Terapie efficaci: evoluzione, integrazione e scienza: dal Congresso di San Benedetto del Tronto, 6 novembre 2015

Tema dell'evento 'Terapie efficaci: evoluzione, integrazione e scienza' è stata l’efficacia della terapia cognitiva, dai modelli standard alla terza onda.

ID Articolo: 115508 - Pubblicato il: 16 novembre 2015
Terapie efficaci: evoluzione, integrazione e scienza: dal Congresso di San Benedetto del Tronto, 6 novembre 2015
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Il 6 Novembre 2015 a San Benedetto del Tronto (AP) si è svolto l’evento dal titolo ‘Terapie efficaci: evoluzione, integrazione e scienza‘, tema centrale è stato l’efficacia della psicoterapia cognitiva e cognitivo-comportamentale, a partire dai modelli standard fino alla cosiddetta terza onda.

Si è tenuta il 6 Novembre 2015 a San Benedetto del Tronto (AP) una giornata di approfondimento organizzata dalla sede di ‘Studi Cognitivi’ di SBT. L’evento dal titolo ‘Terapie efficaci: evoluzione, integrazione e scienza‘ ha avuto come tema centrale l’efficacia della psicoterapia cognitiva e cognitivo-comportamentale, a partire dai modelli standard per giungere alla cosiddetta terza onda che si sta facendo sempre più strada nel panorama internazionale.

Sono intervenuti come relatori diversi professionisti che operano nel campo della formazione, della clinica e della ricerca scientifica e i lavori sono stati coordinati dalla responsabile di sede, Dottoressa Clarice Mezzaluna. L’obiettivo era creare un momento di incontro e dialogo tra diverse prospettive, e favorire una visione di integrazione tra queste.

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Terapie efficaci evoluzione, integrazione e scienza report da San Benedetto del Tronto, 6 novembre 2015_IMMAGINE 1

I relatori dell’evento

 

Il Prof. Ezio Sanavio, Professore di Psicologia clinica dell’Università di Padova Direttore della Scuola di Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale ITC di Padova e di Rimini, ci ha illustrato le terapie della ‘terza generazione’, presentandoci obiettivi e tecniche dell’ACT (Hayes), della DBT (Linehan), della Mindfulness (Kabat-Zinn), della Schema therapy (Young) e della Terapia Metacognitiva (Wells).

Tra queste emerge l’importanza data al contatto con il momento presente, alla riscoperta dei valori, all’accettazione, intesa non come rassegnazione, ma come ‘disponibilità’, consapevolezza del ‘qui ed ora’ a contenere anche le esperienze negative. Però, secondo l’ottica del Prof. Sanavio, non si tratterebbe di un vero e proprio salto di paradigma ‘alla Kuhn’, in quanto gli elementi di continuità con teorie e tecniche di prima e seconda generazione sono maggiori degli elementi di discontinuità. Per Sanavio ci troviamo di fronte ad un avanzamento conoscitivo e operativo, ma che ha ancora bisogno di svilupparsi. La critica dei limiti della terza generazione arriva principalmente alla costituzione di scuole, sottoscuole e correnti, ognuna guidata da un suo leader e a volte troppo interessate ai copyright, più che alla ricerca scientifica e al miglioramento e alla crescita teorica delle varie correnti.

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Terapie efficaci evoluzione, integrazione e scienza report da San Benedetto del Tronto, 6 novembre 2015_IMMAGINE 3

 

Il Professor Carlo Di Berardino, Direttore del Centro di Psicologia Clinica di Pescara, ci ha parlato dell’utilizzo della Mindfulness in ambito clinico e Psicoterapeutico, e dello spostamento del focus dell’intervento terapeutico verso il ruolo che le emozioni e gli schemi profondi svolgono sulla strutturazione della personalità. Di Berardino ci pone il problema della bicausalità direzionale, cioè dell’importanza del ruolo che le emozioni svolgono sui processi cognitivi, e che determinano allo stato attuale una maggiore attenzione alla corporeità e all’attività sensomotoria nei processi di regolazione delle emozioni. In questo senso, l’effetto terapeutico della meditazione è dovuto non tanto dal cambiamento dei contenuti del pensiero quanto dal distanziamento dagli automatismi emotivo-cognitivi.

Il Professor Benedetto Farina dell’Università Europea di Roma ha ripercorso la storia della ricerca scientifica in psicoterapia a partire dal famigerato studio di Eysenck del 1952 che metteva in discussione l’utilità della psicoterapia per la cura dei disturbi nevrotici. Molta strada in termini di ricerca scientifica è stata percorsa con lo scopo di dimostrare che la psicoterapia non è soltanto un costoso placebo, e paradigmi di ricerca sempre più complessi e articolati hanno riscattato il suo ruolo curativo. Attualmente però, dopo un’accanita ricerca dei fattori terapeutici attivi (active ingredients), emerge l’importanza di comprendere come le qualità del terapeuta interagiscono con le caratteristiche del paziente per ottenere le condizioni interpersonali necessarie a un cambiamento terapeutico. La ricerca scientifica in psicoterapia pertanto non deve essere rappresentata solo dagli studi di efficacy ma deve riguardare anche l’effectiveness dei trattamenti.

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