Oggi il training per l’ assertività è essenzialmente un percorso psicologico in cui vengono fornite indicazioni e prescrizioni per modificare il proprio comportamento e rendere più funzionale l’interazione tra pensieri, emozioni ed azioni.
Diletta Maria Ghisleri – OPEN SCHOOL Psicoterapia Cognitiva e Ricerca
Come nascono i training per l’ assertività
A partire dagli anni ’60, una serie di studi nell’ambito della psicologia clinica e applicativa si sono interessati di alcuni aspetti specifici del comportamento; facendo riferimento ai lavori di Pavlov (1931) e Salter (1949) alcuni psicologi come Alberti (1977), Lieberman (1973) e Goldstein (1981) hanno indirizzato il proprio interesse verso il comportamento interpersonale, le abilità sociali comunicative e il ruolo delle emozioni in questi contesti.
Da questi studi si sono sviluppate una serie di tecniche di terapia comportamentale (Giusti, Montanari, Iannazzo, 2000) chiamate training per l’ assertività: si tratta di interventi di de-condizionamento dalle idee irrazionali, precostituite e dogmatiche (Ellis, 2000), che prevedono l’utilizzo del disputing e soprattutto dell’esposizione comportamentale. Oggi il training per l’ assertività è essenzialmente un percorso psicologico in cui vengono fornite indicazioni e prescrizioni per modificare il proprio comportamento e rendere più funzionale l’interazione tra pensieri, emozioni ed azioni (Kelley, 1979); spesso si inserisce all’interno di percorsi psicoterapeutici personali.
‘Vincere quasi sempre con le tre A. Assertività’
Il libro “L’ Assertività. Vincere quasi sempre con le tre A. Assertività” (Giusti, Testi, 2006) propone un percorso di conoscenza guidato di quello che può essere riconosciuto come comportamento assertivo, facilitando l’aumento di consapevolezza del proprio modo di interagire con l’ambiente e con gli altri.
Si tratta di un manuale snello e pratico, di auto-aiuto, che attraverso la proposta di schede ed esercizi promuove lo sviluppo di abilità cognitive e comportamentali, utili ad affermare se stessi e a risolvere conflitti con gli altri attraverso uno stile di comunicazione adeguata alle varie situazioni di vita quotidiana.
Il termine assertività deriva dal latino asserere e significa asserire, affermare con tenacia ciò che si sostiene. Essere assertivi significa ‘tenere un comportamento efficace ed adeguato per ottenere il risultato desiderato, comunicarlo con autenticità, senza essere sottomessi o aggressivi, mantenendo il rispetto di sé e del proprio interlocutore’ (Giusti, Montanari, Montanarella, 1995).
Così definita, l’ assertività rappresenta un costrutto prevalentemente sociale: la modalità d’azione comunicativa e comportamentale più funzionale per esprimere in modo autentico ed efficace se stessi, nel rispetto del bisogno di interazione e integrazione con gli altri.
Caratteristiche del comportamento assertivo
La comunicazione assertiva, così come lo stile di comportamento assertivo (Hare, 1988) in generale, possono essere descritti come una modalità di espressione di sé che prevede la ricerca dell’equilibrio tra il rispondere incondizionatamente ai bisogni dell’altro ed il far prevalere esclusivamente i propri. Galeazzi (1994) attraverso un’analisi della letteratura ha individuato le seguenti componenti, espressione del comportamento assertivo:
- Assertività positiva e negativa: le capacità di esprimere e di ricevere dagli altri manifestazioni di stima, affetto e approvazione o critica e disapprovazione in modo adeguato;
- Difesa dei propri diritti: capacità di proteggere la libertà e le preferenze personali;
- Assertività di iniziativa: abilità di problem solving e soddisfare dei bisogni personali (es. fare richieste);
- Assertività sociale: capacità di interagire con le altre persone e stabilire nuove relazioni;
- Direttività: attitudine ad assumersi delle responsabilità e guidare gli altri nelle situazioni interpersonali problematiche.
Se gli estremi comportamentali sono da considerarsi lo stile passivo e lo stile aggressivo, lo stile comportamentale assertivo rappresenta il giusto mezzo.
Stile passivo
Con il termine comportamento passivo si intende l’atteggiamento di un soggetto che subisce le azioni altrui senza apparenti reazioni, che si assume responsabilità di eventi che possono anche non riguardarlo in prima persona e che antepone i bisogni e il benessere degli altri al proprio.
I pensieri irrazionali legati a questo stile comportamentale si rifanno al bisogno di accettazione, al timore per le conseguenze delle proprie azioni, al timore di perdere il controllo e al timore di giudizio (Ellis, 2000).
Stile aggressivo
Il comportamento aggressivo si esprime quando un soggetto tende ad affermare ed imporre se stesso in modo prepotente e prevaricante, senza tenere in considerazione i bisogni, i pensieri e le emozioni altrui. I pensieri connessi a questo stile comportamentale sono legati a idee di prevaricazione e sensazioni di minaccia al proprio ruolo.
Stile manipolativo
Lo stile manipolativo è caratterizzato da comportamenti di tipo passivo-aggressivo. Le persone che manifestano questo stile di comportamento utilizzano una modalità di comunicazione e interazione interpersonale indiretta. Esprimono passivamente l’aggressività al fine di raggiungere un obiettivo mai esplicitato o condiviso con l’altro, attraverso metodi come l’ironia o i discorsi allusivi.
Spesso si riscontra in soggetti con bassa autostima, poco espansivi, che nutrono forti emozioni di rabbia non espressa (o che credono non sia lecito esprimere liberamente).
Stile assertivo
Si parla di stile di comportamento assertivo quando le componenti emotive, cognitive ed espressive dell’azione sono modulate a seconda degli obiettivi, delle circostanze e delle persone coinvolte nel momento specifico. Il soggetto che esprime assertività riconosce ed accetta il proprio valore e quello altrui, nonché la libertà reciproca di espressione e pensiero: comunica in modo sincero e autentico, è pronto al dialogo e al confronto nel rispetto dell’identità dell’altro.
Le componenti dell’ assertività
All’ assertività è attualmente attribuita una struttura multidimensionale, di cui fanno parte diversi fattori, espressione ciascuno di specifiche abilità.
Possiamo individuare sei componenti, ciascuna delle quali rappresenta un insieme di competenze cognitive, emotive e comportamentali:
- Immagine positiva di sé,
- Contatto con gli altri,
- Libertà espressiva,
- Gestione delle richieste,
- Gestione del feedback,
- Gestione del conflitto.
Essere assertivi significa saper comunicare senza troppe paure e senza troppe riserve mentali e possedere quel coraggio e quella decisione che derivano da una buona stima di sé. Non essere imbrigliati da sentimenti di inferiorità e neppure compiacersi narcisisticamente di se stessi o vivere il rapporto con altri in modo ostile
(Bonenti, Meneghelli, 1992).
Per potersi esprimere in modo assertivo, le persone devono riconoscere i propri bisogni tanto importanti quanto quelli degli altri, fare affidamento sulle proprie capacità e possedere una sensazione generale di adeguatezza personale: saper ‘esprimere chi siamo in piena autonomia‘ (Townend, 1991).
L’uomo ha una naturale tendenza all’interazione sociale: i Sistemi Motivazionali Interpersonali (Liotti, 2001) sono sistemi cerebrali ontogeneticamente e filogeneticamente precedenti allo sviluppo della cognizione esplicita umana. Tuttavia questi stessi sistemi posso essere intesi come strutture funzionali che si sviluppano attraverso l’esperienza, le contingenze ambientali e l’interazione con gli altri (ad esempio il sistema dell’attaccamento può tipizzare in 4 possibili forme, Bowlby, 1989).
Il loro ruolo è quello di segnalare l’avvicinamento o l’allontanamento dallo scopo che essi stessi perseguono (es. sistema attaccamento: il bisogno segnalato è di protezione), attraverso sequenze emozionali. Secondo una prospettiva interazionista, ciascuna sequenza in un individuo comporta l’attivazione di una sequenza complementare di emozioni nell’individuo con il quale sta interagendo (Bara, 2005).
Le emozioni, il loro riconoscimento e la loro espressione sembrano quindi essere al centro dei processi di condivisione sociale, presenti ancor prima dello sviluppo dell’interazione verbale.
Ognuno di noi nasce con un corredo genetico, unico e personale, ma è attraverso l’apprendimento che si acquisiscono nel tempo schemi di comportamento e di interazione con gli altri. Più gli schemi appaiono flessibili, più risultano adattivi e funzionali.
Guardando alla psicologia cognitiva e cognitivo-evoluzionista, l’ assertività risulta uno stile comportamentale composito di abilità che regolano l’intersoggettività e che vedono come obiettivo principale la massima espressione autentica e rispettosa di emozioni e pensieri di ciascuno degli individui interagenti. Le parole chiave sono: Autenticità, Accettazione e Flessibilità.
Come potenziare lo stile assertivo
Come le principali sequenze comportamentali, lo stile assertivo può essere appreso e/o potenziato nel corso dello sviluppo o attraverso dei training specifici. Per raggiungere questo scopo i passaggi si possono riassumere in: conoscere, esprimere e riconoscere, agire/cambiare, accettare. Conoscere noi stessi, i nostri pensieri e le nostre emozioni. Riconoscere l’espressione situazionale delle emozioni e degli stili comportamentali propri e altrui. Modificare tramite azioni comportamentali e/o verbali il nostro stile di interazione. Accettare se’ stessi e accogliere l’altro per quello che è.
L’altro è altro e diverso da me. E’ parte ignota.(…) guardarlo negli occhi e fare in sé il silenzio per poterlo accogliere
(Giusti, Perfetti, 2004).
‘Vincere quasi sempre con le tre A. Assertività‘ (Giusti, Testi, 2006) risulta quindi un piccolo manuale molto utile, in cui si possono trovare proposte conoscitive e di autoriflessione, ma anche schede di valutazione del proprio stile comportamentale e proposte d’azione pratica.
Le capacità assertive si esprimono anche scegliendo di tacere il proprio pensiero
(Giusti, Testi, 2006).