeutica: intervento di Fabio Monticelli nel dibattito su trauma e relazione – 14 Luglio 2017
- La relazione terapeutica è traumatica o il trauma è la vera relazione? – Roberto Lorenzini – 17 Luglio 2017
- Cosa faccio in terapia: il ragionamento prima delle tecniche – Roberto Lorenzini Pt. 2 – 19 Luglio 2017
- Monsignor Della Casa e la relazione terapeutica – Roberto Lorenzini Pt. 3 – 20 Luglio 2017
Sorprendentemente sostengo che potrebbero avere ragione sul punto 2, ma l’idea sottesa sembrerebbe essere che il resto lo sia molto di più. Purtroppo per Sassaroli, Caselli e Ruggiero, penso che la relazione sia implicata in ogni singolo passo del processo psicoterapeutico, sia coestensiva ad esso, in quanto tutta la psicoterapia si svolge all’interno di un processo interpersonale. Qualunque cosa facciamo all’interno di una seduta si tinge del colore della relazione e diventa gestibile con pari difficoltà. Possiamo solo illuderci che non sia così.
Altre variabili della terapia, come ad esempio quali esatte parole diremo, quale esatto momento sceglieremo per proporre un compito, quale sia il livello minimo di ansia che il paziente è in grado di tollerare in certe condizioni, quale metafora è più appropriata, e così via, penso che esse abbiano a loro volta una gestibilità modesta, ahimè!
“E vabbè“, potrebbero replicare i colleghi “noi abbiamo mica detto il contrario, abbiamo sostenuto che essendo la relazione un fatto e non un metodo o una strategia da seguire, possiamo smettere di occuparci di lei e dare per scontato che essa influirà, bene o male, sull’esito della terapia e andare avanti con tecniche e strategie“.
Non sono sicuro che questa possa essere la loro replica, ma se lo fosse le cose si metterebbero male. Se davvero la relazione è solo un fatto, allora cosa diremo ai pazienti che arrivano da noi per risolvere, appunto, problemi relazionali? Che le buone relazioni sono un fatto e che non c’è un metodo o una strategia per migliorarle? Che se la loro relazione con i figli, o la moglie, o gli amici, o con se stessi è fonte di pena e di malessere meglio sarebbe lasciar perdere e non occuparsene perché c’è poco da fare e le cose andranno meglio o peggio in base al caso, alla fatalità, all’occasione, ma che non possiamo mica pensare a una strategia o a un metodo o a una qualunque cosa che abbia senso e che il nostro intervento potrà dare?
Penso che l’affermazione dei colleghi possa essere ribaltata: non solo una relazione è un fatto, ma a sua volta ogni fatto è una relazione. Lasciatemi citare il Wittgenstein del Tractatus, proposizioni 2 e 2.1: “(…) Un fatto è il sussistere di stati di cose e uno stato di cose è un nesso di oggetti. In questa accezione un fatto è una relazione“. Io non credo che i nostri colleghi siano così ingenui o poco intelligenti. Ho stima per loro e chiedo cosa veramente intendessero dire. Io penso –e spero di non essere il solo a pensarlo- che la relazione sia l’esito di una interazione ripetuta, che ha delle determinanti e/o delle condizioni generative (se non vogliamo dire causali) e queste determinanti siano i partecipanti alla relazione stessa. Certo, l’esito del processo è un fatto, ma noi non crediamo di poter influire sul fatto che si è prodotto, ma sul processo che si è generato e sulle sue determinanti sì . Ecco perché i colleghi hanno ragione e torto nello stesso tempo.
Il terapeuta e il suo paziente creano una relazione che diviene terapeutica perché il terapeuta immette, più o meno consapevolmente, elementi che la rendono tale. Il nostro contributo, come terapeuti, alla costruzione, mantenimento e ripristino di una buona relazione terapeutica potrà essere più o meno consapevole e ciò che ne verrà fuori sarà più o meno buono, a seconda della nostra qualità relazionale e della nostra perizia. Nella relazione siamo implicati e continuamente operiamo su di essa e il modo in cui lo facciamo è, in una certa misura, nella nostra disponibilità .
Se vogliamo paragonare la psicoterapia ad un farmaco -e lo scrivo a fatica perché non credo alla metafora del farmaco- la relazione non è l’eccipiente del principio attivo ma è essa stessa il principio attivo. Non è un lubrificante ma un agente. E se crediamo sia un placebo, anche questo effetto è parte dell’azione farmacologica.
Per concludere, voglio riportare un episodio. Alla predica della scorsa domenica il prete , tale Don Mauro, ha fatto questa domanda: “di due buoi aggiogati, chi tira di più?” Tutti hanno risposto; “tutti e due uguale“. La risposta è sbagliata: “tira di piu’ il piu’ forte dei due“. Le tecniche specifiche sono aggiogate alla relazione, qual è il bue che tira di più? Meditate gente, meditate!
Leggi il resto della discussione:
- Lo spettro del trauma che si aggira per il mondo (della psicoterapia) – 25 Maggio 2017
- Come non avere paura dello spettro del trauma – di Benedetto Farina – 04 Luglio 2017
- Il paradigma psicotraumatologico, in risposta a Benedetto Farina – 06 Luglio 2017
- Trauma e Relazione Terapeutica: in risposta a Benedetto Farina – Pt. 2 – 13 Luglio 2017
- L’Alleanza terapeutica: intervento di Fabio Monticelli nel dibattito su trauma e relazione – 14 Luglio 2017
- La relazione terapeutica è traumatica o il trauma è la vera relazione? – Roberto Lorenzini – 17 Luglio
- Cosa faccio in terapia: il ragionamento prima delle tecniche – Roberto Lorenzini Pt. 2 – 19 Luglio 2017
- Monsignor Della Casa e la relazione terapeutica – Roberto Lorenzini Pt. 3 – 20 Luglio 2017