Nel cyberspazio stanno cominciando ad emergere molte patologie sociali definite “dipendenze tecnologiche”, tra queste, un settore che merita un ulteriore esame, è la dipendenza sessuale e il suo rapporto con l’uso eccessivo di Internet.
Martina Tramontano – OPEN SCHOOL, Studi Cognitivi Milano
L’avvento di nuove tecnologie sempre più sofisticate e la crescita esplosiva dell’accessibilità ad Internet stanno profondamente trasformando la cultura e alterando i modelli di comunicazione sociale e di relazione interpersonale.
Le persone sembrano dedicare sempre più tempo della loro vita quotidiana alla connessione al web e, a tal proposito, alcuni studiosi hanno messo in evidenza come nel cyberspazio stiano cominciando ad emergere molte patologie sociali definite “dipendenze tecnologiche”. Tra queste, un settore che merita un ulteriore esame, è la dipendenza sessuale e il suo rapporto con l’uso eccessivo di Internet. Infatti, il sesso è segnalato per essere l’argomento più frequentemente cercato su Internet (Freeman-Longo & Blanchard, 1998), e il perseguimento del soddisfacimento sessuale online o “cybersex” è un’attività comune tra gli utenti del web.
Ricerca e media si sono molto concentrati, e, talvolta allarmati, sul lato problematico delle attività sessuali online, anche se è stato riscontrato che solo una minoranza dei soggetti ha avuto poi esperienze problematiche.
Cooper, Delmonico, e Burg (2000) hanno trovato che solo circa il 17% di coloro che usano Internet per fini sessuali mostrano problemi legati ad esso. Forse questa eccessiva attenzione orientata al polo problematico deriva da una credenza secondo cui Internet è un settore pericoloso contenente immagini e film pornografici, prostituzione, pedofilia e infedeltà.
Altri ricercatori hanno descritto il comportamento sessuale online come un continuum che si estende dall’adattativo al patologico (Cooper, et al., 1999; Leiblum, 1997). Siccome l’utilizzo di Internet continua ad aumentare e sempre più medici e psicologi si trovano ad incontrare pazienti con problemi derivanti da un comportamento sessuale compulsivo online, diventa importante capire, valutare e trattare questo fenomeno.
In questo articolo partiremo da una panoramica sul concetto di dipendenza sessuale per poi trattare più nel dettaglio la sua relazione con l’utilizzo del web.
La dipendenza sessuale
Il fenomeno di un desiderio sessuale eccessivo ed atipico è stato oggetto di molte discussioni cliniche e approfondimenti negli ultimi 30 anni, soprattutto riguardo la legittimità della “dipendenza sessuale” ad essere considerata una vera e propria “malattia medica” o semplicemente una “costruzione sociale-esperenziale” (Kwee, 2007).
Nella comunità medica, scientifica e specialistica della sessuologia non si è raggiunto un consenso sul fatto che esista effettivamente e su come descrivere il fenomeno. Gli esperti che ne sostengono l’esistenza la descrivono come un’effettiva dipendenza: al pari dell’alcolizzato o del tossicodipendente anche i sex addicted non sono in grado di fermare il loro comportamento sessuale autodistruttivo e spesso ignorano le gravi conseguenze fisiche, emotive e interpersonali che esso comporta. Altri studiosi la ritengono una forma di disturbo ossessivo-compulsivo e si riferiscono ad essa come ad una compulsione sessuale (Kingstone, 2008); altri ancora credono che la dipendenza sessuale, sia un mito in sé, un sottoprodotto di influenze culturali o di altro tipo (Giles, 2006).
La controversia riguarda anche il termine più appropriato da utilizzare per definirla: le etichette hanno spaziato da “dipendenza sessuale” (Carnes, 1983),”impulsività sessuale“(Barth & Kinder, 1987), e “ipersessualità non parafiliaca” (Kafka, 2001), a “comportamento sessuale compulsivo“(Coleman, 1991) e “sessualità disregolata” (Winters, Christof, & Gorzalka, 2010).
Il comportamento sessuale eccessivo (ninfomania e satiriasi) viene identificato come una diagnosi medica (F52.7) nell’ICD-10, il più recente codice medico internazionale (World Health Organization, 2008). Nel DSM-IV-TR viene affrontato solo indirettamente come esempio di un disturbo sessuale NAS (302,9) (American Psychiatric Association, 2000). Il DSM-5 getta le basi per un futuro consenso diagnostico includendo al suo interno il “disordine ipersessuale”.
Nonostante tale dibattito nosologico, clinico, filosofico sulla dipendenza sessuale è evidente l’esistenza di un grosso numero di persone in difficoltà che ricercano un trattamento per un comportamento sessuale incontrollato, compulsivo e patologico (Garcia & Thibaut, 2010).
Diventa rivelante però evidenziare alcune considerazioni diagnostiche riguardo la dipendenza sessuale, perché non tutti i comportamenti sessuali ritenuti non tradizionali possono configurarsi come una dipendenza o risultano essere necessariamente problematici. Esclusivamente quando il comportamento diventa dominante nella vita dell’individuo e sfugge al suo controllo volontario possiamo identificare una dipendenza e giustificare un intervento professionale.
Carnes (1999) definisce la dipendenza sessuale come qualsiasi comportamento compulsivo legato al sesso che interferisce con la vita quotidiana fino al punto di diventare ingestibile. È difficile stabilire l’entità di essa, anche se le stime sembrano variare tra il 3-6% della popolazione (Carnes, 1999).
I ricercatori e gli autori che si sono occupati di definire il costrutto di “dipendenza sessuale”, hanno notato l’esistenza di alcuni pattern che si ripetono nelle storie degli individui affetti da tale patologia. Vediamo quali sono:
- Storie di abusi: i ricercatori hanno notato una forte correlazione predittiva tra una storia infantile di abusi e lo sviluppo di una dipendenza sessuale in età adulta (Opitz, Tsytsarev, & Froh, 2009). Traumi precoci come l’abuso fisico, emotivo e sessuale, hanno dimostrato di avere un impatto drammatico sullo sviluppo neurologico, che a sua volta è stato associato con problemi nel comportamento sessuale (Katehakis, 2009).
- Attaccamento insicuro (Ainsworth, 1969): le relazioni caotiche all’interno della famiglia di origine sono il secondo elemento caratterizzante le storie dei sex addicted (Zapf, Greiner, & Carroll, 2008).Violazioni di confine croniche, una storia familiare di dipendenza, “ruoli” rigidi compromettono ulteriormente lo sviluppo portando alla comparsa di sentimenti di vergogna, solitudine, isolamento, rabbia, ansia, e di un profondo senso di inutilità personale (Ferree, 2010). Queste dinamiche producono un impoverimento relazionale e un dannoso senso di vergogna che alimentano i meccanismi auto-rassicuranti della dipendenza sessuale (Flores, 2004).
- Disturbo nel controllo dell’impulso: deficit dell’attenzione e disturbo dell’iperattività non trattati (ADHD) sembrano essere altamente correlati con la dipendenza sessuale. Sono stati rintracciati diversi parallelismi tra le persone con ADHD e i sexual addicted. Entrambi sono orientati alla ricerca di stimoli, gravitano intorno a comportamenti ad alto rischio, ed hanno una bassa soglia per la noia; anche la disregolazione neurochimica è implicata in entrambi i contesti. I ricercatori suggeriscono che lavorare sul trauma, rilevante per entrambi i disturbi, deve essere una priorità nel trattamento di essi (Blankenship & Laaser, 2004).
- Comorbidità con i disturbi dell’umore e le altre dipendenze: è stato ampiamente osservato il ruolo di interconnessione assunto dalla comorbidità tra disturbi dell’umore, altre dipendenze e dipendenza sessuale. La dipendenza da sostanze, shopping, lavoro, il gioco d’azzardo compulsivo non solo coesistono, ma possono anche giocare una parte nel comportamento ritualistico che porta all’acting out del sex addicted (Irons & Schneider, 1994). La ricerca dimostra inoltre che la depressione e l’ansia sono significativamente più alte nella popolazione sessualmente dipendente che nella popolazione generale (Weiss, 2004).
Le conseguenze di un eccessivo comportamento sessuale sono di vasta portata e possono portare alla perdita di relazioni affettive, gravi problemi coniugali e familiari, difficoltà lavorative, problemi finanziari, perdita d’interesse per tutto ciò che non attiene al sesso, bassa autostima e disperazione. Inoltre con il passare del tempo gli individui dipendenti dal sesso sviluppano tolleranza verso tale pratica e non traggono più soddisfazione dalla loro attività sessuale. Tale fenomeno li costringe non solo ad aumentare la frequenza con cui intrattengono esperienze sessuali, ma anche ad andare alla ricerca di attività sessuali insolite e a fare un maggiore utilizzo del materiale pornografico. È bene tenere in considerazione che i modelli di comportamento discussi sono solo indicativi e non escludono altri segni che possono caratterizzare la dipendenza sessuale.
Uno degli sviluppi più interessanti degli ultimi anni è la connessione tra dipendenza sessuale e crescente utilizzo di Internet. La ricerca in questa nuova area è solo agli inizi e sembra di gran lunga aver prodotto più domande che risposte rendendo necessari ulteriori approfondimenti.
Dipendenza sessuale e utilizzo del Web
Generalmente quando si parla di sessualità online si fa riferimento a tutte le modalità di impiegare il web allo scopo di raggiungere eccitazione e soddisfazione sessuale.
Tali attività posso comprendere la visione e lo scambio di materiale pornografico, oppure la frequentazione di chat rooms a contenuto sessuale (spesso utilizzando ruoli di fantasia per esplorare i propri desideri sessuali più intimi), la scrittura e la lettura di romanzi erotici, l’uso di web-cam per attività erotiche virtuali e la ricerca di incontri con persone che si prostituiscono.
La cybersexual addiction è la dipendenza da queste attività sessuali virtuali.
Cooper (1998a) ha suggerito che ci sono tre fattori primari che alimentano la sessualità online rendendola un’area attraente per il soddisfacimento sessuale.
Essi sono: accessibilità (milioni di siti disponibili 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana), convenienza (la concorrenza sul web permette di mantenere prezzi bassi e una quantità significativa di materiale sessuale è disponibile senza alcun costo o commissione nominale), anonimato (protegge la persona coinvolta, permette la libera esternazione di fantasie sessuali normalmente represse, dà un maggiore senso di libertà e una riduzione del senso di vergogna).
J. Riemersma e M. Sytsma (2013) descrivono la dipendenza sessuale su Internet (definita da loro “contemporary sexual addiction”) come il prodotto di una trilogia “tossica” tra cronicità, contenuti e cultura. Secondo il loro pensiero la ripetuta e cronica esposizione a contenuti sessuali viene rafforzata dal dilagare di una cultura sempre più sessualizzata: questa forte interazione produce un vortice all’interno del quale vengono ingaggiati e si sviluppano i sex addicted.
Poiché l’esposizione è la variabile fondamentale, le caratteristiche demografiche associate a questa tipologia di dipendenza sono molto diverse e non conformi ai precedenti modelli e, per questo, non può essere trattata mediante le modalità tradizionali d’intervento (Cantor et al., 2013). Ogni tipologia di età, cultura, genere, razza, livello socio-economico, livello d’istruzione sembrano ugualmente colpiti dalla dipendenza per il cybersesso. I precursori della dipendenza sessuale (descritti precedentemente) non sono più implicati come causale, ma possono fungere da moderatori rispetto al grado di gravità con cui si sviluppa la dipendenza sessuale online.
La psicoterapia nella dipendenza sessuale online
Nel suo libro, “Tangled in the Web”, Young (2001) fornisce un approccio di recupero integrato che combina le terapie cognitivo-comportamentali e orientate allo stimolo.
Secondo l’autrice il recupero dalla dipendenza sessuale online è molto simile al recupero nelle dipendenze alimentari. Come in quest’ultima il paziente non può semplicemente astenersi dal cibo come parte del suo trattamento, ma deve orientarsi alla scoperta di modalità più funzionali di entrare in contatto e vivere quotidianamente con esso, analogamente i dipendenti dal cybersesso devono ricercare modi più sani di convivenza con il web. Nella società odierna, infatti, la maggior parte delle persone necessitano quotidianamente di un computer per lavorare, e quasi tutte le abitazioni sono fornite di un pc, per cui praticare l’astinenza per un dipendente dal sesso online diventa un’azione più complessa: in queste molteplici situazioni in cui si trova a dover interagire con un computer egli deve mettere in campo forme di autocontrollo per realizzare azioni correttive e astinenza dal cybersesso.
Per raggiungere questo obiettivo, Young (2001) suggerisce che i pazienti devono come primo passo valutare il proprio rapporto con Internet al fine di esaminare la portata e la frequenza di utilizzo del sesso online identificando le situazioni ad alto rischio, i sentimenti, o gli eventi che innescano il comportamento.
Poi devono concentrarsi sul cambiamento comportamentale al fine di raggiungere forme più adattive: dovrebbero ridurre il tempo inutile online e astenersi da ogni comportamento sessuale; evitare le situazioni ad alto rischio che potrebbero portare a ricadute e recuperare le relazioni perdute. Infatti i sex addicted a causa della loro dipendenza finiscono per perdere relazioni significative presenti nella vita reale. Siccome spesso erano proprio questi individui che fornivano loro sostegno, accettazione e amore, la loro assenza fa sentire il paziente inutile e rafforza la concezione del passato di non essere una persona amabile. È importante che il paziente ristabilisca queste relazioni per ritrovare il supporto necessario per combattere la dipendenza. Infine Young sottolinea che il trattamento è un processo di auto-esplorazione che dovrebbe fornire supporto e affermazione per creare un’immagine positiva di sé.
Nella terapia per i sex addicted si dimostra utile anche il lavoro di gruppo che aiuta i pazienti ad apprendere competenze interpersonali, responsabilizzarsi e sviluppare relazioni autentiche. Esistono poi innumerevoli risorse online che possono essere utilizzate allo scopo di migliorare la terapia. Spesso gli individui, infatti, non sono in grado di arrivare agli incontri a causa della distanza o per la preoccupazione e l’imbarazzo di essere identificati. Tutte queste problematiche con il trattamento online vengono completamente risolte o ridotte al minimo.
Una delle opportunità più interessanti in questo senso sono i siti web dove i soggetti possono accedere a narrazioni di altri che stanno attraversando o hanno già passato la stessa lotta con la dipendenza sessuale. Leggere queste storie aiuta i pazienti a sentirsi meno soli rispetto al proprio problema, e li può incoraggiare a rompere il muro della negazione e a sviluppare maggiore empatia. Al di fuori della terapia, invece l’educazione sulla dipendenza sessuale era tradizionalmente fornita ai pazienti attraverso articoli e libri. Ora anche queste risorse sono disponibili online in qualsiasi momento della giornata, da qualsiasi luogo, e senza che l’acquirente si senta inibito come potrebbe verificarsi in una biblioteca o libreria.
Se la dipendenza dal sesso online aspira a legittimare la sua effettiva esistenza, ci devono essere maggiori prove scientifiche a sostegno di essa, una chiarificazione dei criteri accettati da tutti e una quantificazione della sua occorrenza. Sebbene ciò debba ancora verificarsi, esistono sviluppi incoraggianti in tale direzione.
Cooper, Delmonico e Burg (2000) sostengono che, dato il crescente utilizzo di internet, i professionisti incontreranno sempre più pazienti i cui problemi sono connessi al comportamento compulsivo sessuale online. Anche altri ricercatori hanno segnalato un aumento del numero di consulenti e terapisti che hanno in cura pazienti per problemi legati all’attività sessuale sul web (Freeman-Longo, 2000). Tali ipotesi supportano la crescente evidenza empirica secondo cui la dipendenza dal sesso online non coinvolge solo una minoranza di individui e che l’espansione della tecnologia informatica produrrà un aumento di tali problematiche (Orzack & Ross, 2000).
Inoltre la valutazione di questa patologia dimostra che non è la frequenza o il tipo di comportamento ad indicare la presenza di una dipendenza, ma la perdita di controllo, la compulsività e le conseguenze negative che ne derivano.
Queste conclusioni suggeriscono l’importanza di approfondire le ricerche e sviluppare nuove modalità per aumentare la consapevolezza pubblica e professionale riguardo i comportamenti complessi che accompagnano i dipendenti dal cybersex. Inoltre è necessario migliorare l’informazione non solo sui risvolti negativi che l’uso del web può comportare, ma anche sull’utilizzo positivo di questa tecnologia al fine di migliorare la vita e anche i rapporti sessuali.