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L’assertività e gli stili di comportamento

Una persona assertiva è in grado di esprimere le proprie opinioni, emozioni e punti di vista, facendo valere i propri diritti nel rispetto di quelli altrui

Di Massimiliano Iacucci

Pubblicato il 25 Nov. 2014

Aggiornato il 16 Nov. 2017 12:30

Una persona assertiva è in grado di esprimere le proprie opinioni, emozioni  e i propri punti di vista, facendo valere i propri diritti nel rispetto dei diritti altrui.

La parola assertività deriva dal latino ad serere, e significa «asserire» o anche affermare se stessi. Attualmente vi è un generale accordo sulla struttura multidimensionale dell’assertività. Dopo un’analisi della letteratura, Galeazzi (’94) indica le seguenti componenti:

1. l’assertività positiva, capacità di esprimere e ricevere approvazioni, stima e affetto;

2. l’assertività negativa, capacità di esprimere disapprovazioni e critiche agli altri;

3. difesa dei propri diritti, capacità di proteggere i diritti e rifiutare richieste che ledono la libertà personale;

4. l’assertività di iniziativa, ossia l’abilità nel risolvere problemi e soddisfare personali bisogni, che consiste anche nel saper avanzare richieste, favori, ecc.;

5. l’assertività sociale: quale capacità di interagire con le altre persone e di stabilire nuove relazioni, che si esprime nella padronanza relativa all’iniziare, continuare e concludere una conversazione nelle più diverse interazioni sociali, tanto con amici quanto con persone autorevoli o sconosciute;

6. la direttività: che concerne l’attitudine ad assumersi responsabilità e l’abilità nell’influenzare e guidare gli altri nelle situazioni interpersonali problematiche.

Sanavio (1998) descrive l’assertività come la capacità di far valere i propri diritti rispettando quelli degli altri, attraverso una comunicazione chiara, diretta e al tempo stesso, coerente e completa sul piano verbale e non verbale.

La comunicazione assertiva costituisce un metodo di interazione che si attua attraverso un  comportamento partecipe attivo e non in contrapposizione con l’altro; un atteggiamento responsabile, caratterizzato da piena fiducia in sé e negli altri; un comportamento completo che manifesta pienamente il proprio sé, funzionale all’affermazione dei propri diritti senza negare i diritti e l’identità dell’altro; un atteggiamento che non giudica e avulso da critiche non costruttive verso l’altro ovvero senza pregiudizi; la capacità di comunicare i propri sentimenti in maniera chiara e diretta e onesta senza manifestare aggressività o essere minacciosi verso l’altro.

I capisaldi del comportamento assertivo sono impliciti nei diritti di ciascun essere umano che vengono di seguito riportati:

1. Essere trattato con rispetto, poiché ognuno ha il diritto di gestire la propria vita come desidera e di perseguire i propri scopi ed obiettivi, senza però danneggiare gli altri. Inoltre ognuno ha il diritto di essere trattato dagli altri con gentilezza e cortesia, a prescindere dalla propria posizione sociale; il rispetto e la dignità sono i prerequisiti di una società civile.

2. Esprimere le proprie opinioni ed i propri sentimenti, dato che ciascuno di noi ha il diritto di esprimere se stesso; il proprio punto di vista circa una situazione e i sentimenti che ne scaturiscono sono validi tanto quanto quelli degli altri. Se si nascondono le proprie opinioni ed i propri sentimenti, gli altri non avranno la possibilità di conoscerci o di capirci. In tal modo ci verrà negato il valore e la bellezza dell’amicizia vera.

3. Fissare i propri scopi ed i propri obiettivi, dal momento che tutti hanno il diritto di perseguire i propri scopi. Ciascuno ha il diritto di perseguire le priorità che ritiene essere più consone a se stesso, altrimenti si può avere la percezione di vivere la vita di altri.

4. Rifiutare una richiesta o dire di no, poiché ognuno ha il diritto di rifiutare.

5. Chiedere ciò che si desidera, dal momento che ognuno ha il diritto di esprimere i propri bisogni. Ciascuno ha delle necessità e desideri ed è utile esprimerli nelle relazioni.

6. Commettere degli errori; sbagli ed errori sono elementi essenziali dell’apprendimento.

7. Essere i giudici del proprio comportamento, indipendentemente dalla benevolenza degli altri, infatti ognuno ha il diritto di giudicare se stesso. Si può giudicare il proprio comportamento, senza avere bisogno dell’approvazione o delle critiche altrui.

8. Cambiare la propria opinione, dato che il cambiamento può essere associabile alla crescita ed allo sviluppo personale.

9. Decidere se far valere o meno i propri diritti, in conformità al diritto di scelta.

10. Decidere se dare spiegazioni e scuse per il tuo comportamento.

In ogni situazione le persone coinvolte hanno diritti particolari e correlati al contesto e alla cultura di appartenenza. Esistono, però, dei principi qualificabili come diritti inviolabili della persona che proprio in quanto tali, sono comuni a tutte le situazioni di relazione e non possono essere dimenticati.

FINE PRIMA PARTE

 

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Massimiliano Iacucci
Massimiliano Iacucci

Psicologo della salute, clinico e di comunità. Specializzando in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva di Roma. Counsellor Gestaltico.

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