In Treatment – Psicoterapia in TV
DODICESIMA PUNTATA
Alex
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Paul, Laura e Alex cominciano a costruire una relazione a tre che ben presto si scatenerà in gelosie rivalitarie tra i due maschi.
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La dodicesima puntata è un tutt’uno con la precedente. Paul, Laura e Alex cominciano a costruire una relazione a tre che ben presto si scatenerà in gelosie rivalitarie tra i due maschi. Alex arriva con lo stesso scatolone che si era intravisto il giorno precedente, quando aveva incontrato Laura fuori dalla porta della stanza di analisi. Scopriamo finalmente cosa contiene questo enorme scatolone: è una macchina per il caffè che Alex perfidamente regala a Paul, alludendo alle pessime brodaglie che beve Paul.
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Ho parlato di allusione? Se lo chiede anche Paul, che lo dice ad Alex: alludi a qualcosa? No, non è un’allusione, è un’affermazione, risponde Alex con la sua splendente arroganza. Un’affermazione che riguarda non solo il caffè di Paul, ma tutto Paul come persona. Insomma Alex dà dell’insipido a Paul, mentre lui si propone come maschio vitale ed energico, pieno di forza.
Dopo questo primo e incredibile acting out Paul abbozza, in qualche modo è costretto ad accettare la macchina del caffè, poi riprende la sua posizione analitica e segna qualche punto. Spara delle buone interpretazioni che inchiodano Alex. Il quale racconta come abbia appena lasciato la moglie. Poi Alex parla dei suoi genitori, e di come il padre tradisse sua madre frequentemente. Sembra quindi che Paul stia per riprendere le redini del gioco psicoterapeutico, quando Alex improvvisamente si imbizzarrisce e riprende l’iniziativa, uscendo ancora una volta dal terreno del racconto e della riflessione.
Così trasforma la seduta in un unico, enorme acting out. Come fa? Parlando esclusivamente di Laura e del suo incontro fortuito del giorno prima. E di come egli sia poi andato con Laura, fino all’allusione finale, carnale e volgarissima: Alex parla di un happy ending e poi raccomanda a Paul di preparare un caffè con molta schiuma bianca, perché a Laura piace così.
Che dire? La deriva relazionale continua, con un setting sempre più privo di argini, in cui le passioni tracimano come ondate incontenibili. La relazione è ormai addirittura triangolare. Forse è un paragone forte, ma tutto questo ricorda il modello lacaniano del triangolo rivalitario tra fratelli, in cui i fratelli sono naturalmente Paul e Alex. E il polo desiderato e amato è Laura, al tempo stesso moglie, madre e amante desiderata (e conquistata da Alex). È impressionante vedere l’espressione di pura gelosia, rabbia e sofferenza che assume Paul nell’ultimo scorcio di seduta, quando Alex si ostina a parlare di Laura, lasciando ostinatamente da parte il terreno rassicurante delle solite storie di mamma e papà.
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Lacan introdusse in un articolo scritto nel 1938 per l’Encyclopedie francaise: “I complessi familiari nella formazione dell’individuo” (pubblicato in Italia nel 2005) il complesso di intrusione, chiamandolo anche complesso fraterno. Lacan si pone nel punto di vista del fratello maggiore (Paul?), per cui gli intrusi sono i fratelli minori (Alex?) che alimentano sentimenti di gelosia.
Per Lacan, con l’arrivo del fratello minore il primogenito si trova coinvolto nella gelosia, ma è anche obbligato a confrontarsi con un’alternativa. Può rimanere nella dimensione narcisistica rifiutando l’altro e la realtà o accetta di riconoscere l’altro incontrandosi e scontrandosi con questa realtà non gradita. Riuscirà Paul nell’impresa? O sarà inghiottito dalla gelosia verso Alex?
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BIBLIOGRAFIA:
- Lacan, J. (2005). I complessi familiari nella formazione dell’individuo. Einaudi, Torino.
- Trapanese, G., Sommantico, M. (a cura di) (2008). La dimensione fraterna in psicoanalisi. Borla, Roma.