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Prolonged grief disorder, stili di attaccamento e burden in caregiver di pazienti affetti da demenza – Riccione, 2017

Lo studio valuta l’incidenza di Prolonged Grief Disorder (PGD) all’interno di un campione di caregivers di familiari con malattia di Alzheimer

Di Guest

Pubblicato il 23 Mag. 2017

Aggiornato il 21 Gen. 2020 14:00

Prolonged grief disorder, stili di attaccamento e burden in caregiver di pazienti affetti da demenza

Elena Del Rio, Silvia Baraldi, Sara Bocchicchio, Maddalena De Matteis  Studi Cognitivi, Modena

 

La perdita di una persona cara si configura come uno degli eventi più traumatici nella vita di una persona e si caratterizza per un intenso e prolungato periodo di adattamento. Nella riflessione di relazione che cambia, il caregiver deve sottrarsi dalla percezione di un lutto costantemente vissuto nel presente.

Benché sia difficile definire un tempo prefissato per la risoluzione del lutto, dopo un certo periodo si assiste ad un progressivo cambiamento, con una riduzione del distress psicologico e dei sintomi fisici.

In alcuni casi tuttavia i soggetti colpiti possono presentare Prolonged Grief Disorder (PGD) (Prigerson, 2004). Lo sviluppo di problematiche psicopatologiche, specialmente di tipo depressivo, sembra essere legato in particolar modo alla durata dell’assistenza alla persona malata, ai livelli di ansia e depressione del caregiver e al costo emozionale prima del decesso. Tali caregiver presentano originariamente un problema di attaccamento insicuro che impedisce loro di affrontare la perdita e il lutto.

L’intento del presente studio è stato in primo luogo quello di valutare all’interno di un campione di caregivers di familiari con malattia di Alzheimer (AD), o altro tipo di demenza, l’incidenza di Prolonged Grief Disorder (PGD) in assenza di una perdita reale, e verificare l’associazione tra PGD e burden del caregiver. Si è cercato quindi di andare a verificare come il PGD possa associarsi sia alla presenza di stili di attaccamento insicuro, sia ad una diversa manifestazione dei livelli di burden (Stroebe et al. 2005).

 

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